Il rublo segna il valore più basso dallo scoppio della guerra in Ucraina. Quali sono le cause di questa «carestia valutaria» e quali saranno le conseguenze?
Il rublo sta crollando mentre l’inflazione galoppa. Se è vero che l’economia russa si è dimostrata resistente alle continue sanzioni occidentali, al momento deve fare i conti con l’evidente crollo della propria moneta.
Come ricorda un articolo de Il Corriere della Sera, se a gennaio 2022 per un dollaro erano necessari circa 66 rubli, in seguito all’invasione dell’Ucraina avvenuta il 24 febbraio 2022, il rublo era crollato fino a un rapporto di 130 per dollaro, ma la banca centrale russa era riuscita a stabilizzare il valore tramite continui controlli sui capitali: l’estate scorsa infatti il rublo si attestava tra i 0,50 e i 0,60 dollari.
Ma dopo un anno, il rublo russo registra il valore più basso dopo le prime settimane della guerra in Ucraina, toccando i 101 rubli per dollaro, al minimo da 16 mesi. Stando a quanto riportano le stime, dall’inizio dell’anno 2023 il rublo ha registrata una caduta di oltre il - 25%. Per comprare un euro servono invece e 110,73 rubli.
Il nuovo crollo ha condotto a una riunione di emergenza per il 15 agosto, richiesta dalla direttrice della banca centrale russa, Elvira Nabiullina. La direttrice ha riferito che ciò potrebbe comportare un aumento del tasso di interesse di riferimento per stabilizzare l’inflazione.
E se secondo Nabiullina, il crollo del rublo non rappresenta una “minaccia per la stabilità finanziaria del Paese”, alcuni analisti occidentali non sono d’accordo: ecco quali possono essere le conseguenze per l’economia russa.
Crollo del rublo e “carestia valutaria”: quali sono le cause?
Il crollo del rublo è dovuto all’aumento delle spese per la difesa. L’obiettivo di Mosca è quello di portare le spese militari a oltre 100 miliardi di dollari per il 2023: uno degli indizi che prova quanto sia lontana la pace in Ucraina.
L’aumento del budget per la difesa ha comportato un aumento delle importazioni e il calo delle esportazioni, specialmente nel settore petrolifero e nel settore del gas naturale, dovute alle sanzioni imposte dall’Europa e dal resto dell’Occidente.
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Come spiega anche un articolo de Il Corriere della Sera: “importare di più ed esportare di meno significa ridurre il surplus commerciale, che di solito pesa sulla valuta di un Paese”. E mentre aumentano i costi della guerra in Ucraina Mosca deve far fronte a un Pil “stagnante, come scrive l’economista Joseph Politano:
I costi della guerra stanno crescendo più velocemente dell’economia russa e, in assenza di cambiamenti sul campo di battaglia, è probabile che ciò richieda una significativa compressione dell’economia civile russa.
Ancora sulla questione si è espresso Vladimir Milov, un ex ministro russo attualmente in esilio, il quale ha spiegato che Mosca si trova ad affrontare sorta di “carestia valutaria”, poiché è sempre meno la valuta che entra nel Paese. Infatti, se le importazioni si sono riprese, nessuna di esse proviene dagli ex partner occidentali e il problema si aggrava al momento del pagamento delle importazioni, in quanto nessuno desidera i rubli.
Sulle cause del crollo del rublo non è d’accordo però Mosca. Il consigliere economico del Presidente Vladimir Putin, Maksim Oreshkin, secondo il quale il crollo è dovuto a una “politica monetaria poco rigorosa” e che la banca centrale russa ha strumenti sufficienti per stabilizzare e normalizzare la situazione.
Crollo del rublo, quali conseguenze?
La caduta del valore del rublo è uno dei numerosi indicatori negativi per l’economia russa, benché il presidente Vladimir Putin insista sul fatto che le sanzioni occidentali abbiano un effetto limitato.
Eppure, la popolazione deve fare i conti con il caro vita e con il nuovo tonfo del rublo il rischio principale è che si registri un ulteriore aumento dell’inflazione per la Russia.
Come sostenuto da Vladimir Bessosedny, 63 anni, insegnante in pensione, intervistato dall’agenzia Reuters: “I prezzi cresceranno, il che significa che il tenore di vita diminuirà. È già sceso, e scenderà ancora di più”, ciò comporterà un aumento della popolazione povera.
Intanto la guerra continua alle porte dell’Europa e la pace sembra essere ancora lontana per Mosca. Sembrerebbe che Putin abbia intenzione di portare avanti una guerra di logoramento, affinché gli alleati di Kiev si tirino indietro, una guerra che però sta logorando anche l’economia del suo Paese e potrebbe presto fare i conti con il nervosismo che dilaga sul fronte interno.
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