Ecco perché la rata del mutuo è salita velocemente ma ora si abbassa lentamente

Claudia Cervi

25 Ottobre 2024 - 07:49

Il cambio di rotta della Bce alleggerisce la pressione sui mutui, ma non abbastanza. Ecco tutte le ragioni per cui la rata dei mutui non sta scendendo con la stessa velocità con cui è salita.

Ecco perché la rata del mutuo è salita velocemente ma ora si abbassa lentamente

Perché la rata del mutuo è salita velocemente ma ora si abbassa lentamente?

Il taglio dei tassi Bce allenta la pressione sulle famiglie indebitate con un mutuo a tasso variabile, ma con un impatto inferiore rispetto a quello che ci si potrebbe aspettare. Dopo le tre sforbiciate da parte della Bce, tra giugno e ottobre, la rata del mutuo è diminuita mediamente dell’8,7%, a un ritmo decisamente più basso rispetto all’impennata del 32% vista tra giugno e dicembre 2022.

Come è possibile? La risposta si cela nei meccanismi che determinano l’impatto degli indici Euribor sulle rate dei mutui.

In questo articolo, proviamo a rispondere a questo apparente paradosso, spiegando i motivi per cui la rata del mutuo sta diminuendo più lentamente rispetto alle attese.

Perché la rata del mutuo è salita velocemente ma ora si abbassa lentamente

Ecco le ragioni per cui la rata del mutuo è salita velocemente ma ora si abbassa lentamente:

1) Modalità di rilevazione degli indici Euribor
Il tasso variabile è composto da due elementi: l’indice Euribor, che oscilla in base alle condizioni di mercato, e lo spread, stabilito dalla banca nel contratto di mutuo. Tuttavia, le banche adottano diverse metodologie per rilevare gli indici Euribor, determinando sostanziali differenze nei calcoli della rata del mutuo: per esempio, alcuni istituti di credito rilevano il tasso a fine mese, altri calcolano una media mensile e altri ancora si basano sull’Euribor di metà mese. Generalmente, dunque, l’aggiornamento delle rate avviene con un ritardo rispetto all’effettiva discesa dell’Euribor e chi ha un mutuo indicizzato su base trimestrale potrebbe addirittura vedere un piccolo aumento delle rate a causa di precedenti rilevazioni dell’Euribor.

2) Lo spread applicato dalla banca
Lo spread rappresenta la componente fissa del tasso variabile e viene stabilito dalla banca nel contratto di mutuo. Durante i periodi di rialzo dei tassi, l’aumento dell’Euribor ha un impatto diretto e immediato sulle rate, ma quando i tassi scendono, l’effetto della diminuzione può essere attenuato dalla componente fissa del mutuo. Lo spread, infatti, può mantenere le rate su livelli più alti rispetto a quanto ci si aspetterebbe solo considerando la discesa dell’Euribor. Inoltre, lo spread può variare tra le diverse banche, influenzando ulteriormente la velocità con cui il calo dei tassi si traduce in un reale risparmio per i mutuatari.

3) L’effetto del piano di ammortamento alla francese
Un altro fattore che spiega perché la rata del mutuo è salita velocemente ma ora si abbassa lentamente risiede nelle dinamiche del piano di ammortamento alla francese. La maggior parte dei mutui in Italia segue un piano di ammortamento che prevede il pagamento di una rata costante nel tempo, con una quota di interessi maggiore nei primi anni del mutuo e una quota capitale che cresce gradualmente. Questo significa che, anche se gli indici Euribor scendono, la rata potrebbe non diminuire in modo significativo perché la parte di interessi da rimborsare si è ormai ridotta. Pertanto, man mano che ci si avvicina alla scadenza del mutuo, rallenta l’effetto positivo del calo dei tassi sulle rate.

Prospettive future nel mercato dei mutui

Negli ultimi due anni, il mercato dei mutui ha subito oscillazioni significative, riflettendo l’andamento dei tassi Euribor e delle politiche monetarie della Banca Centrale europea. Da gennaio 2022 a ottobre 2024, la rata mensile di un mutuo medio di 126.000 euro in 25 anni è passata da 456 euro a 685 euro, con un picco massimo di 752 euro tra dicembre 2023 e febbraio 2024. Questo aumento è stato principalmente causato dalla rapida crescita dei tassi Euribor, che hanno visto un incremento significativo dal 2022 fino alla metà del 2023. Tuttavia, da luglio 2024 si osserva una graduale riduzione delle rate, grazie al cambio di rotta della Bce che da giugno ha avviato una diminuzione dei tassi di interesse, seppur più lenta rispetto alla rapidità con cui sono aumentati.

Secondo le previsioni attuali, il trend di riduzione dei tassi dovrebbe proseguire nelle prossime riunioni Bce. Secondo le simulazioni di Facile.it, nel caso di un ulteriore taglio di 25 punti base nella prossima riunione di dicembre, la rata mensile potrebbe scendere di circa 18 euro entro i primi mesi del 2025. Successivamente, il calo complessivo potrebbe raggiungere i 38 euro dopo ulteriori due tagli a marzo e giugno 2025 e i 95 euro entro la fine dello stesso anno. In termini pratici, questo si tradurrebbe in una rata che passerebbe dai 714 euro di ottobre 2024 ai 620 euro previsti per la fine del 2025, offrendo un significativo sollievo ai mutuatari.

|Mese| Tasso (TAN)| Rata mensile| Variazione rata da gennaio 2022|
|Gennaio 2022| 0,67%| 456 €| -|
|Dicembre 2022| 3,07%| 602 €| +146 €|
|Giugno 2023| 4,67%| 713 €| +257 €|
|Dicembre 2023| 5,21%| 752 €| +296 €|
|Febbraio 2024| 5,20%| 751 €| +295 €|
|Luglio 2024| 4,95%| 733 €| +277 €|
|Settembre 2024| 4,50%| 714 €| +247 €|
|Ottobre 2024|4,25% |685 €| +229 €|

L’evoluzione futura dei tassi variabili resta comunque incerta. Se da un lato i tassi sembrano destinati a scendere, la volatilità dei mercati finanziari e l’imprevedibilità delle decisioni delle banche centrali rendono difficile fare previsioni a lungo termine.

In questo contesto, i mutuatari che vogliono abbassare la rata più rapidamente potrebbero considerare la surroga verso un tasso fisso, approfittando delle condizioni attualmente favorevoli offerte dalle banche. Con un tasso fisso al 2,79%, si potrebbe ottenere una rata fissa di circa 584 euro, garantendo stabilità e protezione contro eventuali futuri rialzi dei tassi variabili.

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