Trump non ha paura di estendere la guerra commerciale anche all’Europa. Quali sono i prossimi Paesi nel mirino?
In arrivo una nuova guerra commerciale anche fra Stati Uniti e Unione Europea? Le tensioni fra USA e Cina sono state in queste ore soggette a una nuova escalation. Tutto è (ri)cominciato dall’annuncio di dazi del10% su $300 miliardi di prodotti cinesi, cui Pechino si è detta pronta a rispondere per le rime. Ma il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, non sembra essersi intimidito, e anzi è pronto a estendere il range della guerra commerciale all’Europa. Nelle prossime ore, è atteso un annuncio della Casa Bianca.
Francia nel mirino dei dazi
L’amministrazione Trump sta in questo momento indagando sulla digital tax del 3% che Emmanuel Macron vuole imporre sulle grandi aziende tech nordamericane come Amazon, Google e Facebook. Sulla Francia Trump ha quindi minacciato di imporre nuovi dazi, e il Paese potrebbe anche non essere l’unico. Anche perché non è l’unico europeo ad avere tentato di contrastare lo strapotere delle compagnie, e le leggi nazionali possono essere preludio ad una più generale (e pericolosa per Trump) tassazione europea. Un’eventualità che il presidente statunitense vuole bloccare sul nascere.
La legge francese, approvata dal Senato a luglio, impone una tassa del 3% sulle compagnie che ricavano da “attività digitali” nel mondo almeno 750 milioni di euro, 25 milioni dei quali solo in Francia. La tassa sarà retroattiva fino al gennaio 2019. Uno sforzo congiunto dell’Unione, invece, è fallito l’anno scorso per via dell’opposizione di Paesi come Irlanda e Olanda, entrambi dai regimi fiscali molto permissivi (l’Irlanda è sede di Facebook). Ecco quali Paesi potrebbero andare presto incontro all’ira di Trump.
Digital tax in UK
Il Regno Unito ha presentato un primo disegno della propria digital tax già a partire dall’ottobre scorso. La proposta britannica intende colpire compagnie multinazionali di tre categorie: social media (Facebook), motori di ricerca (Google) e marketplace online (Amazon).
È un po’ più leggera di quella francese: la tassa del 2% colpirebbe che le società guadagnano almeno 500 milioni di sterline, 25 milioni dei quali in UK. Il governo dovrebbe applicare la tassa a partire dai ricavi del primo aprile 2020.
Tassa digitale italiana nel mirino dei dazi di Trump?
Il governo Conte ha già introdotto una digital tax del 3% sulla legge di Bilancio 2019, da applicare alla pubblicità online, alle interfacce digitali per la compravendita di beni e servizi, e alla trasmissione di dati personali degli utenti su piattaforme digitali.
Ancora una volta, dunque, sono presi di mira i colossi Google, Amazon e Facebook. La misura dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio 2021.
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