I tassi di disoccupazione d’Europa a confronto: la classifica dei Paesi più e meno virtuosi. Dove si colloca l’Italia?
Quali Paesi hanno i tassi di disoccupazione più alti in Europa?
Le ultime indagini riferite ai primi mesi del 2019 non hanno fatto che sottolineare la debolezza del mercato occupazionale nostrano. Il confronto è risultato ancora una volta impietoso.
L’Italia si è guadagnata nuovamente uno dei primi posti nella classifica dei Paesi con il tasso di disoccupazione più alto. D’altronde, nel corso del 2018 la misura è oscillata da massimi di 11,1% a minimi di 10,1%. La soglia del 10% però non è stata mai abbandonata, come testimoniato dalle ripetute analisi dell’Istat.
Nel 2019 le cose non sono andate certamente meglio, e dopo il 10,5% di gennaio il tasso di disoccupazione italiano è risalito al 10,7% a febbraio. A marzo, però, c’è stata una nuova flessione su quota 10,2%. Ed è proprio sui dati di marzo che è stata stilata l’ultima classifica dei Paesi con il tasso di disoccupazione più alto d’Europa.
Tasso disoccupazione: la classifica dei Paesi più e meno virtuosi (marzo 2019)
Gli ultimi dati sulla disoccupazione Ue sono stati raccolti e schematizzati dalla Commissione europea che ha fornito un quadro più chiaro sull’andamento del mercato del lavoro nostrano.
Anche in questa nuova classifica aggiornata a marzo 2019, l’Italia si è guadagnata un pessimo terzo posto ed è stata preceduta soltanto dalla Spagna e dalla Grecia. A fare meglio è stata la Repubblica Ceca, l’unico Paese riuscito a mantenere il proprio tasso di disoccupazione sotto il 2%.
La classifica |
- Grecia: 18,5%
- Spagna: 14,0%
- Italia: 10,2%
- Francia 8,8%
- Croazia : 7,4%
- Lettonia: 7,1%
- Cipro: 7%
- Finlandia: 6,6%
- Portogallo: 6,4%
- Svezia: 6,3%
- Lituania: 5,8%
- Slovacchia: 5,7%
- Belgio: 5,7%
- Lussemburgo: 5,5%
- Irlanda: 5,4%
- Danimarca: 5,0%
- Austria: 4,8%
- Bulgaria: 4,6%
- Estonia: 4,6%
- Slovenia: 4,4%
- Regno Unito: 3,8%
- Romania: 3,8%
- Malta: 3,5%
- Polonia: 3,4%
- Ungheria 3,4%
- Paesi Bassi: 3,3%
- Germania: 3,2%
- Rep. Ceca: 1,9%
Sempre a marzo del 2019, la disoccupazione dell’Unione europea si è attestata al 6,4%, mentre quella della sola Eurozona è passata al 7,7%.
Passa il tempo ma il quadro italiano non migliora
Una meno recente analisi del Centro studi ImpresaLavoro, pubblicata a luglio del 2018, aveva tracciato un quadro simile stilando una classifica basata su un arco di tempo più ampio, dal 2006 al 2017.
“Quel che preoccupa maggiormente è la notevole distanza che separa ancora questi dati da quelli, ben più virtuosi, registrati nel periodo pre-crisi”,
aveva affermato in quell’occasione Massimo Blasoni, presidente del Centro Studi, aggiungendo:
“Scarso legame tra salari e produttività, assenza di una cultura del merito, complessità delle relazioni sindacali, lentezza esasperante del contenzioso e alto cuneo fiscale sono solo alcuni degli elementi che fanno sì che - anche per il World Economic Forum - il nostro mercato del lavoro rimanga il meno efficiente d’Europa. Abbattere questi ostacoli è l’unica strada per ridurre in modo stabile e significativo il tasso di disoccupazione.”
Nella classifica dei tassi di disoccupazione europei l’Italia si era guadagnata a pieno titolo un indesiderato terzo posto; il Belpaese, infatti, nonostante un mercato del lavoro dalle infinite problematiche, non era risultato il peggiore e aveva lasciato spazio ad altre due complesse realtà.
La medaglia d’argento era spettata alla Spagna, gravata da un tasso di disoccupazione del 17,3%, in netta crescita. La peggiore in classifica? La Grecia, con un tasso del 21,7%.
La crescita della disoccupazione in Europa
L’analisi del Centro Studi citata ha preso in considerazione un arco di tempo compreso tra il 2006 e il 2017 evidenziando diversi dati di rilievo. In Italia la disoccupazione delle persone di 15-64 anni è salita del 4,5%, la crescita peggiore d’Europa dopo quella di Spagna (+8,8%) e Grecia (+9,1%). In Francia, invece, il tasso è balzato dall’8,5% al 9,2%.
I dati italiani dell’analisi hanno decisamente sottoperformato anche la media dei Paesi OCSE che nel solo 2017 hanno registrato un tasso di disoccupazione del 5,9%, in calo dello 0,4% rispetto al 2006.
Chi sono le migliori
Se l’Italia, la Grecia e la Spagna hanno vantato i risultati peggiori, la Polonia è stata invece la più virtuosa dell’analisi del Centro Studi. Nel 2006 era addirittura prima per tasso di disoccupazione (14%) mentre nell’estate del 2018 si è collocata tra i sei con le migliori performance.
Buoni anche i dati della Germania, con una flessione di 6,6 punti percentuali dal 10,4% al 3,8%, e quelli della Slovacchia, che ha visto scendere la sua disoccupazione dal 13,3% all’8,2%. Il tasso è poi diminuito, anche se in misura inferiore, nel Regno Unito (dal 5,4% al 4,5%), in Belgio e in numerose altre economie.
Di seguito una classifica riassuntiva delle variazioni percentuali (positive e negative) osservate dal 2006 al 2017.
- Grecia: +12,6%
- Spagna: +8,8%
- Italia: +4,5%
- Irlanda: +2,0%
- Danimarca: +1,9%
- Lettonia: +1,7%
- Finlandia: +1,1%
- Portogallo: +1,1%
- Lussemburgo: +0,8%
- Francia: +0,7%
- Slovenia: +0,6%
- Olanda: +0,6%
- Austria: +0,3%
- Estonia: -0,2%
- Svezia: -0,3%
- Media OCSE: -0,4%
- Regno Unito: -1,0%
- Belgio: -1,2%
- Ungheria: -3,3%
- Repubblica Ceca: -4,3%
- Slovacchia: -5,1%
- Germania: -6,6%
- Polonia: -9,0%
Sono questi i Paesi che, negli ultimi, hanno vantato i maggiori e minori tassi di disoccupazione d’Europa.
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