Nel 2025 i cambiamenti per le detrazioni da lavoro dipendente sono minimi. Vediamo il calcolo, la formula e cosa cambia.
Le detrazioni fiscali per lavoratori dipendenti servono a ridurre l’imposta da versare e aumentano, di fatto, lo stipendio netto in busta paga. Il sistema delle detrazioni segue quello delle aliquote Irpef e proprio per questo motivo negli ultimi anni ci sono state modifiche nel calcolo del beneficio fiscale riconosciuto ai dipendenti.
Anche nel 2025 ci sono stati dei cambiamenti, anche se minimi. La Legge di Bilancio 2025, infatti, ha confermato e reso strutturale l’Irpef a tre scaglioni e le detrazioni da lavoro dipendente calcolate sulla no tax area equiparata a quella da pensione.
La detrazione di imposta è parametrata alle retribuzioni lorde. Si tratta di detrazioni riconosciute dall’articolo 13 del Tuir che, però, sono state modificate dal decreto legislativo 216/2023. Con l’accorpamento della prima e seconda aliquota Irpef, cambia anche il calcolo delle detrazioni per lavoro dipendente. La rimodulazione delle aliquote porta anche a nuove detrazioni fiscali per i lavoratori dipendenti. Dal 1° gennaio 2024,infatti, è cambiato il calcolo delle detrazioni.
Vediamo le novità sulle detrazioni per i lavoratori dipendenti, le modifiche all’IRPEF e come cambia la busta paga.
Calcolo detrazioni lavoro dipendente con le novità 2025
Partiamo da come la riforma fiscale è intervenuta sull’IRPEF, con il passaggio da 4 a 3 aliquote:
SCAGLIONI IRPEF 2024/2025 | REDDITO | ALIQUOTE IRPEF 2024/2025 |
---|---|---|
1° scaglione | fino a 28mila euro | 23% |
2° scaglione | da 28.000 a 50mila euro | 35% |
3° scaglione | oltre i 50mila euro | 43% |
Dal 2024 l’Irpef non prevede solo un passaggio a 3 aliquote e scaglioni, ma cambia la modalità di calcolo delle detrazioni, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi e i pensionati.
Le detrazioni per lavoro dipendente nel 2025 per redditi fino a 15.000 euro restano fissate a 1.955 euro.
La No Tax Area è, invece, fissata a 8.500 euro, uguale per lavoratori dipendenti e pensionati.
Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, lo schema per le detrazioni è il seguente:
REDDITI (EURO) | IMPORTO DELLA DETRAZIONE (EURO) |
---|---|
fino a 15.000 | 1.955 euro per effetto dell’ampliamento della No tax Area |
oltre 15.000 fino a 28.000 | 1.910+1.190* (28.000-reddito)/(28.000-15.000) |
da 28.000 a 50.000 | 1.910* (50.000-reddito)/(50.000-28.000) |
oltre 50.000 | 0 |
Un particolare vantaggio è andato nelle tasche dei contribuenti con reddito da 18.000 a 50.000 euro, l’aumento effettivo in busta paga sarà massimo di 260 euro l’anno(per il solo risparmio Irpef).
Superati i 50.000 euro gli effetti nel 2024 sono stati annullati dalla franchigia di 260 sulle detrazioni, franchigia che, però, nel 2025 non è stata riconfermata permettendo anche a chi ha redditi superiori ai 50.000 euro di poter godere del taglio dell’Irpef.
Ricordiamo che in base all’articolo 13, comma 1 lettera a) del Tuir l’ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 690 euro. Per i rapporti di lavoro a tempo determinato, l’ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 1.380 euro.
Quanto si risparmia sulle tasse
Rispetto alla struttura precedente, la nuova Irpef in vigore dal 2024:
- amplia, da 15.000 euro a 28.000 euro la prima soglia di reddito cui si applica la detrazione di 1.955 euro;
- vi è una riduzione Irpef di 2 punti percentuali per i redditi da 15.000 a 28.000 euro;
- applica una franchigia alle detrazioni per i redditi superiori a 50.000 euro. La franchigia vale 260 euro per il solo 2024, si applica alle detrazioni con aliquota al 19%, escluse le spese sanitarie che d’altronde hanno una franchigia autonoma indipendente dal reddito. Nel 2025 la franchigia viene meno.
Come si determinano le detrazioni da lavoro spettanti?
L’importo delle detrazioni si basa non solo sui redditi da lavoro, ma anche sul periodo coperto da rapporto di lavoro.
In linea generale le detrazioni da lavoro sono calcolate dal sostituto di imposta direttamente in busta paga e hanno come effetto una riduzione dell’Irpef che si tramuta in un aumento effettivo dello stipendio netto.
Per chi non fruisce delle detrazioni in busta paga c’è la possibilità di recuperarle in dichiarazione dei redditi a conguaglio, come sconto sull’imposta dovuta (che per i lavoratori dipendenti si traduce in un rimborso).
Le detrazioni da lavoro sono calcolate sui giorni effettivi di rapporto di lavoro e quindi, spettando anche per riposi settimanali, festività, malattia e ferie. Non si devono considerare, invece, per i giorni durante i quali non spetta la retribuzione (come ad esempio periodi di aspettativa non retribuita).
Bonus Renzi 2025, cosa cambia
Fino al 2023 il Bonus Renzi, o trattamento integrativo di 100 euro, spetta ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 15.000 euro e, solo nel caso in cui la detrazione spettante sia superiore all’imposta dovuta, anche a chi ha redditi compresi tra i 15.000 e i 28.000.
Nel 2025, fermo restando il principio che il bonus Renzi può essere riconosciuto solo quando l’imposta dovuta sia superiore alle detrazioni spettanti, da queste deve essere sottratto l’importo di 75 euro (rapportato al periodo lavorato nell’anno). Attraverso questo escamotage è possibile salvaguardare il Bonus Renzi per coloro che percepiscono un reddito compreso tra 8.174 euro e 8.500 euro che pur rientrando nella No Tax Area avranno comunque diritto all’integrazione.
Le detrazioni da considerare per il calcolo sono:
- le detrazioni per carichi di famiglia (art. 12 comma 1 TUIR);
- le detrazioni per lavoro dipendente (art. 13 comma 1 TUIR);
- prestiti e mutui agrari (art. 15 comma 1 - lettera a TUIR);
- mutui acquisto prima casa (art. 15 comma 1 - lettera b TUIR);
- spese sanitarie (art. 15 comma 1 - lettera c TUIR);
- mutuo costruzione prima casa (art. 15 comma 1-ter TUIR);
- detrazioni per ristrutturazioni edilizie ed efficientamento energetico (art. 16-bis TUIR);
© RIPRODUZIONE RISERVATA