Wirecard: scappano anche gli obbligazionisti, ex CEO arrestato

C. G.

23/06/2020

Crisi Wirecard: dopo la fuga degli azionisti è iniziata quella degli obbligazionisti e il rendimento dei titoli è schizzato oltre il 60%. L’ex CEO intanto è stato appena arrestato

Wirecard: scappano anche gli obbligazionisti, ex CEO arrestato

La crisi Wirecard sta continuando a far discutere l’intero settore finanziario.

Qualche giorno fa, le azioni sono letteralmente crollate in Borsa nel momento in cui la società di revisione Ernst & Young si è rifiutata di certificare il bilancio della tedesca, lamentando un buco di 1,9 miliardi di euro.

Come era ovvio che fosse, la crisi Wirecard è finita sulle prime pagine dei giornali mondiali e la Germania è stata travolta dallo scandalo che ha portato qualche ora fa la stessa azienda ad ammettere la possibile inesistenza di quel denaro mancante.

Alla fuga degli azionisti, ormai terrorizzati dall’idea del default, ha fatto seguito quella degli obbligazionisti. Il tutto mentre l’ex CEO Markus Braun, che ha rassegnato le dimissioni venerdì, è stato arrestato con l’accusa di aver gonfiato i bilanci.

Crisi Wirecard: obbligazioni collassano, rendimenti decollano

Nelle ultime due sedute della scorsa settimana le azioni societarie hanno lasciato sul campo più di 80 punti percentuali mentre soltanto ieri il titolo ha bruciato un altro pessimo 11% sul DAX di Francoforte. Una vera e propria fuga degli azionisti, spaventati da una crisi improvvisa e inaspettata.

Non è andata tanto meglio alle obbligazioni che, in virtù dello scandalo sono letteralmente affondate, per una conseguente impennata dei relativi rendimenti.

Si pensi a quanto accaduto al bond in scadenza l’11 settembre del 2024 con cedola 0,50% e valore nominale di 500 milioni di euro. Fino alla giornata di mercoledì 17 giugno, poco prima dell’esplosione della crisi Wirecard, questa obbligazione ha continuato a scambiare sopra gli 80 centesimi.

Poi, il giorno dopo, il tracollo. Il prezzo del bond è affondato intorno ai €36 a Berlino e ai $26 in Lussemburgo, mentre il relativo rendimento di quest’ultimo è decollato oltre il 60%.

Situazione orribile

La crisi Wirecard ha travolto anche l’autorità di vigilanza, accusata di non aver svolto in modo corretto il proprio lavoro.

“Non siamo stati abbastanza efficaci da impedire che succedesse una cosa del genere”,

ha ammesso lo stesso presidente della Bafin (una sorta di Consob tedesca) definendo la situazione come la più orribile nella storia del DAX, che a molti ha ricordato quella della nostrana Parmalat.

Non è chiaro in che modo verrà risolta la crisi di Wirecard. Fondamentale adesso sarà ottenere la fiducia delle banche creditrici per evitare l’interruzione delle linee di credito all’azienda.

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