Disoccupati, quali aiuti dopo la Naspi? Il coronavirus blocca la ricerca di lavoro

Anna Maria D’Andrea

27/03/2020

Disoccupati al tempo del coronavirus, resta l’incognita sugli aiuti previsti dopo la Naspi. La richiesta di chi non può trovare o iniziare un nuovo lavoro è quella di prolungare la durata dell’indennità. Si attendono novità con il decreto annunciato per il mese di aprile.

Disoccupati, quali aiuti dopo la Naspi? Il coronavirus blocca la ricerca di lavoro

Allungare la durata della Naspi: è questa la richiesta unanime che arriva dai disoccupati che, a causa del coronavirus, non possono cercare o iniziare un nuovo lavoro.

L’emergenza sanitaria del coronavirus si è presto trasformata in emergenza economica e lavorativa. Il Decreto Cura Italia ha dato il via alle prime misure per fronteggiare la situazione, ma tra i grandi assenti del provvedimento vi sono i disoccupati che hanno finito o che stanno per terminare il periodo di godimento della Naspi.

Stessa situazione anche per la Dis-Coll, assegno di disoccupazione per i collaboratori, assegnisti e dottorandi. In favore degli iscritti alla Gestione Separata INPS è stato introdotto il bonus di 600 euro una tantum, che prevede però l’esistenza di un rapporto di lavoro attivo al 23 febbraio 2020.

Resta quindi l’incognita sugli aiuti previsti dopo la Naspi per i tanti che già prima dell’emergenza coronavirus erano senza lavoro e che rischiano di trovarsi nella paradossale situazione di non vedersi riconoscere alcun sussidio.

Disoccupati, quali aiuti dopo la Naspi? Il coronavirus blocca la ricerca di lavoro

Se è vero che il Decreto Cura Italia ha dato il via soltanto alle prime di una serie di misure che il Governo introdurrà per fronteggiare l’emergenza economica causata dal coronavirus, è legittima la preoccupazione che ad oggi coinvolge i disoccupati che hanno terminato o che stanno per terminare la fruizione della Naspi.

La durata dell’indennità di disoccupazione è strettamente legata alla storia lavorativa del percettore: la Naspi spetta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive presenti negli ultimi quattro anni.

Una volta trascorso tale termine, il disoccupato che non ha ancora trovato un’occupazione può fare domanda per il reddito di cittadinanza, per il quale sono però previsti dei requisiti stringenti.

Bisogna dimostrare di avere un ISEE non superiore a 9.360 euro annui, un patrimonio immobiliare (esclusa la prima casa) fino a 30.000 euro, risparmi o altri rapporti finanziari fino a 6.000 euro (da calibrare in base al nucleo familiare), ed un reddito familiare inferiore a 6.000 euro, moltiplicato per la scala di equivalenza (9.360 euro in caso di nucleo familiare con residenza in una casa d’affitto).

Pur rispettando tutti i requisiti richiesti, nella situazione attuale è abbastanza complesso fare domanda, considerando che CAF e Patronati hanno ridotto la propria attività e gli accessi al pubblico e che non tutti i contribuenti sono in grado di inviare la richiesta autonomamente online.

Ed è a fronte di questa situazione e dell’impossibilità di cercare un nuovo lavoro che i disoccupati sono in attesa di risposte da parte del Governo: quali aiuti verranno previsti per chi ha concluso o sta per concludere il periodo di fruizione della Naspi?

Disoccupati, sospesi gli obblighi di ricerca di lavoro per i percettori di Naspi: i paradossi del coronavirus

La situazione che si è venuta a creare per via dell’emergenza coronavirus crea una serie di paradossi per i tanti disoccupati che rischiano di trovarsi senza più il sussidio Naspi e senza la possibilità di trovare un nuovo lavoro.

Soltanto su uno di questi punti è attualmente intervento in Governo, con la sospensione degli obblighi di ricerca del lavoro per chi percepisce la Naspi, così come per i percettori del reddito di cittadinanza.

La ricerca attiva di lavoro e la partecipazione alle iniziative di orientamento dei centri per l’impiego è una delle condizionalità previste per legge per i disoccupati, ma l’intero sistema finalizzato al reinserimento occupazionale subisce uno stop inevitabile.

Le politiche attive per il lavoro sono sospese per due mesi, ma se il circuito si inceppa c’è il rischio di alimentare un pericoloso malcontento sociale. Restiamo in attesa di conoscere ulteriori dettagli in merito al decreto economico di aprile, per il quale il Governo ha annunciato uno stanziamento di risorse pari ad un minimo di 25 miliardi di euro.

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