Ogni argomento è buono per fare campagna elettorale, anche Dazn che non funziona nella prima giornata di Serie A. Ecco cosa hanno detto i partiti e i politici.
Il 13 agosto 2022, nella prima giornata del campionato di Serie A 2022-2023, Dazn ha presentato un disservizio per migliaia di utenti che, prontamente, hanno criticato la piattaforma di streaming di eventi sportivi sui social. Twitter è diventato il punto di ritrovo di tutti coloro che hanno subito il malfunzionamento e tra questi sono spuntati i nomi di diversi politici, come Matteo Salvini o personaggi pubblici come Enrico Mentana.
Ben presto l’hashtag #Dazndown è finito in tendenza, in particolare prendendo di mira la campagna #stopiracy della Serie A e lo slogan “La pirateria uccide il calcio”. I toni critici, spesso violenti dei centinaia di delusi dal servizio, sono stati conditi da una nuova parentesi elettorale. Infatti anche i partiti politici sono saltati sull’hashtag in tendenza e hanno commentato il disservizio di Dazn chiedendo l’intervento di Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
L’agenzia non ha ancora risposto alle citazioni di politici come Simone Baldelli (Forza Italia) o Benedetto Della Vedova (+Europa), ma se anche gli altri utenti denunceranno l’attività e il malfunzionamento di Dazn si renderà necessario almeno un controllo. Intanto la campagna elettorale su Twitter a colpi di #Dazndown non sembra darei suoi frutti, con chi accusa i partiti di interessarsi di calcio molto più che del benessere degli italiani.
Dazn non funziona e i partiti fanno campagna elettorale
“Folle. L’Italia collassa ed il problema è la partita. Ma non vi vergognate?” è solo uno dei commenti sotto ai tweet dei partiti politici che hanno cercato di cavalcare l’onda del disservizio di Dazn del 13 agosto. Ma in vista del 25 settembre ogni scusa è buona per fare campagna elettorale dopotutto. Così, da destra a sinistra, i partiti italiani o le singole figure politiche hanno commentato il malfunzionamento di Dazn con l’hashtag in tendenza #Dazndown.
Tra questi il Partito Democratico (@pdnetwork), che in merito ha scritto:
Decine di migliaia di cittadini hanno pagato un servizio anticipatamente e ora subiscono un disservizio vergognoso, in quasi tutte le parti di Italia, per i problemi di ricezione di @DAZN_IT. Intervengano
@AGCOMunica e @SerieA. #Dazndown
Anche Carlo Calenda (@CarloCalenda) ha twettato la sua opinione, puntando però sull’aspetto degli investimenti in Italia di Sky:
Alla fine è stata semplicemente una fesseria togliere i diritti a Sky. Peraltro colpendo una grande azienda che aveva investito in Italia e fa anche cinema, serie e cultura.
leggi anche
Rimborso DAZN: come fare richiesta e ottenerlo
Il malfunzionamento di Dazn è un occasione per prendere o perdere consenso
Il rischio di simili esternazioni in luoghi come Twitter è sempre quello di vedersi arrivare un numero elevato di commenti negativi, complice la tendenza dell’hashtag usato e del tema caro a tutti gli amanti del calcio e abbonati al servizio di Dazn. Si leggono commenti come “Da abbonato a #Dazn #credo che il servizio che stanno offrendo faccia schifo” di Matteo Salvini (Lega) che inserisce il nuovo hashtag della sua campagna elettorale (#credo) all’interno di una critica piuttosto superficiale; a chi come Simone Baldelli invoca l’intervento di Agcom a tutela dei diritti degli utenti:
partite di calcio da parte di @DAZN_IT è necessario l’intervento di @AGCOMunica a tutela dei diritti degli utenti, verificando l’accaduto e se vi siano le condizioni per irrogare eventuali sanzioni.
#DAZN #Daznout #Daznout
I modi di comunicare possono fare il successo o lo svantaggio in un tentativo di cogliere l’umore popolare, come nel caso degli utenti in rivolta per via del malfunzionamento di Dazn. Sotto ai commenti dei politici e dei partiti, lì dove manca l’intento concreto di attivarsi per i diritti degli utenti attraverso un controllo di Agcom, i commenti si riversano contro le figure politiche.
Per citare un utente tra le migliaia di risposte: “il fatto che i politici utilizzino il calcio per fare campagna elettorale rileva lo stato della cultura di questo Paese”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA