La ricetta di Draghi contro la lunga recessione: cosa fare con il Recovery Fund?

Violetta Silvestri

15/12/2020

Mario Draghi è tornato a parlare del momento straordinario che sta attraversando l’economia mondiale, con un focus sull’Europa e sull’Italia. Cosa fare contro la lunga recessione di oggi?

La ricetta di Draghi contro la lunga recessione: cosa fare con il Recovery Fund?

Mario Draghi è ricomparso sulla scena economica in occasione della presentazione a un gruppo ristretto di giornalisti di un documento sul futuro delle imprese, redatto con personalità internazionali con il nome di G30.

L’ex governatore della BCE si ritrova spesso - suo malgrado - nelle prime pagine delle cronache politiche italiane, tirato in ballo da ipotesi e disegni futuri sulla guida del Governo nazionale, in eterna crisi.

Le dichiarazioni estrapolate da il Corriere della Sera di oggi, però, si concentrano sul suo ambito: l’analisi economica-finanziaria del mondo sopraffatto dalla pandemia. Draghi ha dato valutazioni a ampio raggio, spaziando dal ruolo delle banche all’importanza del Recovery Fund, fino alla ricetta per attenuare il debito pubblico.

Cosa ha suggerito l’ex governatore BCE per superare la lunga recessione dei nostri tempi?

Draghi: il Recovery Fund può agire sul debito pubblico

Argomento centrale di queste settimane in Europa è il Recovery Fund. Le risorse del Next Generation EU sono l’occasione unica e imperdibile per i Paesi europei alle prese con una crisi difficile.

In Italia il tema è ancora più sentito come urgente e fondamentale, considerando che a Roma arriveranno somme piuttosto ingenti da Bruxelles. Sono, infatti, giorni campali per il Governo Conte, alle prese con la definizione dei progetti da finanziare con i fondi UE nel documento del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Cosa ne pensa Draghi? Pur restando piuttosto generico, senza entrare nelle spinose questioni interne italiane, l’ex governatore BCE ha espresso idee ben chiare:

“Questa è un’opportunità unica di investire in molti progetti di valore elevato..Se sono vecchi o nuovi non è importante, ciò che conta è che il loro valore sociale sia dimostrabile”

In pratica, servono interventi mirati, che abbiano un “tasso di rendimento sociale, come anche nell’istruzione o nel cambiamento climatico, oppure è semplicemente il frutto di una convenienza politica e di clientelismo”.

Il motivo di tale valutazione per Draghi è semplice: le risorse del Next Generation EU, se ben indirizzate, avranno un impatto importante sulla sostenibilità del debito pubblico. Un problema, quest’ultimo, che da sempre rende l’Italia osservata speciale a Bruxelles.

La lezione economica sull’indebitamento e il suo legame con la crescita è semplice per Draghi:

“Se [le risorse del Recovery Fund] saranno sprecate, il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita. Se invece i tassi di rendimento dei progetti fossero elevati e tali da giustificare l’investimento pubblico, allora la crescita arriverebbe e diventerebbe il fattore decisivo per la sostenibilità del debito

Se ancora non fosse chiaro, il banchiere ha sottolineato che più un Paese ha un debito alto, più l’impatto de Next Generation EU sarà grande su crescita e debito. Italia avvisata, quindi. Anzi, tutta l’Europa è al bivio: il Recovery Fund, nelle parole di Draghi, è il motore della ripresa di domani, per fare in modo che consumi e investimenti crescano in modo costante e grazie a progetti pubblici di valore.

La Cina, intanto, corre, ma non potrà essere l’unico appiglio per il rilancio europeo attraverso l’export in Asia.

Banche e imprese: allarme NPL per Draghi

Uno sguardo approfondito anche sullo stato di salute del sistema bancario, così importante per il sostegno delle imprese in questo tempo di grande crisi di liquidità.

Mario Draghi al riguardo non ha dubbi: “Ci sarà un aumento dei crediti deteriorati in tutto il sistema bancario in gran parte del mondo”.

E questo è un campanello di allarme: come faranno gli istituti di credito a finanziare economia e settore privato?

Nel prossimo futuro Draghi vede la necessità di un intervento: “Che siano bad bank che acquisiscano i crediti deteriorati, aumenti di capitale oppure altri interventi, sono sicuro che ci si dovrà occupare di questa questione”

Questa la ricetta e la visione di Mario Draghi su quella che per lui è una lunga recessione.

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