Donazione d’azienda ai figli: come funziona

Caterina Gastaldi

5 Ottobre 2022 - 18:45

La donazione dell’azienda o di rami di essa ai figli permette di beneficiare di un regime fiscale particolarmente vantaggioso: ecco di cosa si tratta.

Donazione d’azienda ai figli: come funziona

La donazione è un atto detto di libertarietà, che permette il trasferimento di una proprietà da una persona a un’altra a titolo gratuito. Tra i vari oggetti per cui si può utilizzare questo meccanismo ci sono i soldi, i mobili di diverso tipo, gli immobili, e anche le aziende e i rami di azienda.

Quando viene trasferito un ramo d’azienda, o l’azienda intera, a un figlio o un coniuge si rientra nella definizione di “passaggio generazionale”, e risulta essere gratuito, ovvero esentasse. La donazione, in questo caso, permette di evitare spese e poter supervisionare, da parte del donante, il donatario durante la sua gestione, potendo quindi intervenire e aiutare quando lo ritenesse necessario, cosa che chiaramente non potrebbe avvenire in caso di eredità.

Cos’è la donazione d’azienda

Attraverso la donazione una parte, quella donante, arricchisce l’altra, il donatario. Questo meccanismo viene utilizzato per diverse ragioni, compreso il trasferimento di proprietà delle aziende o di parti di esse, da un genitore a un figlio oppure da un coniuge all’altro. La particolarità, in questo caso, è data dai diversi vantaggi fiscali, oltre dalla possibilità da parte del donante di controllare la continuità nel proseguimento dell’attività di impresa da parte del donatario, cosa che non può avvenire nel caso di successione testamentaria.

C’è anche da notare che finché il donante sarà in vita, come per le altre donazioni, gli eventuali altri eredi non potranno opporsi a questa, così come a una loro eventuale rinuncia alla quota di legittima. Fino alla morte del donante infatti gli eredi non possono attuare l’atto di opposizione alla donazione stessa.

Queste situazioni potrebbe comunque fare la loro comparsa al decesso del donante ed è quindi opportuno, prima di procedere con la donazione dell’intera azienda o di solo alcune quote, assicurarsi di gestire il tutto nel modo corretto, in modo da evitare problemi futuri, affidandosi prima di tutto a un notaio. Perché la donazione avvenga senza problemi, infatti, è necessario seguire una procedura precisa.

Come avviene la donazione di un’azienda

Prima di tutto, perché il trasferimento possa essere considerato una donazione, è necessario che non venga richiesto denaro. L’attività e gli eventuali beni infatti devono essere trasferiti obbligatoriamente in modo gratuito. Siccome, comunque, questa tipologia di donazione risulta essere piuttosto complessa, è fondamentale affidarsi a professionisti del campo fiscale e contrattuale, quali notai e commercialisti, oltre che eventualmente consulenti fiscali o avvocati, considerando anche i possibili diritti esercitabili da altri eredi coinvolti.

Inoltre bisognerà rispettare diverse regole, come:

  • deve avvenire tramite contratto o scrittura privata, che dovranno venire documentati al Registro delle Imprese;
  • è richiesto l’atto pubblico, pena annullamento della donazione;
  • devono essere presenti almeno due testimoni al momento del rogito;
  • nel caso in cui la donazione dell’azienda portasse anche il trasferimento di dipendenti e/o contratti con fornitori o altre attività, sarà necessario trasferire di fatto ogni contratto in questione al nuovo proprietario;
  • nel caso in cui fossero presenti dei dipendenti, sarà chiaramente necessario garantire la continuità dei contratti attivi.

Il proprietario, prima di procedere con la donazione, può anche imporre alcune clausole che il ricevente dovrà seguire da contratto per poter ricevere la donazione, a patto che vengano considerate lecite. Per esempio, si può richiedere di continuare l’attività e non vendere l’azienda, almeno per un certo periodo di tempo.

Imposte nella donazione ai figli o coniuge e i vantaggi fiscali

Il passaggio dell’azienda a figli o coniuge, detto anche “passaggio generazionale”, si può considerare esentasse e, nel caso in cui fossero presenti anche degli immobili, per questi non sarà necessario pagare le imposte ipotecarie e quella catastale.

Come previsto dall’articolo 3, comma 4-ter del testo unico sulle imposte di successione e donazione, dlgs n. 346/1990 infatti è prevista un’agevolazione fiscale, ideata con la finalità di semplificare il passaggio generazionale delle aziende. Questo situazione fa sì che, a determinate condizioni, il trasferimento di aziende, quote, o rami aziendali non sia soggetto all’imposta sulle successioni e donazioni.

Questo beneficio viene applicato a prescindere dal valore dell’oggetto del trasferimento. Tuttavia, a seconda dell’oggetto in questione, sarà necessario che vengano rispettate alcune condizioni dai beneficiari, in particolare:

  • i discendenti del de cuius;
  • il coniuge del de cuius.

Il beneficio di cui si sta parlando è, in generale, previsto per:

  • disposizioni mortis causa;
  • donazioni;
  • atti a titolo gratuito;
  • costituzione di vincoli di destinazione;
  • patti di famiglia di cui agli articoli 769 bis e seguenti del Codice civile.

Le condizioni prevedono prima di tutto che venga proseguita per almeno cinque anni l’esercizio dell’attività d’impresa (indipendentemente da cosa è stato donato). Inoltre, a seconda dell’oggetto, possono essere anche presenti altre richieste. La prosecuzione dell’attività in questo periodo deve essere diretta.

Nel caso in cui non si rispetti quanto previsto sarà necessario pagare l’imposta dovuta, più gli interessi di mora, più una sanzione amministrativa del 30% sugli importi non versati. Per evitare problemi di ogni genere è quindi sempre consigliabile affidarsi a professionisti, prima di procedere con la donazione, così da poter valutare coscientemente ogni evenienza.

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