Bonus 600 euro le partite IVA, al via i pagamenti dell’indennità per chi ha fatto domanda: lo comunica l’INPS con una breve nota sul proprio sito. Dal prossimo mese l’importo del bonus potrebbe essere aumentato a 800 euro. Vediamo i requisiti dei beneficiari dell’indennità.
Bonus partite IVA, pronti i pagamenti per le indennità di 600 euro. Lo comunica l’INPS con una breve nota sul suo sito, in cui informa i contribuenti che sono state avviate le procedure di erogazione.
Entro fine settimana dunque chi ha fatto domanda (le richieste sono partite dal 1° aprile) riceverà il bonus sul proprio conto. Prima l’utente riceverà un SMS o una mail da parte dell’INPS in cui gli viene comunicato l’accredito.
Inoltre, si fa sempre più concreta la possibilità di un incremento dell’importo del bonus per il mese di aprile: la nuova indennità potrebbe arrivare a 800 euro. Per esserne certi però bisognerà aspettare la pubblicazione del cosiddetto «Decreto Aprile», contenente le misure a sostegno di famiglie e partite IVA.
Nel messaggio INPS numero 1464 del 2 aprile l’INPS illustra la procedura di compilazione della domanda per il bonus 600 euro: non ci sono molte novità, se non la possibilità di inoltrare la domanda anche tramite il Contact Center Integrato.
Resta invece in sospeso l’autorizzazione ufficiale per gli intermediari abilitati.
Le richieste si inoltrano direttamente dal sito dell’INPS, che nel giorno di apertura delle domande è andato in tilt.
Dal 1° aprile sono partite anche le richieste per il bonus baby sitter, quindi il “sovraffollamento” era atteso. Pasquale Tridico, il Presidente dell’INPS, per ovviare a questo problema, prima ha chiuso il sito dell’Istituto per qualche ora, e poi lo ha riaperto garantendo un accesso differenziato.
Ma quali sono i requisiti per ottenere il bonus? Dopo il decreto Cura Italia, che ha introdotto le indennità per determinate categorie di lavoratori autonomi, si sono susseguite novità e dietrofront da parte delle istituzioni.
A fare chiarezza è arrivata, nella serata del 30 marzo, la circolare numero 49 dell’INPS, con cui si prova a mettere fine alla frammentarietà delle informazioni che ha caratterizzato questo ultimo periodo di emergenza.
Per accedere ai servizi INPS -e quindi anche fare domanda per il bonus 600 euro- è fondamentale essere in possesso del PIN dispositivo.
Constatato che non tutte le partite IVA ne sono in possesso, l’INPS ha dovuto snellire la procedura per richiederlo, proprio come anticipato dal Presidente dell’INPS Pasquale Tridico durante il programma Dimartedì in un’intervista del 24 marzo 2020.
Le istruzioni per richiedere le credenziali necessarie per accedere ai servizi online sono arrivate con il messaggio n. 1381 del 26 marzo 2020: basterà la prima parte del PIN INPS ricevuto tramite sms o email per poter fare domanda.
Bonus 600 euro partite IVA e autonomi: cos’è, come funziona e domanda INPS
- Bonus 600 euro partite IVA e autonomi, chi ne ha diritto?
- Bonus Partite IVA e autonomi, quali sono i requisiti
- Come funziona il bonus 600 euro a partite IVA e autonomi
- Bonus 600 euro partite IVA e autonomi, come fare domanda all’INPS
- Come richiedere il Pin INPS per il bonus 600 euro
- Bonus partite IVA: le indennità possono essere cumulate?
Bonus 600 euro partite IVA e autonomi, chi ne ha diritto?
Tante le novità e le smentite che si sono susseguite in questi frenetici giorni di attesa del bonus 600 euro per le partite IVA.
La responsabilità di tutto ciò è da dare alla frammentarietà delle notizie diffuse inizialmente: la poca chiarezza del decreto Cura Italia ha lasciato spazio a varie interpretazioni, da quelle più inclusive a quelle letterali.
A mettere un punto sui requisiti necessari per ottenere l’indennità di 600 euro, identificandone così in modo inequivocabile i beneficiari, è la circolare n. 49 dell’INPS del 30 marzo.
L’indennità di 600 euro è riconosciuta alle partita IVA appartenenti a vari tipi di categorie, individuate dagli articoli 27, 28, 29, 30 e 38 del decreto Cura Italia:
- alle p.iva attive al 23 febbraio 2020;
- ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti alla Gestione separata e non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie;
- ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago;
- ai lavoratori stagionali del settore turistico e termale;
- ai lavoratori del settore agricolo;
- ai lavoratori del settore spettacolo.
