Tra rallentamento economico e crescita della concorrenza locale, le aziende occidentali in Cina stanno attraversando tempi bui.
Che cosa sta succedendo all’economia della Cina? Ci sono due considerazioni divergenti da prendere in esame. Da un lato il Consiglio per la promozione del commercio internazionale del Paese sostiene che il 90% delle aziende straniere valuta la propria esperienza oltre la Muraglia in termini positivi e ritiene che i mercati locali siano attraenti, con tanto di prospettive sono rosee.
Il governo cinese, archiviata la pandemia di Covid, insiste sul fatto di essere aperto agli affari ed è convinto che le riforme abbiano reso la vita più facile per gli attori che fanno business all’ombra della Città Proibita. Sul fronte opposto, fa notare l’Economist, troviamo però i dirigenti di queste stesse aziende che lamentano crescenti difficoltà a giustificare gli investimenti in Cina e parlano di tagliare il personale.
L’esempio più recente coincide con Mary Barra, capo della General Motors, secondo cui la casa automobilistica statunitense avrebbe svalutato il valore delle sue joint venture cinesi di oltre 5 miliardi di dollari e chiuso varie fabbriche. Ebbene, se negli ultimi decenni i ceo occidentali hanno sempre guardato alla Cina non solo come a un posto dove produrre beni a basso costo, ma come a un mercato vasto e in crescita, oggi le prospettive sembrerebbero esser cambiate. [...]
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