Gryphon, la nuova sottovariante Covid preoccupa molto gli esperti, con un elevato potere di contagio e sintomi difficili da individuare. Ecco cosa sappiamo.
La nuova salita di contagi e ricoveri potrebbe essere dovuta, oltre all’allentamento delle restrizioni, alla circolazione di Gryphon. Quest’ultima è una sottovariante del Covid, nel dettaglio la XBB.1.5, appartenente alla famiglia Omicron. L’ipotesi che preoccupa molto gli esperti è che sia proprio questa variante la causa della nuova ondata epidemica in Cina, perché questo comporterebbe allo stesso effetto anche in Italia.
Per il momento, tuttavia, non ci sono sufficienti dati a disposizione per confermare con certezza questa analisi. I dati scientifici forniti dalla Cina, infatti, sono ridotti al minimo, così come quelli relativi alle sequenze genetiche del virus conservate nella banca internazionale Gisaid. Nonostante ciò, gli esperti sono riusciti a individuare comunque la possibile origine del problema, proprio prendendo in esame la situazione cinese.
La variante Gryphon: perchè preoccupa e il tasso di contagi
In Cina il numero di decessi a causa del Covid è ormai diventato incontrollabile, dato decisamente rilevante alla luce delle numerose varianti in circolazione. Gryphon, in particolare, ha iniziato a circolare in Cina già dal mese di ottobre e sta via via sostituendo le varianti più comuni come BQ.1 e BQ.1.1. Per questo motivo Gryphon, che è il risultato della ricombinazione di altre sottovarianti Omicron, rappresenta senza dubbio l’elemento più preoccupante.
Questa sottovariante si è poi diffusa negli altri paesi in tempi decisamente rapidi, toccando ben 6 paesi europei, tra cui anche l’Italia. I dati presenti nella banca Gisaid hanno permesso infatti tracciare, almeno parzialmente, la diffusione di Gryphon nel mese di dicembre. Così gli esperti hanno potuto misurare la rilevanza della variante, considerando la proporzione rispetto al totale del virus SarsCoV2 in circolazione.
- Italia: 1,82%.
- Francia: 1,22%.
- Belgio: 4,56%.
- Germania: 2,05%.
- Spagna: 2,61%.
- Regno Unito: 5,44%.
- Australia: 3,33%.
- Canada: 1,93%.
- Stati Uniti: 13,42%.
L’elevata presenza della sottovariante negli Stati Uniti, peraltro, appare evidentemente collegata allo spropositato aumento dei ricoveri avvenuto a New York nell’ultimo mese, pari al 140%.
La rapida diffusione di questa variante è dovuta alla sottovariante F486P, grazie alla quale il virus riesce a sfuggire agli anticorpi che si sono generati con le infezioni da Omicron e con i vaccini. Allo stesso tempo, la F486P rafforza il virus, potenziando il legame con il recettore Ace2 che si trova nelle cellule umane.
Tra le cause, comunque, sono state evidenziate anche diverse mutazioni che, secondo il genetista Massimo Zollo, permettono al virus di moltiplicarsi più agevolmente. Di conseguenza i contagi sono in crescita esponenziale, favoriti dalla riduzione delle misure e dalle caratteristiche della variante in circolazione, resistente agli anticorpi. Per questo motivo il dottor Zollo, in qualità di coordinatore della Task force Covid19 al Ceinge di Napoli, ha richiesto un aumento dei controlli per prevenire quanto possibile. In particolare, negli aeroporti, dove sarebbe opportuno controllare anche i passeggeri provenienti dalla Cina con voli indiretti.
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Oltre a questo, sarebbe necessario anche aumentare la diffusione dei farmaci antivirali e potenziare la ricerca per analizzare ciò che potrebbe succedere nei prossimi mesi. Nel frattempo, è indispensabile rinnovare la prudenza, soprattutto nella considerazione dei sintomi, in quanto i campanelli d’allarme della nuova variante possono essere anche molto lievi.
I sintomi della variante Gryphon
In genere l’infezione si presenta in modo molto simile alle varianti già affrontate, quindi principalmente a livello respiratorio. Allo stesso tempo, però, Gryphon riesce a eludere con notevole rapidità il sistema immunitario e perciò non è immediatamente riconoscibile. In particolar modo bisognerebbe prestare attenzione a:
- Naso che cola.
- Mal di gola.
- Mal di testa.
- Tosse secca.
- Affaticamento.
- Starnuti.
- Vertigini.
- Mal d’orecchio.
Di conseguenza è opportuno fare un tampone anche in presenza di sintomi simil-influenzali, considerando che anche una lieve febbre (sotto i 38°) può essere un segnale rilevante.
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