Detrazioni, bonus e garanzie a rischio nel 2025. Novità in Legge di Bilancio

Patrizia Del Pidio

9 Settembre 2024 - 12:03

Il bilancio più rigido, a cause delle regole Ue, potrebbe portare l’esecutivo a rivedere non solo bonus e garanzie, ma anche le detrazioni. Vediamo cosa potrebbe cambiare con la manovra.

Detrazioni, bonus e garanzie a rischio nel 2025. Novità in Legge di Bilancio

Bonus, detrazioni e garanzie dello Stato potrebbero essere messi a rischio nella prossima Legge di Bilancio. La manovra punta, infatti, anche a un risanamento dei conti prevedendo, di fatto un bilancio più rigido a causa della difficoltà nel trovare le coperture.

Da debutta il Piano strutturale di bilancio da presentare all’Ue entro il 20 settembre, ma è più probabile che ritardi di qualche giorno, anche perché la scadenza non è perentoria (alcuni Paesi lo presentano addirittura a metà ottobre).

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze potrebbe prendersi qualche giorno in più per tenere conto anche dei dati sui conti che l’Istat diffonderà non prima del 23 settembre e, in questo modo, si potrebbe tener conto di un Pil 2023 rivisto al rialzo (con relativa diminuzione del debito pubblico).

In questo primo anno in cui si applica il Piano strutturale di bilancio l’Ue è disposta anche a concedere maggiore flessibilità senza contare che in Italia il gettito fiscale extra potrebbe fare la differenza.

Ridurre i benefici fiscali e i bonus

Il Governo, ormai da diversi anni, sta valutando di ridurre e arginare gli sgravi fiscali per risparmiare sulla spesa pubblica, ma a quanto pare a essere più a rischio sono i benefici destinati ai redditi più alti.

Per far quadrare i conti e poter affrontare le spese che la manovra di fine anno richiede, le ipotesi che sono state avanzate prevedono un taglio agli sgravi fiscali per chi ha redditi elevati. A rischio potrebbero essere anche le detrazioni e le deduzioni più importanti.

Da considerare che questa strada è già stata intrapresa in diverse occasioni: dal 2020 le detrazioni fiscali hanno subito una riduzione progressiva all’aumentare del reddito applicata, però, solo a partire dai redditi di 120.000 euro. Le detrazioni, tutte, anche quelle relative a spese mediche, si annullano del tutto per chi ha redditi pari o superiori a 240.000 euro.

Un nuovo argine, poi, è stato inserito nel 2023 quando l’Irpef è passata da quattro a tre scaglioni: il beneficio del taglio dell’Irpef, che ammonta attualmente a 260 euro l’anno, è stato azzerato per i redditi superiori a 50.000 euro con l’introduzione di una franchigia di 260 euro, appunto, sulle detrazioni.

Le due operazioni in questione, però, non hanno dato il risultato sperato e hanno prodotto un risparmio che non è servito, certo, a fare cassa.

Il Governo, tra l’altro, già in diverse occasioni ha fatto presente che i bonus a pioggia vanno limitati. Allo studio c’è una revisione profonda non solo degli incentivi sugli interventi edili, ma più in generale dei bonus concessi.

Tagli detrazioni ai chi ha redditi elevati

L’ipotesi che sembra essere, al momento, più accreditata e che il Mef sta valutando è quella di prevedere un intervento che comporti un risparmio che arrivi a circa due miliardi di euro. Si tratta di un taglio abbastanza importante che permetterebbe di fare cassa e reperire le risorse da destinare alla Legge di Bilancio 2025.

Si è ipotizzato, quindi, un taglio delle detrazioni per chi ha redditi più alti. La cosa, apparentemente, non sembra neanche troppo sbagliata, visto che, con la riduzione delle aliquote Irpef, l’imposta sta perdendo parte della sua progressività: il taglio delle detrazioni a chi ha redditi alti, quindi, servirebbe anche a garantire la progressività proporzionale dell’imposizione fiscale.

Le detrazioni, infatti, sono somme che sottraendosi all’imposta determinano un’imposta dovuta minore rispetto all’imposta lorda. Anche dopo il taglio importante del 2020, molte detrazioni coinvolgono ancora chi ha redditi oltre i 120.000 euro (si pensi alle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni).

Sicuramente le detrazioni vanno a incidere maggiormente sui redditi bassi rispetto a quelli alti, e proprio in tal senso eliminare le detrazioni per chi ha un reddito abbastanza cospicuo potrebbe essere una decisione quasi indolore (da considera che per i redditi oltre i 120.000 euro le detrazioni incidono dell’1,5% sul reddito prodotto per i redditi bassissimi, invece, le detrazioni restano un importante beneficio che incide fino al 33% del reddito).

Detrazioni e garanzie a rischio

I tecnici stanno lavorando su tre fronti diversi:

  • contenere detrazioni e deduzioni fiscali;
  • rivedere il sistema delle garanzie pubbliche;
  • rivedere il sistema dei crediti di imposta.

Per quel che riguarda le detrazioni e le deduzioni, potrebbero essere introdotti tetti di reddito diverso al di sopra dei quali i benefici fiscale non sono riconosciuti. Oggi il tetto limite è individuato in 120.000 euro, dal quale le detrazioni diminuiscono, e 240.000 euro, limite dal quale si azzerano. Il nuovo tetto potrebbe essere più basso e riguardare tutte le detrazioni, anche quelle al 19% che oggi ne sono escluse (come ad esempio spese sanitarie e interessi passivi dei mutui).

Per quel che riguarda le garanzie statali, dopo l’esplosione post Covid, si valuta una stretta, rifinanziando sicuramente il fondo di garanzia per la prima casa e prevedendo una stretta per tutte le altre.

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