Allarme Covid, Kraken arriva in Italia: cosa sappiamo sulla nuova variante, i sintomi e quanto è pericolosa

Claudia Mustillo

20/01/2023

Kraken, anche conosciuta come Xbb.1.5, è arrivata in Italia: dove si sta diffondendo e quanto è pericolosa la nuova variante?

Allarme Covid, Kraken arriva in Italia: cosa sappiamo sulla nuova variante, i sintomi e quanto è pericolosa

La nuova variante Kraken è arrivata in Italia, precisamente in Veneto. È all’istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (Izsve) che sono state registrate due sequenze appartenenti alla sottovariante di Omicron Xbb.1.5, o meglio conosciuta come Kraken.

Una delle sequenze proviene dalla provincia di Vicenza e l’altra da quella di Verona. Dopo le sequenze già rilevate in provincia di Venezia all’Ospedale dell’Angelo di Mestre, arrivano a quattro le identificazioni della variante Kraken in Italia. Al momento, non è noto se i campioni provengano da persone di ritorno dall’estero, né se queste siano residenti nel territorio regionale.

Della nuova variante Kraken ancora non si conosce molto. «L’unico studio apparso sulla variante Kraken è di autori cinesi, non è ancora pubblicato – ha spiegato Roberto Cauda, direttore dell’Unità operativa complessa (Uoc) di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli, in un’intervista a La Stampa – ma presente sulle piattaforme e cita sostanzialmente i sintomi con la presenza di dolori muscolari e la maggiore trasmissibilità sarebbe dovuta anche a una maggiore capacità, sempre secondo questo studio, di agganciare il recettore cellulare Ace2 da parte di questa variante».

Covid, i casi legati alla nuova variante Kraken

In Italia i contagi da Covid-19 non si fermano e ogni giorno si contano circa un centinaio di morti. La nuova variante Krakern, però, ha una percentuale di diffusione ancora molto bassa. Almeno per quello che sappiamo dai dati. Un altro elemento conosciuto e positivo è che, così come Omicron, la variante Kraken attacca principalmente le vie respiratorie alte.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), come riportato nell’ultimo bollettino epidemiologico settimanale, sostiene che la variante «sembra avere una fuga immunitaria più elevata rispetto ad altri discendenti di Omicron e sulla base delle informazioni disponibili essa presenta un vantaggio di crescita rispetto ad altri sottolignaggi Omicron».

Per il momento la diffusione della variante Kraken in Italia sembrerebbe limitata, ma l’Oms consiglia l’utilizzo delle mascherine nei luoghi chiusi per evitare ulteriore diffusione dei contagi.

Dove si sta diffondendo Kraken

Kraken ha «un’impressionante capacità di diffondersi», a dirlo è Eric Topol, fondatore dell’istituto californiano Scripps sul Washington Post.

Secondo l’esperto una «forma dominante» come quella di Xbb.1.5, ossia Kraken, indica che il virus SarsCoV2 «ha trovato un nuovo modo per colpire e che si sta evolvendo molto rapidamente» ed effettivamente «è responsabile del 75% delle infezioni in almeno quattro Stati (New York, Connecticut, New Jersey e Massachusetts)»e che «i ricoveri degli anziani sono confrontabili a quelli visti nel periodo nella prima ondata di Omicron».

Dal Nord-Est degli Stati Uniti, spiega Topol, la variante Krakern «è destinata a diffondersi attraverso il Paese nel giro di settimane e sta prendendo piede in molti Paesi europei e asiatici».

Kraken, tutti i sintomi per riconoscere il contagio

I sintomi della variante Kraken sono sostanzialmente quelli dell’influenza stagionale: mal di gola e tosse, raffreddore, stanchezza, dolori muscolari e articolari.

Una sintomatologia, quella legata alla variante Krakern, che è abbastanza comune con le varianti - Cerberus e Gryphon - che l’hanno preceduta. La differenza, sembrerebbe, nella capacità di Kraken di resistere maggiormente alle difese immunitarie sviluppate e una maggiore capacità di elusione degli anticorpi che non riescono a fornire uno scudo protettivo.

Quanto è pericolosa?

«Xbb.1.5 è una delle varianti che ad oggi sta destando preoccupazione per la sua capacità di diffondersi, che sembra essere superiore a quella delle altre varianti in circolazione, ma fortunatamente non per la sua aggressività», secondo Alice Fusaro, biologa del Laboratorio di genomica e trascrittomica virale dell’Izsve che spiega come «allo stato attuale si ritiene che sia improbabile possa causare seri problemi in un paese come l’Italia, con un’elevata copertura immunitaria data dalla vaccinazione e da precedenti infezioni. Per ora la sua frequenza in Europa è ancora bassa, circa del 4% nelle ultime due settimane, e in Italia il numero dei casi riportati è ancora sporadico. Continueremo a monitorare attentamente la diffusione della Xbb.1.5 e l’acquisizione di ulteriori mutazioni che potrebbero aumentare la capacità di evasione dalla risposta immunitaria».

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