Il Covid è tornato: dobbiamo essere preoccupati?

Alessandro Cipolla

17 Luglio 2024 - 16:15

In tutto il mondo sono in aumento i casi Covid: la colpa è delle nuove varianti più aggressive rispetto alle precedenti, ecco qual è la situazione in Italia e chi deve avere paura.

Il Covid è tornato: dobbiamo essere preoccupati?

La pandemia da Covid-19 è stata dichiarata conclusa ufficialmente il 5 maggio 2023, ma il virus che per oltre due anni ha tenuto in scacco il mondo intero provocando oltre 7 milioni di morti di certo non è scomparso, solo che è diventato endemico e da allora abbiamo iniziato a conviverci.

Adesso però negli Stati Uniti c’è apprensione per l’aumento dei contagi Covid, con il numero dei casi in forte crescita pure in Italia anche se la situazione sanitaria, fortunatamente, è assolutamente sotto controllo.

Nel nostro Paese c’è chi parla di una sorta di mini ondata estiva del Covid, con i rischi maggiori che sono per le persone anziane e per i vulnerabili, come dimostrano i 33 decessi attribuiti al virus che si sono registrati in Italia nell’ultima settimana.

Nel dettaglio dal 4 al 10 luglio in Italia ci sono stati 5.503 nuovi casi Covid accertati, mentre la settimana precedente sono stati 3.855. Numeri questi comunque molto sottostimati rispetto alla reale diffusione visto che in pochi fanno il tampone quando si presentano i sintomi.

Le nuove due varianti KP.3 e LB.1 infatti hanno sintomi simili a quelli influenzali: tosse, mal di gola, febbre e dolori muscolari. Negli Stati Uniti dove è alta l’attenzione anche per il virus dell’aviaria, i casi nell’ultima settimana sono aumentati del 25%, un trend simile a quello registrato anche in altri Paesi.

Nuova ondata Covid: dobbiamo preoccuparci?

In questa estate così calda in Italia si stanno registrando più casi influenzali rispetto al solito, con anche i casi Covid che sono in aumento nonostante gli italiani ormai abbiano perso l’abitudine di farsi il tampone quando si manifestano i sintomi.

Anche con queste nuove varianti il mantra è sempre lo stesso: bisogna preoccuparsi del Covid in base alle specifiche circostanze mediche. Come dimostra l’ultimo bollettino il virus sta continuando a uccidere, ma i suoi bersagli sono sempre le persone più vulnerabili.

Le persone che dovrebbero essere particolarmente preoccupate dal Covid sono quelle anziane o immunodepresse o quelle con molteplici patologie cardiache, polmonari, renali e altre patologie sottostanti. Per loro la raccomandazione è anche quella di fare il richiamo del vaccino.

Se si vuole preservare la propria salute e quella dei nostri cari, le raccomandazioni degli esperti sono sempre le stesse: indossare la mascherina sui mezzi pubblici e in altri luoghi affollati, ma anche fare un test rapido appena prima della visita a un vulnerabile può ridurre il rischio di infettare quella persona.

Ora che ci siamo messi alle spalle la pandemia, le persone sono tornate alle loro vite e trattano il Covid-19 come trattano gli altri virus respiratori: non vogliono contrarli, ma non vogliono nemmeno smettere di socializzare e andare al ristorante, al cinema o alle funzioni religiose.

Convivere con il Covid è quello che abbiamo imparato a fare, sarebbe però un errore dimenticarsi delle precauzioni necessarie per difendere chi è vulnerabile: il virus non è scomparso e basterebbe la comparsa di una variante più aggressiva per far scattare di nuovo i campanelli d’allarme.

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