Il professor Aldo Giannuli legge le sfide globali della geopolitica contemporanea. E analizza cosa può succedere nel decisivo 2024.
“La globalizzazione sta vivendo una serie di infarti negli ultimi anni che ne stanno compromettendo la salute”: è medica la metafora usata dal professor Aldo Giannuli per descrivere lo stato di crisi dell’ordine globale perturbato da conflitti, rivalità tra potenze, dinamiche competitive. Parlando con Money.it lo storico e politologo, a lungo docente all’Università degli Studi di Milano, traccia le linee delle competizioni tra potenze che mettono a repentaglio la stabilità del sistema internazionale.
Professore, arriva il 2024, anno delle decisive elezioni in Unione Europea, Stati Uniti, India. Un nuovo anno chiave dopo il biennio pandemico e quello delle guerre. Qual è lo stato di salute dell’ordine globale?
Il mondo globalizzato vive una serie di problematiche. In primo luogo, la pandemia e le guerre hanno risvegliato le dinamiche competitive e aumentato la transizione verso una fase di conflittualità politica crescente. In secondo luogo si nota un trasferimento delle crisi geopolitiche al campo economico, tecnologico etc. Come se ogni settore fosse investito dalle conflittualità rimaste a lungo latenti. In terzo luogo, vediamo che la crisi tra potenze come Usa, Cina e Russia lascia spazio per l’apertura di scenari conflittuali alle periferie dell’ordine globale. Dal Nagorno-Karabakh ai golpe in Africa, dalla crisi del Venezuela a quella degli Houthi, abbiamo visto che ai margini delle grandi dinamiche globali gli scenari locali si possono incendiare. [...]
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