Curriculum Vitae, questi 3 errori piuttosto comuni possono portare a una rapida archiviazione. E addio alle possibilità di essere assunti.
Scrivere un Curriculum Vitae potrebbe sembrare una pratica semplice ma in realtà non è assolutamente così. Bisogna stare attenti ai minimi dettagli, in quanto basta un minimo errore per far sì che un Curriculum Vitae possa essere archiviato al primo sguardo.
Fin da subito deve risultare attrattivo per chi lo legge, anche perché bisogna considerare che i recruiter aziendali generalmente devono analizzare moltissime candidature e per questo motivo non dispongono del tempo sufficiente ad analizzare il Curriculum Vitae in maniera approfondita.
Gli errori da non fare sul Curriculum Vitae sono diversi, ma se da una parte ce ne sono alcuni che sono facilmente intuibili - come ad esempio una grafica dozzinale o errori grammaticali - altri sono meno conosciuti e per questo motivo rischiano di farvi cadere in trappola.
In questo caso bisogna affidarsi agli esperti, a chi il reclutatore lo fa di professione potendo così svelare alcuni segreti utili a far sì che un Curriculum Vitae possa attirare l’attenzione aumentando così la probabilità di essere assunti.
A tal proposito, Jenny Foss - una delle career coach più famose degli Stati Uniti - nel suo libro “What to do (And Not Do) in 75+ difficult workplace situations” spiega come comportarsi in alcune situazioni delicate che potrebbero capitare al lavoro, soffermandosi anche su cosa invece bisogna fare per avere maggiori chance di ottenere un impiego.
In particolare, sono 3 gli errori poco conosciuti ma che possono risultare determinanti, in negativo, ai fini del destino del proprio Curriculum Vitae. Vediamo quali sono così da capire a cosa fare attenzione e non rischiare che il tempo dedicato alla scrittura di quello che a tutti gli effetti è il vostro “biglietto da visita” possa risultare perso.
Elencare le mansioni anziché gli obiettivi raggiunti
Quando si scrive un Curriculum Vitae una delle prime cose che si è soliti fare è l’elenco dei precedenti incarichi di lavoro, specificando tutte le posizioni ricoperte in azienda e le mansioni svolte.
Tuttavia, Jenny Foss ritiene che si tratti di un errore in quanto sarebbe più opportuno mettere in risalto l’impatto avuto sulla produttività aziendale. Piuttosto che scrivere cosa hai fatto dovresti dare spazio ai risultati raggiunti dal tuo lavoro, anche facendoti aiutare dai numeri laddove ce ne fosse la possibilità.
Ma se non è possibile quantificare i risultati raggiunti non bisogna comunque trascurare questo aspetto. Come scrive Foss nel suo libro, infatti, i risultati qualitativi hanno comunque una rilevanza e attraggono l’attenzione dei recruiter.
Ad esempio, anziché scrivere di aver gestito un team di lavoro sarebbe opportuno spiegare - in poche righe, ricordate che il Curriculum Vitae non deve essere lungo, preferibilmente dovrebbe stare tutto in una sola pagina - qual è stato il risultato raggiunto. Ad esempio, rispondendo alla domanda su come il vostro lavoro ha trasformato il modo di lavorare del team.
Ma attenzione a non inserire informazioni che potrebbero risultare irrilevanti ai fini della candidatura rischiando così di appesantire il CV “nascondendo” dati che invece potrebbero risultare determinanti. A tal proposito, Foss consiglia sempre di chiedersi perché si sta inserendo quell’informazione, assicurandosi che questa serva a dimostrare l’importanza del proprio ruolo e soprattutto perché dovrebbe risultare interessante ai fini del ruolo per il quale ci sta candidando.
Attenzione alle parole utilizzate
Ovviamente la cura del linguaggio è essenziale nel Curriculum Vitae: errori grammaticali o anche semplici refusi possono portare a una rapida archiviazione.
Ma allo stesso modo, i recruiter sono particolarmente propensi a cestinare i CV dove vengono usati dei termini troppo tecnici oppure particolarmente alla moda inseriti solamente per apparire professionali.
Ad esempio, termini come “attenzione ai dettagli” oppure “ottime capacità di problem solving”, specialmente quando fuori contesto, dimostrano una scarsa consapevolezza di quello che si sta scrivendo, caratteristica che ovviamente non piace ai recruiter.
Il che non significa che bisogna evitare di scriverle ma solo che andrebbero argomentate: ad esempio, spiegando in quale situazione la vostra capacità di risolvere i problemi si è rivelata utile per l’azienda.
No all’elenco delle esperienze di lavoro
Ci sono Curriculum Vitae lunghi diverse pagine di cui una buona parte è dedicata all’elenco delle esperienze lavorative avute. Si tratta di un errore piuttosto comune, in quanto si ritiene che un lungo elenco di posizioni ricoperte possa risultare attrattivo ai recruiter.
In realtà si rischia di creare l’effetto contrario, in quanto sarebbe opportuno selezionare le sole esperienze che possono effettivamente arricchire il Curriculum Vitae. Inserire un incarico avuto solo per pochi mesi potrebbe non avere senso, così come sarebbe preferibile inserire le esperienze più recenti.
Come spiegato da Foss, infatti, non bisogna pensare al Curriculum Vitae come un’autobiografia quanto più a uno strumento di marketing con cui fornire le informazioni necessarie per attirare l’attenzione del recruiter ed essere richiamati per il colloquio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA