Dichiarazione Iva 2023 non inviata, come regolarizzare la posizione?

Nadia Pascale

5 Maggio 2023 - 08:10

Il termine previsto per la presentazione della dichiarazione Iva era il 2 maggio 2023, ma cosa succede nel caso di dichiarazione Iva 2023 non presentata?

Dichiarazione Iva 2023 non inviata, come regolarizzare la posizione?

Entro il giorno 2 maggio 2023 i titolari di partita Iva dovevano adempiere all’onere di inviare la dichiarazione Iva, ma cosa succede se tale termine non è stato rispettato? È possibile regolarizzare la propria posizione in caso di dichiarazione Iva 2023 non inviata?

La risposta è positiva, ma vediamo quali sono i termini finali per poter procedere alla regolarizzazione della posizione e quali sanzioni si applicano in base all’entità del ritardo nel presentare la dichiarazione Iva.

I termini per la presentazione della dichiarazione Iva

La dichiarazione Iva deve essere generalmente presentata entro il 30 aprile di ogni anno per il periodo di imposta dell’anno precedente, siccome per il 2023 il 30 aprile ricadeva di domenica, mentre il primo maggio è notoriamente festivo, il termine per la presentazione della dichiarazione Iva è slittato al 2 maggio 2023. Nonostante questo, vi sono contribuenti che non sono riusciti a rispettare tale termine.

Ecco quali sono le norme da rispettare ed entro quale tempo si può regolarizzare la propria posizione con la dichiarazione Iva 2023.

Chi deve presentare la dichiarazione Iva?

La prima cosa da capire per regolarizzare la propria posizione nel caso un cui non sia stata presentata la dichiarazione Iva 2023 è quali soggetti sono obbligati a presentarla, infatti non tutti i titolari di partita Iva devono adempiere, la legge prevede degli esoneri.

Non sono tenuti:

  • i contribuenti che per il 2022 hanno registrato solo operazioni esenti da Iva;
  • contribuenti in regime fiscale di vantaggio nel 2022, ad esempio regime forfetario, imprenditoria giovanile, lavoratori in mobilità;
  • produttori agricoli esonerati dagli adempimenti Iva;
  • esercenti attività di organizzazione di giochi, intrattenimenti e altre attività simili, esonerati dagli adempimenti IVA, che non hanno optato per l’applicazione dell’Iva nei modi ordinari.

In tutti gli altri casi è possibile presentare una dichiarazione tardiva Iva successiva al 2 maggio 2023.

La dichiarazione tardiva può essere presentata entro 90 giorni dalla scadenza iniziale, quindi entro il 31 luglio 2023. Per tale ritardo è però prevista, in base all’articolo 2 comma 7 del Dpr 322 del 1998, una sanzione di 25 euro, corrispondente a 1/10 della sanzione minima di 250 euro, riduzione prevista in caso di ravvedimento operoso.

Cosa succede se la dichiarazione Iva non viene presentata entro 90 giorni?

Se la dichiarazione Iva tardiva non viene presentata entro 90 giorni, cioè entro la data del 31 luglio 2023, l’Agenzia delle entrate considera la dichiarazione omessa e di conseguenza aumentano le sanzioni previste.
Vi sono due ipotesi:

  • dichiarazione inviata oltre i 90 giorni, ma prima della scadenza del periodo per presentare al dichiarazione Iva dell’anno successivo, quindi prima del 30 aprile 2024 e in ogni caso prima dell’inizio di attività di accertamento;
  • dichiarazione Iva presentata oltre il termine di un anno.

Nel primo caso la sanzione prevista è compresa in una forbice che va dal 60% al 120% dell’imposta dovuta, con un minimo di 200 euro. Se, però, non sono dovute imposte, trova applicazione la sanzione in misura fissa, da 150 a 1.000 euro.

Nel secondo caso la sanzione va dal 120% al 240% dell’ammontare dell’imposta dovuta, con un minimo di 250 euro.
In caso di dichiarazione Iva 2023 non presentata entro il termine del 2 maggio e presentata oltre il 90° giorno, non è il contribuente a dover calcolare, al momento della dichiarazione, la sanzione da applicare, la sanzione viene infatti fissata dall’Agenzia delle entrate.

Iscriviti a Money.it