Deficit-PIL giù, pressione fisco su, redditi famiglie: i numeri verità dell’Istat del III trimestre 2024

Laura Naka Antonelli

03/01/2025

Deficit-PIL in calo nel terzo trimestre del 2024, mentre sale la pressione fiscale. Gli altri dati sui redditi e il potere di acquisto delle famiglie.

Deficit-PIL giù, pressione fisco su, redditi famiglie: i numeri verità dell’Istat del III trimestre 2024

Deficit-PIL giù, pressione fiscale in aumento, reddito delle famiglie in rialzo: è il quadro che è stato presentato oggi dall’Istat con la pubblicazione del rapporto “Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società”, relativo al terzo trimestre del 2024.

Dal quadro presentato dall’Istituto Nazionale di Statistica è emerso che, nel periodo compreso tra i mesi di luglio e settembre, il deficit-PIL dell’Italia, ovvero l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al prodotto interno lordo dell’Italia è sceso al 2,3%, rispetto al 6,3% nello stesso trimestre del 2023.

Il saldo primario delle amministrazioni pubbliche (ovvero l’indebitamento al netto degli interessi passivi), è stato positivo, con un’incidenza sul PIL pari all’1,7% (rispetto al -2,8% del terzo trimestre del 2023).

Il saldo corrente delle amministrazioni pubbliche è stato anch’esso positivo, con un’incidenza sul PIL pari all’1,9%, rispetto all’1,6% dello stesso periodo dello scorso anno.

Deficit-PIL giù, il commento dell’Istat

Così ha commentato l’Istat:

“Nel terzo trimestre del 2024 l’incidenza del deficit delle amministrazioni pubbliche sul PIL migliora sensibilmente rispetto al corrispondente trimestre del 2023, portandosi a un livello del -2,3%”.

Complessivamente, si legge nel rapporto, nei primi tre trimestri del 2024, dunque nei primi nove mesi dello scorso anno, le Amministrazioni Pubbliche hanno registrato un indebitamento netto pari al -4,6% del PIL, in miglioramento rispetto al -7,4% del corrispondente periodo del 2023.

Sempre nei primi nove mesi del 2024, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario è risultato negativo e pari al -0,6% (-3,8% nello stesso periodo del 2023), mentre il saldo corrente è risultato positivo e pari allo 0,1% (-0,5% nel corrispondente periodo del 2023).

Pressione fiscale in aumento nel terzo trimestre e nei primi nove mesi del 2024

Occhio agli altri numeri che sono stati resi noti dall’Istat, in particolare a quello relativo alla pressione fiscale che, nello stesso arco temporale, è ammontata al 40,5%, salendo di 0,8 punti percentuali rispetto terzo trimestre del 2023.

Nei primi nove mesi del 2024, la pressione fiscale è stata pari al 39,6% del PIL, salendo di 0,9 punti percentuali rispetto al 38,7% del 2023.

In rialzo, fattore positivo, anche il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, salito dello 0,6% su base trimestrale, a fronte di un aumento dei consumi pari a +1,6%.

Le famiglie italiane hanno risparmiato inoltre di meno su base trimestrale, con la propensione al risparmio che si è attestata al 9,2% nel terzo trimestre del 2024, in calo di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Detto questo, ha indicato l’Istat, “la propensione al risparmio diminuisce congiunturalmente, ma in termini tendenziali prosegue il suo sentiero di crescita ”. Ovvero, su base annua, la propensione al risparmio è aumentata.

A fronte di un aumento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie è inoltre cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,4%, con l’istituzione che ha commentato che
il potere d’acquisto delle famiglie, pur segnando uno sviluppo più contenuto rispetto ai periodi precedenti, risulta in crescita per il settimo trimestre consecutivo ”.

L’Istat ha infine reso noto che le società non finanziarie hanno assistito a una diminuzione congiunturale sia della quota di profitto sia del tasso di investimento, confermando la tendenza alla loro riduzione osservata a partire già dai primi mesi del 2023.

Nello specifico, “ la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,4%, è diminuita di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente”, mentre il tasso di investimento pari al 21,7%, ha segnato un ribasso di 0,4 punti percentuali su base trimestrale.

Argomenti

# ISTAT
# Fisco

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.