Ecco 1 buono fruttifero postale e 2 titoli di Stato per guadagnare il 5%

Stefano Vozza

8 Gennaio 2025 - 13:56

Guadagnare il 5% sul reddito fisso con strumenti di investimento garantiti dallo Stato Italiano: alcune alternative a confronto

Ecco 1 buono fruttifero postale e 2 titoli di Stato per guadagnare il 5%

La discesa dei rendimenti sul reddito fisso porta spesso a valutare tra più alternative, magari concorrenti, per cercare il “miglior” rendimento al tempo dell’analisi. Certo, si tratta di un concetto molto relativo e alquanto personale.

Cosa presuppone quel “migliore” affinché un dato investimento possa ritenersi tale? Si allude alla certezza del capitale sia durante che a scadenza oppure nel riuscire a conseguirlo nel minor tempo possibile? E ancora, a quali rischi e a quali condizioni tanto di mercato quanto dell’emittente del prodotto di turno? E così via.

Da qui si comprende il perché l’idea di lasciarsi guidare da un consulente finanziario di fiducia non è mai pessima, anzi. Si evitano tanti abbagli e scelte azzardate, o non consone al proprio profilo di investitore. Se poi si evitano anche tante inutili spese di gestione poi è ancora meglio. Intanto, ecco 1 buono fruttifero postale e 2 titoli di Stato per guadagnare il 5%.

Guadagnare il 5% avendo la certezza del capitale anche prima della scadenza

Per l’investitore con modesti capitali da gestire e/o completamente avulso al rischio, la certezza del capitale anche prima del termine è quasi un must tra i suoi criteri di ricerca. I prodotti del risparmio postale, per esempio, sono tra quelli che rispondono positivamente al criterio del basso rischio. In più godono della garanzia dello Stato Italiano sul capitale investito e un regime di spese contenuto. Quelle di gestione sono assenti, mentre quelle fiscali sono di vantaggio. La ritenuta sugli interessi è del 12,50% e l’imposta di bollo del 2x1.000 scatta nei soli casi, tempi e modi di Legge.

Prendiamo come esempio l’attuale serie del buono fruttifero 4 anni Plus, la numero TF504A241114, in sottoscrizione dal 14/11/2024. Il titolo rende l’1,25% annuo lordo (solo) a scadenza, pari all’1,10% netto annuo. Dopo 4 anni dalla data di acquisto il coefficiente per la determinazione del montante lordo maturato in 4 anni è l’1,05094534 (netto: 1,04457717).

Ecco 1 buono fruttifero postale e 2 titoli di Stato per guadagnare il 5%

Mettiamoci ora nei panni del’investitore che rifugge gli investimenti speculativi ma non per questo è del tutto refrattario al rischio. In più supponiamo si tratti di un risparmiatore certo di portare al termine l’investimento, per cui eventuali oscillazioni dei prezzi “nel mentre” non scuotono più di tanto.

La scelta di un bond, sovrano o corporate in base agli obiettivi e alle strategie di fondo, è una tra le tante alternative disponibili. Consideriamo due scenari differenti su uno stesso prodotto, il titolo sovrano nazionale. Se il rischio è medio basso e non vi sono problemi di attesa, pensiamo allora al BTP di breve-media curata con il 5% di rendimento complessivo. Quest’ultimo può intendersi tanto netto quanto lordo, ma la differenza non è ininfluente. Nel primo caso, infatti, servirà una durata residua maggiore rispetto alla prima per produrre un guadagno complessivo maggiore e onorare le spese fiscali allo Stato e di gestione alla banca.

Consideriamo ora il BTP con ISIN IT0005484522 in scadenza l 1° aprile 2027, cioè tra 2,22 anni residui. L’obbligazione ha una cedola nominale annua dell’1,10%, mentre al momento prezza sui 97,03 centesimi. Alla luce di ciò ne deriva che il rendimento effettivo annuo lordo a scadenza è del 2,5%, il 2,36% netto.

In soldoni da qui a scadenza il bond maturerà 4 cedole piene dello 0,55% lordo, più il residuo del rateo in corso (0,2%). Infine a scadenza ci saranno i quasi 3 centesimi pieni di plusvalenza, percui il 5% complessivo può dirsi assicurato nel giro di 2 anni e 80 giorni.

Come guadagnare tanto con le obbligazioni in poco tempo

Laddove invece quel 5% lo si intendesse guadagnare in minor tempo allora bisogna alzare il grado di rischio della propria operazione. Qui in teoria si aprirebbe un mare magnum di strategie potenzialmente percorribili, ognuna adatta al proprio profilo di investitore ed obiettivi.
Ad esempio i trader in bond, molto esperti ed abituati al rischio, puntano quasi esclusivamente sui movimenti dei prezzi. Spesso ricercano bond liquidi, a scadenze di lungo termine ed elevate duration, e quindi capaci di garantire buoni movimenti dei prezzi anche in poco tempo.

Si tratta di operazioni per niente adatte all’investitore medio, dove la ricerca del rendimento non deve mai mettere a repentaglio il capitale. Allora una possibile idea intermedia tra casi estremi potrebbe essere quella di puntare tutto o tanto sull’incasso di poche cedole corpose. Cioè di sottoscrivere un bond dall’elevata cedola nominale annua e di incassarne in numero giusto da garantire quel 5% prima della rivendita. Nei casi più fortunati si possono cumulare interessi e plusvalenza così da accorciare i tempi d’attesa, ovvero incrementarne il ritorno totale.

Facciamo un esempio per tutti. Il BTP con ISIN IT0005611741 paga il 4,30% annuo lordo nominale, per cui in 16 mesi si guadagna il 5% netto (2 cedole semestrali più un rateo quadrimestrale). La vera sfida sta tutta nel riuscire a comprarlo e rivenderlo allo stesso prezzo per non avere perdite in conto capitale, cosa non impossibile ma è tutta da dimostrare. Nei casi peggiori, infatti, la cedola servirebbe a coprire la perdita da capital gain, in tutto o in parte in base alle dinamiche.

Nelle operazioni mal partorite e peggio ancora gestite, il rischio più grande è invece quello di vedersi il capitale incagliato per molto tempo con tutte le conseguenze del caso. Situazione decisamente più felice, infine, nello scenario inverso.

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