Rispondi al sondaggio di Money.it: i soldati italiani dovrebbero abbandonare il Libano dopo l’attacco di Israele oppure restare nelle basi della missione Unifil?
Dopo l’attacco di Israele, l’Italia deve abbandonare il Libano? Questo è il sondaggio che Money.it vuole proporre ai suoi lettori ora che il conflitto in Terra Santa, in corso da oltre un anno, ha coinvolto anche i militari italiani impegnati nella missione Unifil delle Nazioni Unite.
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Come noto nei giorni scorsi Israele ha attaccato tre basi dell’Unifil - due delle quali a guida italiana - dislocate lungo la Blue Line del confine libanese, provocando in totale il ferimento di quattro soldati (due indonesiani e due cingalesi).
Da quando la guerra si è allargata anche al Libano, l’esercito israeliano (Idf) più volte ha chiesto alle truppe Unifil di spostarsi più a Nord per agevolare le sue operazioni militari contro Hezbollah.
I peacekeepers però si sono rifiutati di abbandonare le loro basi, convinti di essere l’unico canale capace di poter far dialogare israeliani e miliziani libanesi. Dopo l’attacco il nostro ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dichiarato che i soldati italiani di stanza in Libano rimarranno al loro posto.
Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è quello di capire se i soldati italiani devono abbandonare o meno il Libano dopo l’attacco di Israele.
Soldati italiani in Libano: il sondaggio
La missione Unifil delle Nazioni Unite in Libano è in corso dal 1978, con il contingente italiano - circa 1.200 soldati - che è il più numeroso tra quelli dislocati nelle basi lungo il confine con Israele.
Da quando è scoppiata la guerra tra lo Stato ebraico e Hamas si discute del futuro dei nostri militari in Libano, specie ora che il conflitto si è allargato a Hezbollah con l’invasione via terra dell’Idf anche del territorio libanese.
L’attacco israeliano alle basi Unifil ha scatenato la dura reazione del governo italiano e degli altri impegnati nella missione Onu. Tel Aviv ha dichiarato che più volte i peacekeepers sono stati invitati a spostarsi più a Nord, specificando poi che al momento sono ancora in corso le indagini su quanto avvenuto presso le basi dei caschi blu.
Non è un mistero che per Israele la presenza della missione Unifil sia un intralcio nella guerra contro Hezbollah, con i miliziani libanesi che di certo sono più numerosi e meglio armati rispetto ad Hamas.
Il ministro Crosetto - parecchio irritato per l’accaduto - ha ribadito che al momento i soldati italiani non si muoveranno dal Libano, anche se la situazione in Terra Santa ormai è quella di una guerra regionale che presto potrebbe coinvolgere anche una potenza come l’Iran.
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