Per tornare alla normalità e consentire la riapertura degli uffici il governo sta pensando di estendere l’obbligo del green pass, o addirittura del vaccino, anche ai dipendenti pubblici.
Per i dipendenti pubblici l’obbligo del green pass sembra essere sempre più vicino. Dopo le dichiarazioni del sottosegretario alla salute Andrea Costa, con cui aveva annunciato la necessità di ritorno in presenza negli uffici così da permettere anche un ritorno alla normalità, adesso si aggiungono anche quelle del ministro della Salute Roberto Speranza.
In sostanza, l’obbligo del certificato verde potrebbe essere esteso anche ad altre categorie di lavoratori, così come già previsto per gli insegnanti. Stando alle ultime indiscrezioni c’è chi parla addirittura di un vero e proprio obbligo vaccinale, proprio come sta già avvenendo per gli operatori sanitari. Sulla questione si era già espresso in passato il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta: “Il vaccino? Lo farei a tutti gli statali”.
Green pass obbligatorio per i dipendenti pubblici? L’ipotesi
Il green pass potrebbe diventare obbligatorio non solo per gli insegnanti, ma anche per “i dipendenti degli uffici comunali e pubblici”, che “dovranno tornare alla normalità e in presenza: hanno la responsabilità di garantire un servizio al Paese e a contatto con il pubblico. Non è possibile che in alcuni territori siano ancora chiusi e in smartworking”, spiega il sottosegretario alla Salute Costa, aggiungendo che l’obbligo potrebbe scattare anche per “tutte quelle attività dove c’è da garantire la continuità di un servizio, per esempio gli operatori del Trasporto pubblico locale, i dipendenti dei supermarket e dei servizi essenziali ovvero quelli sono stati operativi durante il lockdown”.
A fare eco alle dichiarazioni di Costa, il ministro Speranza: “L’obbligo resta una soluzione da valutare in futuro ma di certo si può procedere sull’estensione del green pass per garantire la sicurezza e contrastare il virus. Ad esempio per i dipendenti della pubblica amministrazione. E poi è in corso anche una riflessione con sindacati e imprese per ragionare anche di green pass sui luoghi di lavoro”.
Il mese di settembre sarà cruciale, il governo si è prefissato di riuscire a vaccinare almeno con la prima dose l’80% della popolazione. Nel caso in cui non si dovesse raggiungere questo obiettivo il governo potrebbe pensare a delle ulteriori restrizioni, come appunto l’obbligo di green pass per alcune categorie di lavoratori a partire da ottobre.
Verso l’obbligo vaccinale da ottobre
Costa spiega poi che nel corso del mese di agosto era fisiologico un calo del numero delle somministrazioni, ma settembre sarà un mese decisivo per dare un nuovo impulso alla campagna vaccinale, “dove l’incognita è riferita a chi non si vuole vaccinare. Da questo punto di vista oggi non siamo nelle condizioni di dire qual è la quota dei No vax e quale quella dei cittadini che si possono ancora convincere. I dati emergeranno a settembre e allora faremo riflessioni su questo”.
In sostanza, nel caso in cui non si riesca a raggiungere una buona percentuale di vaccinati all’interno di alcune categorie “va introdotto l’obbligo, così come è successo per medici infermieri” e questo potrebbe valere anche per i dipendenti pubblici, conclude il sottosegretario Costa.
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