Il 2019 si è rivelato un vero e proprio annus horribilis per gli amministratori delegati. Ecco i 10 più famosi che hanno lasciato
Nel 2019 un numero record di CEO ha abbandonato l’incarico. La circostanza, rilevabile anche solo da sensazioni in arrivo dalle news, è evidenziata da un report targato Challenger, Gray e Christmas, società di monitoraggio carriere.
I numeri parlano chiaro: quasi 1.500 amministratori delegati hanno lasciato l’incarico tra gennaio e novembre del 2019, con un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È la cifra più alta da quando la società ha avviato il monitoraggio del trend, nel lontano 2002.
L’analisi comprende aziende pubbliche e private, agenzie governative e organizzazioni no profit in attività da almeno due anni e con più di 10 dipendenti.
Andrew Challenger, vice presidente della società, ha spiegato che sono stati diversi i fattori che hanno portato alle partenze:
“Un’economia forte e una forte domanda di competenze stanno attirando i CEO verso nuove posizioni; resta poi l’incertezza che circonda il mercato e le sue normative mentre le tecnologie emergenti continuano a sconvolgere quasi tutti i settori”.
Diamo quindi un’occhiata da vicino alle 10 partenze più importanti dell’anno.
1) Larry Page, CEO di Alphabet
Larry Page ha abbandonato a inizio di dicembre la sua posizione di CEO della società madre di Google, Alphabet. Anche Sergey Brin, presidente di Alphabet, ha dichiarato che lascerà il suo incarico.
Sundar Pichai, attuale CEO di Google, ha al momento assunto lo stesso ruolo anche presso Alphabet.
Larry Page e Sundar Pichai.
2) Hubert Joly, CEO di Best Buy
Hubert Joly ha lasciato il colosso dell’elettronica lo scorso giugno, dopo aver guidato l’azienda attraverso un più che positivo percorso di riduzione dei prezzi, rinforzo del servizio clienti e trasformazione dei negozi in veri e propri showroom.
A sostituirlo è subentrata Corie Barry, ex responsabile finanziaria della compagnia.
3) Devay Wenig, CEO di EBay
Devin Wenig si è dimesso da CEO di EBay a settembre. Il sito si trova nel bel mezzo di una massiccia riorganizzazione, e ha venduto StubHub a un rivale europeo con un accordo da 4 miliardi di dollari.
4) Mark Okerstrom, CEO di Expedia
Gravi disaccordi sorti all’interno del CdA di Expedia hanno condotto alla brusca uscita di scena del CEO Mark Okerstrom, a inizio dicembre. L’annuncio è arrivato da Barry Diller, presidente del consiglio di amministrazione, il quale ha affermato che consiglio e senior management “non sono d’accordo sulla strategia aziendale”.
5) Richard Plepler, CEO della HBO
Richard Plepler ha annunciato a febbraio che avrebbe lasciato il colosso televisivo dopo quasi 30 anni. Non ha dato motivazioni dettagliate alla base della sua mossa, ma ha dichiarato in una e-mail indirizzata a tutti i dipendenti che era “il momento giusto per me di farlo”.
La mossa di Pleper è arrivata a brevissima distanza dall’acquisto da parte di AT&T della società madre della HBO, WarnerMedia, precedentemente nota come Time Warner.
6) Steve Easterbrook, CEO di McDonald
Steve Easterbrook ha interrotto il suo incarico di CEO e presidente di McDonald (MCD) su spinta del consiglio, che ha rilevato una relazione sentimentale in corso tra il manager e una dipendente, circostanza che viola le politiche aziendali.
Easterbrook era alla guida della compagnia dal 2015 e ha avuto un ruolo decisivo nel piano di modernizzazione della catena.
Steve Easterbrook.
7) Mark Parker, CEO di Nike
Mark Parker ha annunciato la sua scelta di abbandonare Nike a novembre. Nominato nel 2006, era con la compagnia dal 1979, ma ha visto la sua situazione in azienda degenerare a seguito di due importanti scandali negli ultimi due anni, tra cui una revisione esecutiva e procedimenti legali per presunte discriminazioni di genere.
Sarà sostituito a partire da gennaio del 2020 da John Donahoe, membro del consiglio di amministrazione Nike e CEO della società di cloud computing ServiceNow.
Mark Parker.
8) Kevin Plank, CEO di Under Armour
L’amministratore delegato e fondatore di Under Armour Kevin Plank si è ritirato dalla sua posizione a ottobre. Era stato CEO della società fin dai suoi albori, all’inizio del 1996.
Alla guida della compagnia subentrerà l’attuale direttore operativo Patrik Frisk, dal primo gennaio del 2020. Plank diventerà presidente esecutivo.
9) Kevin Tsujihara, CEO di WarnerMedia
Kevin Tsujihara ha lasciato WarnerMedia lo scorso marzo, sulla scia delle indagini relative a sue presunte molestie sessuali.
A giugno Ann Sarnoff ha assunto l’incarico di nuovo CEO della società, diventando la prima donna nella storia a guidare il celebre colosso cinematografico e televisivo.
10) Adam Neuman, CEO di WeWork
Il CEO e cofondatore di WeWork, Adam Neumann, si è dimesso dalla carica a settembre, a seguito di un confuso tentativo da parte della compagnia di quotarsi in Borsa.
Ha affermato che malgrado l’azienda non sia “mai stata più forte”, la sua credibilità è venuta meno per diversi motivi, e lasciare era l’unica alternativa.
Ha ricevuto un controverso paracadute d’oro, vista la buonuscita da oltre 1 miliardo di dollari.
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