Dipendenti pubblici, l’avvertimento di Brunetta: ecco cosa sta per cambiare

Simone Micocci

02/08/2021

Renato Brunetta - Ministro della Pubblica Amministrazione - parla del futuro del pubblico impiego e avverte i dipendenti pubblici: «Adesso si fa sul serio».

Dipendenti pubblici, l’avvertimento di Brunetta: ecco cosa sta per cambiare

Il Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, nel weekend ha rilasciato un’interessante intervista in cui ha fatto chiarezza sul futuro della Pubblica Amministrazione. Un avvertimento ai dipendenti pubblici: “d’ora in avanti si fa sul serio”.

Da sempre, lo è stato anche durante la sua precedente esperienza presso il dicastero della Funzione pubblica, Brunetta è piuttosto critico nei confronti del pubblico impiego: chi non ricorda quando questo definì “fannulloni” i dipendenti pubblici o comunque quando si rivolse in modo “poco simpatico” - per utilizzare un eufemismo - nei confronti delle Forze dell’Ordine più avanti con l’età.

Con il ritorno al Ministero della Pubblica Amministrazione, merito anche delle risorse in arrivo dal Recovery Plan e alle riforme che vengono chieste all’Italia per accelerare i vari iteri burocratici, Brunetta ha voluto avviare un piano di riorganizzazione del pubblico impiego, con un’idea ben precisa: rivalutare quanto abbiamo a disposizione.

Brunetta avverte i dipendenti pubblici: “Adesso si fa sul serio

Secondo il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, un lavoro nel pubblico impiego viene percepito oggi “come un ripiego, o peggio come un ammortizzatore sociale”. Lo ha dichiarato nel corso di un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, ma non è la prima volta che questo si lascia andare a dichiarazioni di questo genere che di certo non gli valgono le simpatie dei dipendenti pubblici.

Ma è proprio a questi che Brunetta si rivolge, avvertendo loro che “la musica è cambiata” in quanto siamo entrati in “un’altra Italia e la pubblica amministrazione ha bisogno di tutti”. La pandemia deve rappresentare, secondo il Ministro, un punto di svolta: serve, in questo “rinascimento post-pandemico” rigenerare la macchina amministrativa, in quanto “un Paese che cresce ai ritmi con cui sta crescendo l’Italia ha bisogno di una PA al massimo delle proprie potenzialità”.

E a tal proposito, Brunetta, che già nei giorni scorsi ha detto di essere favorevole all’idea di vaccinare obbligatoriamente i dipendenti pubblici, o comunque prevedere per loro un obbligo di green pass, ha avvertito i lavoratori dicendo loro che:

A settembre si tornerà a lavorare in presenza.

Stop, quindi, allo smart working semplificato nella Pubblica Amministrazione. Questo non significa che il lavoro agile verrà accantonato, bensì che ci saranno delle regole chiare che serviranno per fare in modo che ci sarà un’ampia quota di dipendenti pubblici che lavorerà in presenza, tornando dunque a ripopolare gli uffici pubblici.

Rinnovo del contratto: a che punto siamo?

Un appunto sul rinnovo del contratto, per il quale le trattative - eccetto che per il comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso pubblico - appaiono piuttosto bloccate.

Brunetta ricorda come fin dall’inizio l’obiettivo fissato era di chiudere un accordo entro l’anno. Bisogna trovare prima un accordo con le parti sociali - visto che “i contratti si fanno in due” - ma il Ministro si è comunque detto fiducioso riguardo alla possibilità di “tagliare il traguardo entro dicembre”.

Riforma della Pubblica Amministrazione: le parole di Brunetta

Il Ministro si dice soddisfatto per quanto fatto in questi primi cinque mesi di amministrazione. Nel dettaglio, sono stati attuati i primi tre importanti punti del piano:

  • l’accesso alla Pubblica Amministrazione è stato migliorato, grazie a una riforma dei concorsi pubblici ordinari - “sbloccati, semplificati e digitalizzati” - e con l’approvazione delle modalità per il reclutamento, a tempo determinato, dei professionisti necessari per dare attuazione dei progetti finanziati dal PNRR;
  • migliorata l’efficienza della Pubblica Amministrazione grazie all’ultimo Decreto Semplificazioni, con “l’addio ai colli di bottiglia, alle autorizzazioni che durano anni, ai ricorsi che bloccano le opere”;
  • valorizzazione del “capitale umano, in quanto è stato garantito il ricambio - con lo sblocco del turnover - la formazione, la mobilità e la valorizzazione del merito.

Adesso servirà puntare su una maggiore digitalizzazione, per procedere nel contempo con “la messa a terra dei progetti e dell’appropriazione collettiva del PNRR”.

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