Il Decreto Sicurezza bis supera la prova dei numeri a Palazzo Madama e diventa legge. Forza Italia e Fratelli d’Italia scelgono l’astensione, il Pd critica duramente mentre Salvini ringrazia “la Beata Vergine Maria”
Con 160 sì, 57 no e 21 astenuti il Senato ha appena posto la sua fiducia sul Decreto Sicurezza bis, che diventa quindi legge.
Il risultato del voto, accolto da un contrasto di versi di giubilo e cori di disapprovazione, va così a dare via libera a una delle mosse più criticate del governo gialloverde, frutto in particolare degli sforzi di Lega e del vero pioniere del dl, Matteo Salvini.
La discussione della misura legislativa a Palazzo Madama era stata annunciata, non senza grosse polemiche, dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro.
A rumoreggiare in aula già in quel contesto - al grido di “Vergogna! Vergogna!” - erano stati soprattutto gli esponenti del Pd, a cui aveva subito replicato il fronte gialloverde, creando una notevole bagarre in aula.
Diversa invece la linea adottata da Fratelli d’Italia e Forza Italia, che si sono allontanati dall’aula in prossimità del voto, scegliendo la via dell’astensionismo.
I numeri precedenti al voto, sulle questioni pregiudiziali al decreto, avevano fatto registrare 53 parlamentari contrari alla misura, contro i 217 a favore.
A caldo è arrivato il commento di Salvini, pronto tramite Facebook a ringraziare “gli italiani e la Beata Vergine Maria”:
“Più poteri alle forze dell’ordine, più controlli ai confini, più uomini per arrestare mafiosi e camorristi, è legge. Ringrazio voi, gli Italiani e la Beata Vergine Maria”.
Decreto Sicurezza bis: il Senato vota la fiducia
Le più note e criticate disposizioni contenute nel dl appena approvato, grazie ai 160 sì pronunciati in Senato, sono quelle riguardanti il contrasto dell’immigrazione clandestina.
In particolare, con la nuova misura il Ministro dell’Interno assume la competenza di limitare o vietare il transito e la sosta delle navi sospette nel mare territoriale, per generici “motivi di sicurezza e ordine pubblico”.
Stabilisce poi multe che partono da un minimo di 150mila euro - e possono arrivare fino a 1 milione di euro - per il capitano di una nave che si mostra responsabile di aver infranto il divieto di ingresso in acque territoriali.
Sul fronte dei pionieri del decreto restano le parole del vicepremier Matteo Salvini, che nella mattinata di oggi ha parlato di una misura che “fa bene all’Italia”, dicendosi certo dell’esito positivo pronto a uscire dal Senato:
“Ci sono due voti su cui non si scappa: quello sul decreto sicurezza e quello sulla Tav. Lì ci sono i sì o ci sono i no, non esistono i forse. Vi do la mia parola che niente e nessuno mi spaventa e ci spaventa. Andiamo avanti come treni”.
Voci e azioni di protesta più forti sono state quelle del Partito Democratico, con gli esponenti che hanno indossato magliette raffiguranti un uomo gettato in un cassonetto sulla scia della scritta “Non sprechiamo l’umanità”, e dell’ex presidente del Senato Pietro Grasso, che ha parlato di “tweet di Salvini trasformato in legge” e ha fatto paragoni col ventennio fascista:
“Un passo alla volta state trasformando il tempio della democrazia in quell’aula sorda e grigia, in quel bivacco di manipoli evocato in un periodo di cui alcuni, anche qui dentro, provano nostalgia”.
Duro anche il commento arrivato da Liberi e Uguali, che ha etichettato il Decreto sicurezza Bis come “un’infamia”, che dovrebbe essere fermata in nome della legge e del rispetto dei diritti umani.
Pochi minuti fa anche le parole del segretario del Pd Nicola Zingaretti a commento del dl, con un nuovo duro attacco a Matteo Salvini e al Movimento 5 Stelle, etichettato come un partito composto da “schiavi”:
“Il decreto Salvini è passato, l’Italia è più insicura. Grazie agli schiavi 5 stelle la situazione nelle città e nei quartieri rimarrà la stessa, anzi peggiorerà. Il crimine ringrazia, le persone sono sempre sole e le paure aumentano. E Salvini ci campa”.
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