Ecco perché l’Europa chiede ai cittadini di mettere insieme un kit di sopravvivenza per 72 ore

Alessandro Nuzzo

29 Aprile 2025 - 21:31

Il futuro non è più tranquillo e il popolo europeo deve essere pronto a gestire situazioni di emergenza.

Ecco perché l’Europa chiede ai cittadini di mettere insieme un kit di sopravvivenza per 72 ore

All’interno della Commissione Europea è in corso un profondo cambiamento di approccio, spinto dalla crescente instabilità geopolitica e dall’aggravarsi della crisi climatica. Nei prossimi anni, la sicurezza degli Stati membri potrebbe essere seriamente messa a rischio. Per questo motivo, l’Europa deve attrezzarsi per affrontare eventuali conflitti, cyberattacchi, pandemie, disastri naturali o altre emergenze.

La gestione delle prime 72 ore di emergenza è ritenuta cruciale: Bruxelles invita ogni famiglia europea a dotarsi di scorte minime di acqua, cibo, medicinali e batterie, per essere autonoma nei primi tre giorni senza assistenza esterna. Questa direttiva fa parte della nuova strategia di preparazione discussa in Commissione.

Bisogna prepararsi a gestire scenari di emergenza

«Prepararsi a ogni scenario» è il principio guida. Una bozza del documento sottolinea la necessità di predisporre risposte a incidenti e crisi su larga scala, inclusa un’eventuale aggressione armata. In un contesto di rischi crescenti, sia naturali che causati dall’uomo, la Commissione reputa urgente rafforzare la resilienza europea.

Il piano prevede 30 azioni chiave per sensibilizzare i cittadini: dalla preparazione civile alle esercitazioni comuni, fino a corsi di formazione specifici per giovani e adulti. L’obiettivo è far maturare una nuova consapevolezza: la sicurezza in Europa non può più essere data per scontata. Le minacce, infatti, non provengono solo da tensioni internazionali — come quelle con la Russia — ma anche da attacchi informatici, epidemie e calamità naturali aggravate dal cambiamento climatico.

La Commissione intende inoltre realizzare una piattaforma digitale per informare cittadini e viaggiatori sui rischi e sulle risorse disponibili, inclusa una mappa dei rifugi. Si punta a una strategia collettiva, abbandonando l’approccio isolato, con riserve comuni di farmaci, materie prime, cibo ed energia.

Entro il 2030, l’Europa vuole cittadini consapevoli e pronti, attraverso esercitazioni regolari e una Giornata Europea della Preparazione. La Commissione richiama tutti a prendere atto che la pace e la stabilità non sono più garantite: prepararsi è una necessità, non un’opzione.

Il blackout in Spagna esempio di gestione dell’emergenza

Tra i possibili scenari emergenziali non rientrano solo guerre e pandemie, ma anche problematiche legate alle infrastrutture, come ad esempio quelle elettriche. Il blackout generale che ha colpito nelle scorse ore Spagna, Portogallo e parte della Francia ha rilanciato la necessità di accelerare sul programma della Commissione per istruire i cittadini in caso di emergenza.

L’interruzione generale di energia elettrica ha causato numerosi disagi: centinaia di persone sono rimaste bloccate negli ascensori o nelle metropolitane, e soltanto l’intervento dei vigili del fuoco e dell’esercito ha permesso di liberarli dopo diverse ore. Solo a Lisbona, i Vigili del Fuoco hanno effettuato 142 interventi, di cui 79 per soccorrere persone intrappolate negli ascensori. In casi di emergenza in cui le reti di collegamento saltano, il protocollo prevede l’utilizzo di Internet satellitare e della rete SIRESP per garantire le comunicazioni.

La macchina dell’emergenza ha funzionato tutto sommato bene, e le comunicazioni sono state ripristinate nel giro di pochi minuti grazie ai satelliti.

Si trattava comunque di una situazione nuova e mai vissuta da tantissime persone. Per evitare disagi in futuro, la Protezione Civile del Comune di Lisbona ha consigliato a tutta la popolazione di dotarsi di un kit di sopravvivenza per almeno 72 ore. È necessario avere almeno una torcia elettrica, cibo, acqua, una radio a batteria e batterie di riserva. Il kit deve inoltre essere adattato alle esigenze di ogni persona. “Il kit di emergenza deve garantire che le persone siano nutrite, idratate e informate”, fanno sapere.

Un po’ quello che già chiede la Commissione Europea a livello comunitario: fornire linee guida agli Stati membri per organizzare la preparazione della popolazione, affinché possa affrontare autonomamente i primi 3 giorni critici. Le prime 72 ore sono le più delicate in caso di emergenza, ed è fondamentale che la popolazione sappia cosa fare e disponga dei mezzi necessari per la propria sopravvivenza.

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