Detrazione casa di cura 2024, occhio alla fattura per non perdere il beneficio

Nadia Pascale

3 Febbraio 2024 - 11:58

Si ha diritto alla detrazione per le spese del ricovero in casa di cura? La risposta è «Sì» ma solo a determinate condizioni. Occhio anche alla fattura per la corretta detrazione casa di cura 2024.

Detrazione casa di cura 2024, occhio alla fattura per non perdere il beneficio

Le spese sostenute per la casa di cura, hanno il trattamento fiscale delle spese sanitarie? Si possono portare in detrazione le spese di ricovero in casa di cura e in che misura? Ecco cosa dice l’Agenzia delle Entrate.

In alcuni casi è possibile usufruire della detrazione casa di cura, ciò avviene se si versa la retta per l’assistenza personale in favore di una persona non autosufficiente.
Occorre però distinguere, infatti nel caso in cui la persona non sia semplicemente non autosufficiente, ma addirittura disabile, spetta la deduzione delle spese.

In questi casi però è bene prestare attenzione, in particolare occorre controllare la fattura e verificare che le voci di spesa siano indicate nel modo giusto.
Vediamo come fare per evitare di perdere le detrazioni per le spese di assistenza personale a persone non autosufficienti.

Detrazione casa di cura, come funziona?

La normativa, articolo 15 Tuir, prevede la possibilità di portare in detrazione il 19% del costo sostenuto per le spese per l’assistenza personale a persone non autosufficienti. La detrazione è ammessa su una spesa massima di 2.100 euro ed è pari al 19%. Deve essere ricordato che la detrazione spetta solo nel caso di reddito non superiore a 40.000 euro.

In ogni caso il limite dei 2.100 euro si riferisce al singolo contribuente a prescindere dal numero delle persone cui si riferisce l’assistenza. Ad esempio, se un figlio provvede al pagamento della retta per due genitori non autosufficienti, comunque il limite di spesa non viene raddoppiato.

Inoltre, se più familiari hanno contribuito alle spese per l’assistenza dello stesso familiare, il limite massimo di 2.100, euro deve essere ripartito tra i contribuenti che hanno sostenuto la spesa.

Precisa la normativa che questa detrazione può essere fruita solo nel caso in cui la non autosufficienza risulti da certificazione medica. Sono considerate non autosufficienti le persone che non sono in grado da sole di alimentarsi, deambulare, espletare le funzioni fisiologiche, ad esempio lavarsi autonomamente o recarsi in bagno in modo indipendente.

In questi casi la detrazione può essere fruita sia nel caso in cui si assuma un assistente per la persona non autosufficiente e questo si rechi presso l’abitazione o il domicilio dello stesso, sia nel caso in cui si opti per un ricovero presso una struttura che fornisce questo tipo di servizio.

Proprio in merito a questa seconda opzione, un contribuente ha espresso delle perplessità sulla detrazione.

A titolo informativo, ricordiamo ai contribuenti che nel caso in cui si decida di assumere una persona per l’assistenza personale, si può usufruire della deduzione per i contributi previdenziali e assistenziali.

In particolare il contribuente ha chiesto all’Agenzia delle Entrate:

Chiedo se posso usufruire della detrazione prevista per le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale, se la fattura emessa dalla casa di riposo riporta un unico importo mensile complessivo, senza distinguere tra spese per prestazioni di assistenza personale e spese per vitto ed alloggio.

Attenti alla fattura per non perdere la detrazione casa di cura

L’Agenzia delle Entrate ha risposto tramite la rubrica presente sul sito FiscoOggi e ha sottolineato che è bene prestare molta attenzione, infatti per poter usufruire delle detrazioni per le spese sostenute per l’assistenza a persone non autosufficienti, è necessario che in fattura siano distinte le voci.

Si deve chiedere alla struttura, casa di riposo, che ospita la persona non autosufficiente di distinguere in fattura la parte dell’importo dovuto per l’assistenza e quella dovuta per vitto e alloggio e altre spese. Si potrà usufruire della detrazione solo per la quota relativa all’assistenza personale nei limiti visti.
Anche in questo caso vale la regola che la detrazione spetta a chi effettua il pagamento della retta.
L’Agenzia delle Entrate ricorda che questo è un criterio costantemente ribadito con le circolari 10 del 2005 e 24 del 2022.

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