In generale quindi l’indennizzo andrà a una platea di quasi 5 milioni di persone, che comprende professionisti non iscritti agli ordini, co.co.co. in gestione separata, artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri, stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali, lavoratori del settore spettacolo, lavoratori agricoli.
Le indennità non sono comulabili tra loro, e non può fare domanda chi già riceve il reddito di cittadinanza. Il bonus 600 euro verrà erogato dall’INPS, a cui bisognerà fare richiesta.
La questione degli aiuti alle partite IVA è sempre controversa: tartassati dalle tasse, ma con pochi o zero ammortizzatori sociali.
Nella prima versione della bozza del decreto Cura Italia il bonus di 600 euro agli autonomi era previsto come indennità una tantum, una misura piuttosto misera di aiuto.
La reazione delle partite IVA non si è fatta attendere, e in meno di 24 ore dalla conferenza stampa del 16 marzo il documento del MEF è stato aggiornato: ora il bonus di 600 euro è erogato specificatamente per il mese di marzo, quindi si presuppone che sarà riconfermato anche nel provvedimento del Governo del mese di aprile.
Ad oggi, però, rimangono escluse dal bonus le partite IVA iscritte a casse previdenziali professionali: per loro è prevista un’indennità, sempre di 600 euro, erogata dal Fondo del reddito di ultima istanza, in concomitanza con le varie Casse di competenza.
Vediamo quali sono i requisiti per ogni categoria di partita IVA e lavoratori autonomi individuata dal decreto Cura Italia in base al contenuto della circolare numero 49 dell’INPS.
Bonus Partite IVA e autonomi, quali sono i requisiti?
Procediamo con ordine per capire i requisiti di ogni categoria interessata da questa indennità che dovrebbe essere prorogata anche ad aprile, e quali sono i limiti di budget per ogni settore. I limiti di budget, come vedremo dopo, sono molto importanti.
La prima categoria di lavoratori autonomi a cui il bonus 600 euro è dedicato è individuata dall’articolo 27, e si tratta dei professionisti e lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa con i seguenti requisiti:
- partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020;
- titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla data del 23 febbraio, iscritti in via esclusiva alla Gestione separata, con il versamento dell’aliquota contributiva in misura pari, per l’anno 2020, al 34,23%, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.
Inoltre, specifica la circolare n. 49 dell’INPS, fanno pare dei beneficiari individuati dall’articolo 27 del “decretone” anche i partecipanti agli studi associati o società semplici con attività di lavoro autonomo.
L’indennità di 600 euro non concorre alla formazione del reddito, e per il periodo durante il quale si usufruisce del bonus non è riconosciuto né l’accredito di contribuzione figurativa, né il diritto all’assegno per il nucleo familiare.
Per questa categoria di lavoratori il limite di spesa complessiva è fissata a 203,4 milioni di euro per il 2020.
L’articolo 28 del Cura Italia individua come beneficiari dell’indennità di 600 euro anche i lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’Ago.
L’indennità quindi andrà a favore dei lavoratori iscritti alle Gestioni speciali dei lavoratori autonomi artigiani, commercianti, coltivatori diretti, mezzadri e coloni.
Sono comprese anche le figure degli imprenditori agricoli professionali iscritti alla gestione autonoma agricola, nonché i coadiuvanti e coadiutori artigiani, commercianti e lavoratori agricoli iscritti nelle rispettive gestioni autonome.
Il bonus è riconosciuto alle categorie sopraelencate sempre che non siano titolari di pensione e che non siano iscritti, al momento della domanda, ad altre forme previdenziali obbligatorie, a esclusione della Gestione separata.
Per quanto riguarda le categorie individuate dall’articolo 28 c’è una novità: gli agenti di commercio, inizialmente esclusi, fanno parte anch’essi della platea di beneficiari.
La conferma arriva dalla modifica delle FAQ del MEF sull’applicazione delle norme del decreto Cura Italia, aggiornate al 30 marzo, e poi con la circolare n. 49 dell’INPS, che recita:
“Tra i beneficiari [individuati dall’articolo 28 del decreto Cura Italia, ndr] sono compresi anche i soggetti obbligatoriamente iscritti alla gestione autonomi commercianti oltre che alla previdenza integrativa obbligatoria presso l’Enasarco.”
Il limite di spesa che l’INPS non dovrà sforare, pena la fine dei provvedimenti concessori, è di 2.160 milioni per il 2020.
Il decreto Cura Italia, diventato legge dal 17 marzo, individua altre tre categorie di lavoratori autonomi per cui ha stanziato delle risorse: le partite IVA che lavorano nel turismo, nel settore agricolo e nello spettacolo.
Gli articoli del decreto dedicati a tali categorie sono il 29, il 30 e il 38.
