Aumenta l’orario di lavoro degli insegnanti? Polemiche per le indiscrezioni sul rinnovo del contratto dei docenti. A questi non si può chiedere di lavorare di più perché - in realtà - già lo fanno.
“Gli insegnanti se vogliono guadagnare di più devono lavorare per più ore”; parole queste che secondo le indiscrezioni sono state riportate da Valeria Fedeli - Ministro dell’Istruzione uscente - in riferimento alla trattativa sul rinnovo di contratto.
Come noto, infatti, gli insegnanti chiedono un aumento maggiore rispetto agli 85 euro previsti dal nuovo contratto del pubblico impiego così da avvicinarsi agli standard europei. Secondo gli ultimi report i docenti italiani sono quelli con lo stipendio più basso in Europa ed è per questo che i sindacati stanno premendo affinché per il rinnovo vengano utilizzate anche le risorse utilizzate per la Carta Docente e per il bonus merito, così da riconoscere agli insegnanti un aumento maggiore mensile.
Al momento però il rinnovo è in fase di stallo, anche perché i sindacati lamentano un aumento di responsabilità per gli insegnanti.
Ad aumentare - a quanto pare su indicazione della Ministra Valeria Fedeli - potrebbe essere però l’orario di lavoro degli insegnanti, o almeno questa è l’indiscrezione appena riportata da Il Messaggero.
Più ore di lavoro per gli insegnanti
Non è la prima volta che la Ministra Valeria Fedeli parla del lavoro degli insegnanti. Lo scorso anno, ad esempio, la Fedeli parlando della cancellazione dei compiti a casa dichiarò di essere favorevole aggiungendo che gli “insegnanti dovrebbero lavorare di più in classe”.
Delle dichiarazioni che suscitarono non poche polemiche tra i docenti italiani, ma niente in confronto a quello che potrebbe succedere qualora venissero confermate le anticipazioni de Il Messaggero.
Secondo quanto riportato dal quotidiano romano, gli standard sull’orario di lavoro potrebbero essere aumentati con il rinnovo di contratto riconoscendo così agli insegnanti l’aumento di stipendio richiesto.
Ricordiamo che ad oggi l’orario di lavoro è il seguente:
- scuola dell’infanzia: 25 ore settimanali;
- scuola elementare: 22 ore settimanali;
- scuole medie e superiori: 18 ore settimanali.
Aumentarlo potrebbe essere la soluzione? Per i sindacati che stanno partecipando alle trattative per il rinnovo del contratto (il prossimo incontro è in programma domani, ndr) assolutamente no. A differenza di quanto ritiene il MIUR, infatti, all’orario di lavoro degli insegnanti bisogna aggiungere tutte quelle attività extra scolastiche necessarie per svolgere al meglio il proprio lavoro.
Il cosiddetto lavoro sommerso che secondo dei recenti studi equivale alla metà del lavoro degli insegnanti, pur non essendo regolarmente pagato.
Gli insegnanti non devono lavorare di più, già lo fanno
Secondo il MIUR se gli insegnanti vogliono guadagnare di più devono stare più a scuola, devono svolgere per un numero maggiore di ore il loro lavoro.
Se confermate, quindi, le parole della Ministra dell’Istruzione danno credito a tutti coloro convinti del fatto che l’insegnante sia un lavoro “privilegiato”, poiché l’orario di lavoro dei docenti è inferiore a quello di altri lavoratori.
Sulla carta è così, ma questi dimenticano il lavoro sommerso ossia tutte quelle attività che i docenti devono fare nel tempo libero per svolgere al meglio la loro professione. Preparazione delle lezioni, formazione, correzione dei compiti in classe: secondo un recente studio queste attività occupano circa 18 ore a settimana ad un insegnante della scuola secondaria.
Di conseguenza l’orario di lavoro non sarebbe di 18 ore, ma di 36; a differenza degli altri lavoratori, però, queste ore extra lavorative non sono riconosciute e di conseguenza non vengono pagate. Insomma, circa la metà del lavoro degli insegnanti non viene retribuito.
Ecco perché non è logico procedere con l’aumento dell’orario di lavoro degli insegnanti e gli stessi sindacati si stanno opponendo con forza a questa possibilità.
Il problema dell’aumento di stipendio però persiste: ad oggi con le risorse a disposizione del MIUR si ha difficoltà persino a riconoscere gli 85€ previsti per il comparto centrale della Pubblica Amministrazione, figuriamoci un importo maggiore.
Ecco perché, nonostante Valeria Fedeli si sia detta fiduciosa in merito al raggiungimento di un accordo il “prima possibile” la firma sul nuovo contratto potrebbe tardare più del previsto.
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