Se non si pagano le bollette scadute si avvia una procedura che porta alla sospensione della fornitura. Vediamo entro quanti giorni.
Purtroppo per chi si trova in difficoltà economiche possono capitare casi in cui non si riesce a pagare la bolletta della luce. Si tratta di un avvenimento spiacevole che inevitabilmente comporta delle conseguenze. Pagare una bolletta in ritardo può avere conseguenze economiche come costi di interesse, non pagarla per un tot di tempo dalla scadenza, comporta l’interruzione totale della fornitura.
Se vi state chiedendo dopo quanto tempo dalla bolletta scaduta, l’ente gestore provvede allo stop della fornitura, in questo articolo facciamo chiarezza.
Cosa succede se non ho pagato una bolletta scaduta
Se una bolletta è scaduta possono esserci conseguenze che sono man mano più gravi più aumentano i giorni di ritardo dal pagamento. Possiamo dire che se la bolletta è scaduta per un periodo che va da 2 a 7 giorni non ci sono conseguenze ma il consiglio è di saldarla quanto prima.
Da 7 a 15 giorni di ritardo di solito l’ente gestore invia una raccomandata con un sollecito di pagamento che dovrà contenere le seguenti informazioni:
- modalità per comunicare al fornitore l’avvenuto pagamento della bolletta arretrata;
- data a partire dalla quale, se si continuerà a non pagare, il fornitore invierà la richiesta di sospensione del servizio al distributore;
- l’eventuale costo delle operazioni di sospensione e riattivazione;
- i casi in cui il cliente ha diritto a un indennizzo automatico, se la sospensione non avviene secondo le dovute procedure.
Una volta ricevuto il sollecito di pagamento conviene andare a saldare immediatamente la bolletta scaduta dando poi tempestiva comunicazione all’ente gestore dell’avvenuto pagamento in modo da interrompere la procedura. Se invece continuiamo a non pagare la fattura neanche dopo il sollecito, allora l’iter andrà avanti.
Dopo quanto tempo staccano la corrente
Di solito il primo avvertimento, a scadenza del termine stabilito per il pagamento della bolletta scaduta, consiste nel ridurre la potenza portandola ad un livello pari al 15% di quella disponibile. Questo significa che la maggior parte degli elettrodomestici non potranno funzionare e ci sarà la possibilità soltanto di avere le luci accese.
A questo punto se si continuerà a non pagare, trascorsi 15 giorni dalla riduzione della potenza, il gestore provvederà con l’interruzione totale della fornitura e si resterà totalmente senza corrente. Inoltre, il gestore bloccherà anche il codice POD per morosità, in modo che non si potrà nemmeno passare a un altro fornitore prima di aver saldato le fatture arretrate.
Per riattivare la fornitura la prima cosa da fare è contattare il fornitore per dimostrare l’avvenuto pagamento della bolletta scaduta. Occhio però perché il solo importo della bolletta potrebbe non bastare: il gestore infatti potrebbe pretendere costi di gestione per l’interruzione e per la procedura di riattivazione.
Nel mercato libero tali costi ammontano a 25,20€ per la riattivazione del contatore più il costo della prestazione commerciale del fornitore, come previsto da contratto.
I casi in cui la luce non può essere staccata
Esistono dei casi in cui il mancato pagamento di una bolletta non autorizza lo stop alla fornitura dell’energia elettrica all’ente gestore. Ecco quali:
- quando il cliente non viene avvisato;
- quando il pagamento è già stato eseguito e inviato al servizio clienti;
- nei giorni festivi e prefestivi;
- quando la bolletta è ormai in prescrizione;
- quando in precedenza il cliente ha inviato un reclamo scritto relativo al contatore o a importi anomali senza ricevere risposta;
- in caso di mercato tutelato, l’importo della bolletta non è inferiore o uguale al deposito cauzionale;
- quando il mancato pagamento è causato da un’altra utenza, ad esempio il gas, o da un altro servizio;
- in caso di clienti collegati a macchinari salvavita;
- in caso di forniture con funzioni di pubblica utilità.
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