Il bonus potrà essere richiesto all’INPS dai lavoratori dipendenti stagionali del turismo e degli stabilimenti termali dell’art. 29 se:
- hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 17 marzo, data di entrata in vigore del decreto;
- non sono titolari di pensione;
- non titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data del 17 marzo.
Le risorse messe a disposizione dal Governo ammontano a 103,8 milioni di euro di euro per il 2020.
Agli operai agricoli a tempo determinato, non titolari di pensione, che nel 2019 abbiano effettuato almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo, è dedicato l’articolo 30, con cui si riconosce loro un’indennità per il mese di marzo pari a 600 euro.
L’indennità dell’articolo 30 quindi spetta a:
- operai agricoli a tempo determinato;
- piccoli coloni;
- compartecipanti familiari.
Anche per questa categoria, come per tutte le altre, valgono le solite regole: assenza di trattamento pensionistico, non riconoscimento dell’accredito di contribuzione figurativa, né il diritto all’assegno per il nucleo familiare.
Le risorse per tale indennità ammontano a 396 milioni di euro per il 2020.
Infine, l’articolo 38 stanzia 48,6 milioni di euro per il 2020 per le indennità riservate ai lavoratori dello spettacolo con i seguenti requisiti:
- iscritti al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo, con almeno 30 contributi giornalieri versati nell’anno 2019;
- un reddito non superiore a 50.000 euro;
- non titolari di pensione;
- non titolari di rapporto di lavoro dipendente alla data di entrata in vigore del decreto Cura Italia, ovvero il 17 marzo.
Le misure prese dal Governo per le partite IVA non sembrano nemmeno lontanamente sufficienti a dare un sostegno economico alla categoria che più è stata messa in difficoltà dagli effetti del Coronavirus, sia per la quantità di lavoro cancellato o rimandato, sia per l’assenza di ammortizzatori sociali.
Come funziona il bonus 600 euro a partite IVA e autonomi
Le domande per il bonus 600 euro potranno essere fatte online, direttamente sul sito dell’INPS a partire dal 1° aprile.
Ad oggi ecco quello che è certo:
- l’importo è di 600 euro;
- sarà erogato, per ora, come indennità per il mese di marzo;
- si fa domanda direttamente all’INPS a partire dal 1° aprile.
Per il mese di aprile è allo studio un’indennità di 800 euro, ma potrebbero esserci nuovi requisiti.
I primi pagamenti iniziano dal 15 aprile, come conferma una breve nota sul sito dell’Istituto, in cui si specifica che l’INPS comunicherà agli interessati con un SMS o un email “l’accredito della somma sul conto corrente bancario o l’ufficio postale indicati all’atto della domanda.”
Per fare domanda è necessario essere in possesso delle credenziali di accesso all’INPS, di cui parliamo nel prossimo paragrafo.
Bonus 600 euro partite IVA e autonomi, come fare domanda all’INPS
Per fare domanda all’INPS per il bonus 600 euro si devono rispettare i nuovi orari di accesso al sito.
La decisione è stata presa dal Presidente dell’INPS Tridico, in modo da non far di nuovo accavallare migliaia di domande nello stesso momento.
Ecco dunque i nuovi orari per fare domanda:
- dalle 8:00 alle 16:00 hanno accesso al sito consulenti del lavoro, commercialisti e patronati;
- dalle 16:00 alle 8:00 i cittadini.
Soddisfatti della decisione presa dall’INPS sia i consulenti del lavoro che il Consiglio nazionale dei commercialisti, anche se arriva dopo una giornata particolarmente difficile per i contribuenti.
Il budget fissato dal decreto Cura Italia, per quanto possa sembrare alto (2,16 miliardi di euro) va suddiviso per oltre 5 milioni di lavoratori, rispettando i limiti che abbiamo sopra elencato per ogni categoria individuata.
L’INPS, infatti, come specificato nel decreto del 17 marzo, non potrà accettare nuove richieste che facciano sforare il budget.
Per richiedere il bonus 600 euro sarà necessario essere in possesso del Pin INPS. Verrà fatto un controllo “soglia”, come quello fatto per il reddito di cittadinanza, e i pagamenti dovrebbero arrivare nei primi giorni di aprile.
L’INPS ha messo in chiaro, con il comunicato stampa del 19 marzo, che non ci sarà nessun click day: le domande sono aperte a tutti, con un giorno di inizio, e la richiesta si farà online.
L’INPS ha specificato che le modalità di richiesta non verranno gestite “come finestra dentro la quale si possono fare domande di prestazioni”.
I lavoratori autonomi e le partita IVA interessate dalle misura possono quindi fare domanda a partire dal 1° aprile, utilizzando i servizi telematici dell’INPS, tramite i consueti canali messi a disposizione per i cittadini e per i patronati.
