Il costo economico del lockdown (introdotto in Italia per arginare la diffusione del coronavirus) sta emergendo
Il costo economico del lockdown sta iniziando ad emergere.
Con l’arrivo del coronavirus l’Italia è stata costretta a introdurre numerose misure restrittive volte a limitare il contagio e la diffusione della pandemia.
Molte aziende si sono fermate (almeno momentaneamente) con ovvie ripercussioni sulla produttività generale, mentre numerosi lavoratori sono stati messi in cassa integrazione. In alcuni casi è andata anche peggio e il costo economico del lockdown ha iniziato ad essere guardato con crescente scetticismo.
Quanto costa il lockdown ogni mese
Con il passare del tempo, quella che sembrava un’epidemia molto lontana ha valicato i confini nazionali e ha messo con le spalle al muro l’intera Italia. La situazione è presto degenerata e il Belpaese ha persino superato la Cina per numero di decessi.
Il governo è stato così costretto, il 9 marzo scorso, ad estendere le misure di contenimento all’intero territorio nazionale dando il via all’ormai noto lockdown. Il costo economico di questa misura ha iniziato ad essere studiato giorno dopo giorno.
Le ultime stime in merito sono state formulate dall’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, che ha tentato di fornire dati aggiornati sul peso economico del blocco.
Una precisazione è d’obbligo. Le misure introdotte, le chiusure e il congelamento di determinate attività hanno avuto lo scopo di salvaguardare la salute degli italiani prevenendo la diffusione del coronavirus. Esse, però, hanno avuto allo stesso tempo conseguenze economiche non indifferenti.
Ma parlando in termini di soldi, quanto costa il lockdown? Ben 47 miliardi di euro al mese, secondo la citata indagine di Svimez. In pratica il 3,1% del PIL tricolore. Un totale così suddiviso:
- 10 miliardi di euro persi al Sud;
- 37 miliardi di euro persi al Nord.
In media, dunque, il lockdown è costato 788 euro a testa, con massimi di €951 al Centro-Nord e minimi di €473 al Sud.
“Considerando una ripresa delle attività nella seconda parte dell’anno, il PIL nel 2020 si ridurrebbe del -8,4% per l’Italia, del -8,5% al Centro-Nord e del -7,9% nel Mezzogiorno”,
hanno aggiunto gli esperti che hanno definito il coronavirus uno shock esogeno per l’intero Paese.
Mentre l’emergenza sanitaria è stata più marcata nelle regioni settentrionali, le conseguenze economiche e sociali si sono propagate su tutto il territorio nazionale.
L’impatto sui lavoratori
I più colpiti da questa situazione, ha continuato l’indagine, sono stati i lavoratori autonomi o a partita IVA. Per questi soggetti il costo del lockdown è risultato in perdite di fatturato di circa €12.000 per un mese di inattività.
In termini di reddito lordo, invece, le perdite sono risultate le seguenti:
- Nord: €2.000
- Centro: €1.900
- Sud: €1.800
Più in generale, le misure restrittive hanno interessato il 34,3% dei lavoratori dipendenti e il 41,5% degli indipendenti.
Il costo economico del lockdown nell’ultimo mese, dunque, è già risultato imponente. Prima termineranno le restrizioni prima il Paese potrà ripartire. Ovviamente, però, bisognerà agire tenendo presente anche la tutela della salute generale.
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