Il Covid-19 continua a circolare attraverso le nuove e invasive varianti. Cosa fare se si rimane contagiati? Ecco i passaggi obbligati e quelli consigliati.
Il Covid-19 se ne va, ma il dubbio rimane: cosa fare se ci si contagia? Allo stato attuale non ci sono prescrizioni e divieti per chi risulta positivo. Eppure gli esperti, i medici di famiglia e chi tratta quotidianamente il virus consiglia comunque di restare a casa ed evitare il contatto con altre persone.
La quarantena non è più obbligatoria, non c’è obbligo di isolamento o l’obbligo di non incontrare altre persone, ma resta il buon senso di non contagiare una seconda, terza, quarta e così via persona per non rischiare il benessere collettivo. A maggior ragione se si frequentano persone nelle cosiddette “categorie fragili” o che a loro volta conoscono una persona fragile, anziana o che abbia subito recentemente un’operazione, un trapianto o con una malattia cronica e debilitante.
Per questo ancora oggi chi presenta sintomi influenzali potrebbe fare un tampone e scoprire se è positivo o positiva al coronavirus, a una delle sue moltissime varianti (al momento la variante dominante è la variante Eris). Scoperta la positività cosa fare? Si possono seguire le stesse identiche norme di quando erano obbligatorie (mascherina, isolamento ed evitare luoghi affollati e al chiuso) e lasciar correre naturalmente la positività, se non si presentano sintomi o sintomi gravi.
Positivo al Covid-19: cosa fare?
Anche se meno presente rispetto al passato, ancora oggi può capitare di risultare positivi al COVID-19. In caso di sintomi influenzali si può pensare di effettuare un tampone per verificare la presenza o meno dell’infezione da Covid-19.
Chi presenta sintomi influenzali non è obbligato a fare un tampone, ma è consigliato farlo per conoscere un eventuale positività e salvaguardare persone più fragili presenti nel nucleo familiare o nei contatti stretti.
Fare il tampone non è cambiato rispetto al passato e ancora oggi è possibile effettuarlo a pagamento in tutte le farmacie, negli ambulatori delle Asl o nei laboratori di analisi. Il referto può essere utilizzato come certificato di malattia a scuola o al lavoro.
Obbligo quarantena decaduto: cosa fare?
Anche se non c’è più l’obbligo di rimanere in casa - isolamento e quarantena sono termini ormai in disuso - in presenza di positività e quindi sintomi più o meno gravi si può portare il referto del tampone come certificato di malattia per l’assenza da lavoro o da scuola.
L’obbligo di isolamento è decaduto e in teoria per i positivi è possibile andare a scuola o a lavoro se asintomatici e quindi non malati o con sintomi lievi. La raccomandazione però è sempre quella di rimanere in casa e attendere il decorso naturale dei sintomi. Si può però giustificare l’assenza con referto del tampone positivo o certificato del medico curante.
Mascherina in luoghi e mezzi pubblici: è necessaria?
Non esiste più neanche l’obbligo di portare dispositivi di protezione individuali, ovvero le mascherine, nei luoghi affollati o sui mezzi pubblici come i bus, la metropolitana e i treni. Eppure anche in questo caso, in assenza di obbligo, si fa appello al buon senso del singolo.
In caso di positività infatti la mascherina può impedire il contagio di persone nelle immediate vicinanze. L’uso della mascherina, anche se non obbligatoria, è raccomandata dagli esperti.
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