Inflazione: rallenta il rialzo in Europa e in Italia. La lettura preliminare di novembre ha offerto spunti di ottimismo sui prezzi: ma attenzione, il carrello della spesa cresce per gli italiani.
Segnali, seppure lievi, di indebolimento della crescita dei prezzi in Eurozona e in Italia: cosa ha evidenziato la nota preliminare di novembre?
L’inflazione della regione a moneta unica è rallentata per la prima volta in un anno e mezzo, offrendo un barlume di speranza alla Bce nella sua lotta per reprimere il peggior shock dei prezzi al consumo degli ultimi decenni.
In Italia, l’Istat ha rilevato stabilità nella crescita inflazionistica su base annuale, dopo che ottobre aveva mostrato una accelerazione profonda. Cosa significa questo per il carrello della spesa? In realtà, i prezzi sono ancora molto elevati e i messaggi per la banca centrale potrebbero non essere così ottimistici.
L’inflazione in Eurozona e in Italia sta davvero perdendo slancio? L’allarme c’è ancora: tutti i dati.
Inflazione Eurozona: c’è la flessione, di quanto?
La lettura dell’inflazione di novembre è stata del 10% secondo l’Eurostat, inferiore alla stima mediana del 10,4% degli economisti intervistati da Bloomberg.
Il calo, dal 10,6% di ottobre, risulta il maggiore dal 2020 ed è stato trainato da progressi più lenti dei costi energetici e dei servizi, anche se i prezzi dei generi alimentari sono cresciuti più rapidamente. L’energia dovrebbe attestarsi a un tasso annuo del 34,9% a novembre, rispetto al 41,5% di ottobre.
I numeri dell’Eurozona seguono una serie di letture dei prezzi al consumo più deboli da tutta la regione questa settimana. L’inflazione si è mantenuta moderata in Germania, Italia, Spagna e Paesi Bassi. In Francia, inaspettatamente, è rimasta stabile. La crescita dei prezzi è accelerata solo in tre Paesi dell’area.
“Il calo dell’inflazione dal 10,6% di ottobre al 10,0% di novembre è stato il primo da giugno 2021 ed è stato maggiore di quanto inizialmente previsto”, ha dichiarato in una nota Andrew Kenningham, capo economista europeo di Capital Economics.
“Non saremmo sorpresi di vedere il tasso di inflazione principale aumentare di nuovo a dicembre o gennaio, data la volatilità dei numeri mensili, ma non c’è dubbio che diminuirà rapidamente il prossimo anno”, ha aggiunto.
Tutti i riflettori ora si accendono su Francoforte e sulla riunione del 15 dicembre. La Bce ha stimato a settembre che l’inflazione complessiva annua raggiungerà l′8,1% per il 2022 e il 5,5% nel 2023. Queste cifre dovrebbero essere riviste al rialzo nel prossimo incontro.
Anche se riferita a un solo mese di dati, la fragile prospettiva di un indebolimento delle pressioni sui prezzi porterà sollievo alla banca centrale dopo la frustrazione di sei mesi di cifre ripetutamente superiori alle previsioni degli economisti.
Tuttavia, occorre ricordare che proprio nella giornata di lunedì 28 novembre Lagarde ha ripetuto che il picco massimo dell’inflazione in Eurozona non è stato raggiunto e si procederà con aumenti dei tassi ancora per un po’.
Italia: carrello della spesa sale a +12,8%
Accelerazione dei prezzi in frenata: questo è emerso nella lettura dell’inflazione preliminare di novembre.
Istat ha messo in evidenza che i prezzi al consumo su base annua sono rimasti stabili a +11,8%, suscitando un timido ottimismo. Nello specifico, la nota ha sottolineato che:
“....rallentano i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +79,4% a +69,9%), degli Alimentari non lavorati (da +12,9% a +11,3%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +7,2% a +6,8%); dall’altro accelerano i prezzi degli Energetici regolamentati (da +51,6% a +56,1%), dei Beni alimentari lavorati (da +13,3% a +14,4%), degli Altri beni (da +4,6% a +5,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,2% a +5,5%)”
Seppure di poco, i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (carrello della spesa) sono stati in crescita a +12,8% (dal precedente +12,6%).
La doppia cifra è segno di prezzi elevati e resta intatto il record dal 1984. C’è, però, una speranza: “Se nei prossimi mesi continuasse la discesa in corso dei prezzi all’ingrosso del gas e di altre materie prime, il fuoco dell’inflazione, che ha caratterizzato sin qui l’anno in corso, potrebbe iniziare a ritirarsi”, ha commentato Istat.
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