Mosca ha risposto alle sanzioni occidentali con un’economia in crescita e con una serie di contro-sanzioni che stanno creando non pochi problemi all’occidente.
Si parla spesso delle (fallimentari) sanzioni economiche che i Paesi del «blocco occidentale» hanno imposto alla Russia. Se tali sanzioni avevano l’obiettivo strategico di impedire a Mosca di adottare un’economia di guerra in grado di fronteggiare «l’operazione speciale» in Ucraina, esse hanno infatti fallito miseramente, così come si è rivelata deludente e fallimentare la strategia occidentale che dal 2014, dopo Euromaidan e l’occupazione della Crimea, ha messo la Russia nel mirino.
L’economia russa si è dimostrata resiliente, negli ultimi due anni: Il Pil russo è cresciuto del 3,6% nel 2023 e il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita del 2,6% quest’anno. La disoccupazione è ai minimi storici e i salari sono in aumento. Sul campo di battaglia, la Federazione russa avanza su più fronti dopo la vittoria di Avdiïvka e gli ucraini devono fare i conti con una grave mancanza di uomini e di rifornimenti, complice anche lo stallo presso il Congresso americano.
Le sanzioni occidentali? Hanno avvicinato Russia, Cina e Iran
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