Per poter fare domanda all’INPS del bonus di 600 euro è necessario essere in possesso di una delle seguenti credenziali:
- PIN dispositivo rilasciato dall’INPS (per alcune attività semplici di consultazione o gestione è sufficiente un Pin ordinario);
- SPID di livello 2 o superiore;
- Carta di Identità Elettronica 3.0 (CIE);
- Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Con il messaggio n. 1464 del 2 aprile l’INPS attiva un servizio in alternativa al portale web per inoltrare la domanda, ovvero chiamando il Contact Center integrato:
- da rete fissa il numero verde 803 164, gratuitamente;
- da cellulare, a pagamento in base al proprio piano tariffario, il numero 06 164164.
All’operatore si può comunicare solo la prima parte del PIN, quindi anche in questo caso ci si può avvalere del servizio semplificato.
Inoltre, il messaggio sottolinea che si può inoltrare la domanda anche tramite i patronati.
Ancora non c’è l’apertura ufficiale ai commercialisti e ai consulenti del lavoro.
Chi non ne fosse in possesso potrà richiedere il PIN INPS con la nuova procedura semplificata, che illustriamo nel prossimo paragrafo.
Come richiedere il Pin INPS per il bonus 600 euro
Dal 1° aprile si può presentare domanda per il bonus 600 euro, così come scritto in un comunicato diramato dalla stessa INPS.
Le istruzioni su come richiedere il PIN INPS tramite procedura semplificata sono contenute nel messaggio n. 1381 del 26 marzo 2020: basterà la prima parte del codice ricevuto tramite sms o email per poter fare domanda, senza aspettare che la seconda parte arrivi per posta.
Le procedure sono quindi due: ordinaria, per tutti coloro che dispongono di PIN dispositivo oppure semplice, SPID, CIE o CNS, oppure semplificata.
La richiesta del PIN INPS semplificato può essere effettuata attraverso i seguenti canali:
- sito internet www.inps.it, utilizzando il servizio “Richiesta PIN”;
- Contact Center, chiamando il numero verde 803 164 (gratuito da rete fissa), oppure 06 164164 (a pagamento da rete mobile).
In questo modo l’utente riceverà via mail o SMS le prime 8 cifre del PIN: bastano queste per poter immediatamente procedere all’autentificazione per la compilazione della domanda per l’indennità.
Il PIN INPS semplificato è valido anche per la richiesta del bonus baby sitter.
Qualora il cittadino non riceva, entro 12 ore dalla richiesta, la prima parte del PIN, è invitato a chiamare il Contact Center per la validazione della richiesta.
Bonus partite IVA: le indennità possono essere cumulate?
L’articolo 31 del decreto Cura Italia dispone che le indennità di cui agli articoli 27, 28, 29, 30 e 38 che abbiamo precedentemente visto non sono tra esse cumulabili.
Inoltre, le indennità di 600 euro non possono essre riconosciute a chi già percepisce il reddito di cittadinanza.
Il bonus di 600 euro per le partite IVA inoltre è incompatibile con:
- le pensioni dirette a carico, anche pro quota, dell’Assicurazione generale obbligatoria (AGO) e delle forme esclusive, sostitutive ed esonerative della stessa;
- con l’indennità cosiddetta Ape sociale;
- con l’assegno ordinario di invalidità di cui alla legge 12 giugno 1984, n. 222.
Le indennità dell’articolo 27, cioè quelle per i liberi professionisti titolari di partita IVA e dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, si può cumulare con l’indennità di disoccupazione DIS-COLL.
Dunque, i collaboratori coordinati e continuativi possono accedere, in presenza di cessazione involontaria del rapporto di collaborazione e degli ulteriori requisiti legislativamente previsti, alla prestazione DIS-COLL indipendentemente dalla fruizione della indennità di cui all’articolo 27 del citato decreto-legge.
I lavoratori stagionali del settore turismo e termale (articolo 29) e i lavoratori dello spettacolo (articolo 38) possono cumulare la propria indennità con la disoccupazione NASpI.
Infine, in analogia a quanto previsto per la prestazione di disoccupazione NASpI, le indennità di cui ai richiamati articoli 27, 28, 29, 30 e 38 del decreto Cura Italia sono compatibili e cumulabili con:
- le erogazioni monetarie derivanti da borse lavoro, stage e tirocini professionali;
- con i premi o sussidi per fini di studio o di addestramento professionale;
- con i premi ed i compensi conseguiti per lo svolgimento di attività sportiva dilettantistica;
- con le prestazioni di lavoro occasionale nei limiti di compensi di importo non superiore a 5.000 euro per anno civile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA