Dalle minute Bce alle parole di Lagarde: l’inflazione preoccupa

Violetta Silvestri

19/01/2023

Nel giorno di pubblicazione dei verbali della riunione Bce di dicembre ha parlato anche Lagarde. Il messaggio è stato chiaro da entrambe le fonti: l’inflazione è ancora troppo alta. I tassi saliranno.

Dalle minute Bce alle parole di Lagarde: l’inflazione preoccupa

L’inflazione rimane troppo elevata e la promessa dei responsabili politici è che verranno fatti tutti gli sforzi possibili per riportare la crescita dei prezzi all’obiettivo: questo il senso dei verbali Bce e dell’intervento di Lagarde a Davos.

Mentre la crescita dei prezzi della zona euro finalmente mostra un freno e i costi del gas naturale crollano, diversi membri dell’Eurotower stanno valutando se un aumento dei tassi più contenuto possa essere appropriato, dopo il previsto rialzo di mezzo punto di febbraio.

Tuttavia, con l’inflazione di fondo che ha raggiunto un nuovo record a dicembre e l’economia che ha resistito meglio del previsto dopo l’attacco della Russia all’Ucraina, molti funzionari restano desiderosi di andare avanti con la politica monetaria aggressiva, per garantire che il picco dei prezzi più ripido dell’era dell’euro venga finalmente raffreddato.

Gli indizi di un banca centrale europea ancora aggressiva sono arrivati dalle minute della riunione Bce di dicembre e dalle parole di Lagarde.

Le minute Bce insistono: l’inflazione e tassi saliranno

Nella riunione di dicembre, la Bce ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base, annunciando tramite la conferenza stampa di Lagarde che molto probabilmente il cammino segnato è quello di altri aumenti da mezzo punto percentuale nei prossimi mesi.

La speranza di una banca centrale meno falco e più colomba già dalla primavera sembra svanire dinanzi ad alcuni passaggi chiave dei verbali Bce appena pubblicati:

“L’inflazione energetica dovrebbe scendere ulteriormente a dicembre a seguito delle misure fiscali adottate in alcuni paesi dell’area dell’euro. Tuttavia, a gennaio e febbraio 2023 si prevede un nuovo aumento, poiché molte società di servizi pubblici hanno adeguato i propri prezzi a gennaio o febbraio.”

Inoltre, l’inflazione alimentare e quella core, osservata da vicino dalla Bce, sono viste in crescita ancora all’inizio di quest’anno, visto che “i forti aumenti osservati nei prezzi delle materie prime alimentari internazionali non si sono ancora completamente trasferiti sui prezzi al dettaglio.”

Pertanto, la politica restrittiva sul costo del denaro è stata confermata con questo assunto: “Alzare i tassi ufficiali a livelli sufficientemente restrittivi e mantenerli a tali livelli ridurrebbe, nel tempo, l’inflazione frenando la domanda e proteggerebbe anche dal rischio di un persistente spostamento verso l’alto delle aspettative di inflazione.”

L’aumento di 50 punti base, si legge nei verbali Bce, dovrebbe essere considerato un ritmo sostenibile al quale la politica monetaria potrebbe essere inasprita in modo rapido. Tradotto: nei prossimi incontri, febbraio e forse anche marzo, la tendenza del board è di seguire questa strada.

Lagarde non ha dubbi: l’inflazione è ancora un problema

Quasi in concomitanza con la pubblicazione dei verbali Bce, Christine Lagarde non ha lasciato spazio a interpretazioni accomodanti sulla politica monetaria del prossimo futuro:

“L’inflazione a detta di tutti, da qualunque parte la si guardi, è troppo alta”, ha ribadito durante un panel giovedì a Davos. “Manterremo la rotta fino a quando non ci saremo spostati in un territorio restrittivo abbastanza a lungo da poter riportare l’inflazione al due per cento in modo tempestivo.”

Il ritmo di 50 punti base pare ormai quello più atteso.

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