Dopo il coronavirus si teme un’epidemia di tumori: l’allarme degli oncologi

Martino Grassi

02/06/2020

Terminata l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus, gli oncologi temono una possibile epidemia di cancro a causa della sospensione degli screening durante il lockdown.

Dopo il coronavirus si teme un’epidemia di tumori: l’allarme degli oncologi

Dopo la pandemia di coronavirus, gli oncologi temono che ci possa essere una nuova epidemia di tumori a causa dei ritardi e delle sospensioni delle operazioni e degli screening durante il periodo di lockdown.

Tra i tanti effetti collaterali del coronavirus c’è anche l’aver messo da parte le altre patologie per dedicarsi in modo totale alle infezioni polmonari, ma secondo gli esperti questa scelta adesso potrebbe mostrare i suoi effetti, soprattutto sui pazienti oncologici, o sospetti tali.

Dopo coronavirus è allarme tumori

Il dottor Giuseppe Curigliano, direttore della Divisione nuovi farmaci allo IEO, l’Istituto europeo di Oncologia a Milano e professore di Oncologia medica all’Università, lancia l’allarme di un possibile boom di nuove diagnosi di cancro e spiga che “probabilmente, nei prossimi mesi, quando riprenderanno, ci troveremo di fronte a un numero più grande di casi avanzati, meno curabili e meno guaribili”.

La chiusura di molti laboratori e i ritardi nei controlli e nei test di prevenzione potrebbere adesso avere delle gravi conseguenze per i pazienti. Inoltre la presenza di un tumore, spiega Curigliano, potrebbe rappresentare “un fattore di rischio che rende più grave l’infezione da coronavirus”.

L’unico modo per poter fronteggiare questa situazione, secondo il medico, è quello di potenziare la medicina sul territorio in modo che i pazienti possano affidarsi alle piccole strutture locali, anziché agli ospedali, fortemente in sovraccarico durante le emergenze sanitarie. Anche “i family doctors, come li chiamano gli anglosassoni. I nostri medici di medicina generale”, spiega Curigliano hanno un ruolo fondamentale in queste situazioni, poiché spetta a loro “intercettare i segnali di malattia, inviare i pazienti allo specialista, ma poi riprenderseli in carico quando devono seguire le terapie”.

Le cifre allarmanti dei tumori in Italia

Sulla questione si è espresso anche Francesco Schittulli, Presidente nazionale della LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, che ha commentato la situazione riportando delle cifre allarmanti, incalzando sulla necessità di una riforma della gestione sanitaria a livello nazionale.

“In Italia lo scorso anno (2019) sono stati diagnosticati oltre 370.000 nuovi casi di cancro, vale a dire: ogni giorno più di 1.000 italiani hanno avuto una diagnosi di cancro. Mediamente ogni giorno circa 500 persone muoiono in Italia di cancro. Per quest’anno (2020) si stimano circa 4 milioni di italiani portatori di un vissuto cancro”.

Schittulli afferma che adesso è arrivato il momento di “recuperare il tempo perso, evitando una pandemia di tumori, riattivando gli screening e coinvolgendo in modo attivo anche le strutture e i presidi privati convenzionati, proprio come accaduto durante l’epidemia di COVID-19

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