Domande sessiste nei colloqui di lavoro? Presto la denuncia anonima

Isabella Policarpio

22 Marzo 2021 - 09:55

Una piattaforma online per denunciare in modo anonimo le discriminazioni sul lavoro e durante i colloqui. Stop alle domande su gravidanza, figli e matrimonio.

Domande sessiste nei colloqui di lavoro? Presto la denuncia anonima

Tra le diverse misure a favore dell’assunzione delle donne, il ministro del Lavoro Orlando vuole introdurre la denuncia anonima nei confronti dei datori che sottopongono domande sessiste in fase di colloquio.

Infatti, nonostante il divieto, molte donne devono rispondere a domande/insinuazioni sullo stato di gravidanza, i figli e il matrimonio.

La denuncia anonima potrebbe limitare le discriminazioni di genere e spingere le donne a segnalare i comportamenti lesivi.

Per i ministri Orlando e Colao occorre “Costruire meccanismi di piattaforme anonime che denunciano chi viola l’articolo 27” poiché sono contrarie alla legge le “domande sulla vita personale alle donne al momento dell’assunzione”.

La denuncia anonima, ricordiamo, al momento è prevista in rarissime eccezioni.

Come funziona la denuncia anonima per la discriminazione di genere sul lavoro

I neo-ministri del Lavoro e dell’Innovazione intendono lanciare una piattaforma online, totalmente anonima, per mezzo della quale denunciare le aziende che violano la normativa sulle Pari Opportunità, sia in fase di assunzione (quindi durante il colloquio conoscitivo) che dopo.

Potranno denunciare le donne che, contrariamente a quanto impone la legge, ricevono domande riguardo possibili gravidanze, relazioni affettive e l’intenzione di convolare a nozze o subiscono molestie e discriminazioni stipendiali rispetto ai colleghi maschi.

Cosa dice la legge sulle Pari Opportunità al lavoro

La norma a cui i ministri Colao e Orlano fanno riferimento è il Codice delle pari opportunità (D.lgs. 11 aprile 2006, n. 198) che, all’articolo 27, elenca le condotte discriminatorie che giustificherebbero la denuncia anonima:

  • il riferimento allo stato matrimoniale o di famiglia o di gravidanza, nonché di maternità o paternità, anche adottive;
  • meccanismi di preselezione che indichino come requisito professionale l’appartenenza all’uno o all’altro sesso (eccetto per mansioni particolarmente pesanti);
  • concorsi pubblici non destinati ad ambo i sessi.

Non è considerata una violazione delle parti opportunità subordinare l’appartenenza ad un determinato sesso per l’assunzione nel campo della moda, dell’arte e dello spettacolo, sempre che ciò sia essenziale alla natura del lavoro o della prestazione.

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