Costi aggiuntivi in affitto, quali richieste sono legittime e importi

Patrizia Del Pidio

25 Gennaio 2025 - 11:15

Per chi vive in affitto non è dovuto solo il canone di locazione, ci sono costi aggiuntivi da tenere presenti. Quali richieste da parte del proprietario sono legittime e che importi possono avere?

Costi aggiuntivi in affitto, quali richieste sono legittime e importi

Quando si vive in affitto quali sono i costi aggiuntivi che è legittimo pagare e quali possono essere gli importi? Chi abita in una casa in affitto non deve tenere conto solo dei costi dei canoni di locazione mensile, perché gli inquilini sono tenuti a pagare anche dei costi aggiuntivi che possono essere mensili o forfettari.

In Italia le case in affitto hanno un costo molto alto, proprio per questo chi sceglie questo tipo di abitazione deve mettere in conto anche i costi aggiuntivi prima di capire se può farcela, con le proprie entrate, a sostenere il costo annuale per avere una casa. I costi aggiuntivi, in molti casi, hanno un importo abbastanza elevato, che sommato al canone di affitto, può portare l’inquilino a dover sborsare una bell’importo mensile.

I costi aggiuntivi di chi vive in affitto

Anche se le tasse sulla casa sono dovute dal proprietario, così come le spese di manutenzione straordinaria dell’immobile, la maggior parte dei costi aggiuntivi è a carico dell’inquilino.

In molte città italiane il costo del condominio (pulizia scale, bollette dell’energia elettrica per le parti comuni) è molto elevato. Se si pensa, poi, che nei condomini con impianto riscaldamento centralizzato i costi del riscaldamento sono inclusi in quelli condominiali, si può avere un’idea di quanto si deve pagare annualmente per la casa in affitto.

In molti condomini, poi anche l’acqua è a livello condominiale e va a gravare sulle spese da sostenere mensilmente. Si pensi che in alcune città del nord Italia, a fronte di un canone di locazione di 850 euro al mese, si devono pagare spese condominiali che superano abbondantemente i 300 euro al mese. In questi casi è pur vero che non si devono pagare le bollette del gas per il riscaldamento e quelle dell’acqua, ma con la dispersione dell’impianto condominiale risulta molto difficile tenere sotto controllo i propri reali consumi.

Nei condomini con impianto centralizzato, tra l’altro, non è neanche possibile azzerare la spesa del riscaldamento o dell’acqua, perché la manutenzione e il funzionamento dell’impianto vanno comunque pagati (così come la quota di calore che si riceve a causa delle dispersioni). Per chi non volesse avere brutte sorprese al riguardo o per chi voglia poter monitorare e abbassare le spese del riscaldamento, consigliamo, quindi, la ricerca di una casa in affitto con riscaldamento autonomo invece che centralizzato.

Da tenere presente, infatti, che se anche con il riscaldamento autonomo le spese di manutenzione ordinaria dell’impianto sono a carico dell’inquilino, l’unico costo fisso da mettere in conto è la revisione della caldaia annuale (eventuali riparazioni o sostituzioni della caldaia, infatti, sono a carico del proprietario)

Gli altri costi aggiuntivi di cui tenere conto

I costi aggiuntivi che l’inquilino deve pagare non si esauriscono con le spese condominiali e con le eventuali spese per il riscaldamento centralizzato e per l’acqua condominiale. Nelle spese che deve sostenere l’inquilino, infatti, rientrano anche le pulizie dell’eventuale cortile o giardino (per risparmiare, quindi, è bene scegliere una casa che non abbia giardini privati o cortili).

Se l’immobile è dotato di portiere o custode è bene tenere presente che le spese per il servizio di portineria ricadono per il 90% sull’inquilino e per il 10% sul proprietario (a meno che nel contratto non sia prevista una percentuale inferiore).

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