Andamento del mercato, anno di emissione e luogo del progetto da cui derivano: sono queste alcune delle variabili che influenzano il valore dei crediti di carbonio
I crediti di carbonio sono dei certificati negoziabili, ottenibili attraverso un investimento economico in progetti che contribuiscono ad assorbire l’anidride carbonica e gli altri gas serra dall’atmosfera per rallentare il riscaldamento globale e di conseguenza il cambiamento climatico.
Questo mercato ha innanzitutto la caratteristica di essere volontario, non è cioè obbligatorio investirci.
Sebbene possa sembrare una precisazione inutile, così non è, perché attualmente esiste un mercato simile per certi aspetti a quello volontario dei crediti di carbonio.
Si tratta del mercato europeo delle emissioni o European Emission Trading System (EU ETS), principale strumento utilizzato dall’Unione Europea per controllare le emissioni di inquinanti e gas a effetto serra prodotte dal settore dell’aviazione a livello internazionale.
Questi due mercati funzionano in maniera diversa.
Perché varia il prezzo dei crediti di carbonio nel mercato volontario
Il prezzo di questi crediti può variare, dal momento che non è fisso, bensì dipende dal tipo di progetto da cui provengono i crediti.
Ma esattamente da cosa dipende? Ci sono delle variabili che influenzano l’aumento o la diminuzione del prezzo.
Le macro-categorie di fattori che influenzano l’andamento dei prezzi dei crediti di carbonio sono due: I fattori interni e i fattori esterni al progetto che li riguardano.
La combinazione di questi due fattori stabilisce il valore, sia percepito che effettivo, del progetto, da cui poi deriva il valore dei relativi crediti di carbonio.
Sebbene tutti i crediti di carbonio valgano la stessa cifra in termini di emissioni (una tonnellata di anidride carbonica), il loro valore latente, una volta messi a portafoglio, non è lo stesso.
Un’azienda può infatti scegliere di investire in un progetto più costoso poiché questo è maggiormente in linea con i propri ideali e con i valori che vuole comunicare ai propri stakeholder, specialmente in questi anni in cui la questione ambientale inizia - finalmente - a riscuotere l’interesse degli investitori.
I fattori interni del mercato volontario dei crediti di carbonio
I fattori interni che sanciscono il valore dei crediti di carbonio prodotti da un progetto sono molteplici, e dipendono in larga parte dalla natura del progetto stesso.
Un esempio concreto è dato dal costo di realizzazione e manutenzione del progetto; infatti, in questo caso, realizzare un’opera di questo tipo, specialmente quando si tratta di progetti di grande portata, è molto costoso e spesso richiede una continua manutenzione.
Ciò implica che i prezzi di realizzazione e gestione molto alti possono far impennare il costo del progetto e dei relativi crediti di carbonio, rendendo meno conveniente l’investimento.
Oltre a questo, a ogni progetto sono generalmente associati dei rischi non solo legati alla realizzazione, ma anche all’attività del progetto.
Se, per esempio, un progetto presenta dei rischi operativi particolarmente alti, gli investitori possono essere disincentivati a investirci, per paura di perdere il loro investimento, facendo scendere il valore dei relativi crediti.
I fattori esterni del mercato volontario dei crediti di carbonio
Così come funziona per il mercato delle commodity, anche nel mercato volontario dei crediti di carbonio vige la legge della domanda e dell’offerta. In particolare, il prezzo di un credito può variare in base al progetto (e al luogo dove è realizzato), all’ente a cui è connesso e all’anno di emissione.
In questo senso, ha un peso specifico molto importante il modo in cui i progetti vengono comunicati alla comunità interessata: se la fama di quel progetto o dell’azienda che lo realizza migliora, il prezzo probabilmente salirà di conseguenza, dal momento che i crediti prodotti dal quel progetto diventeranno maggiormente ambiti.
Al contrario, qualora un progetto venga comunicato nella maniera sbagliata o non riscuota l’interesse del mercato, i crediti da esso derivanti potrebbero deprezzarsi.
Anche in questo caso la comunicazione gioca un ruolo chiave: se l’azienda o l’ente promotore del progetto lavorano in maniera disorganizzata o in maniera opaca, è molto probabile che i possibili acquirenti siano disincentivati all’acquisto, poiché potrebbero temere di essere ingannati.
Non soltanto la comunicazione, anche il luogo ha un peso molto importante nello stabilire il valore di un credito di carbonio. Questo perché se il progetto è realizzato in un ambiente dove ce ne sono già molti, i crediti da esso derivanti saranno logicamente meno ambiti.
Non solo, ogni Paese, specialmente quelli in via di sviluppo, presentano nelle caratteristiche e dei rischi al loro interno. Scegliere di realizzare un progetto in un Paese, ad esempio, in cui c’è il rischio dello scoppio di una guerra civile, può disincentivare gli investitori a scegliere quel progetto, per paura di perdere i loro capitali.
Anche l’ente che certifica il progetto ha un peso nella valutazione dei crediti di carbonio. Sebbene gli enti riconosciuti siano numerosi, per gli investitori alcuni possono essere preferibili agli altri per il loro metodo di calcolo delle emissioni o più in generale per il loro modo di lavorare, impattando perciò sul meccanismo di richiesta del credito e, di conseguenza, sul suo valore.
L’ultimo aspetto da considerare è, infine, l’anno in cui è stato messo in circolo un determinato credito. Più un credito invecchia, minore è il suo valore.
La ragione principale per cui ciò avviene è da ricercarsi negli standard, infatti, crediti diffusi molti anni fa sono logicamente stati emessi con standard oggi non più validi e generalmente anche più elastici.
Acquistare perciò un credito molto vecchio può corrispondere ad acquistare un credito basato su standard superati, che logicamente nessuno è disposto a pagare.
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