L’economia globale sta cercando nuovi equilibri dinanzi a eventi improvvisi e negativi. Con la guerra in Ucraina a complicare la ripresa economia, le sfide del mondo sono almeno 3.
Con lo scoppio della guerra in Ucraina è cambiato tutto nelle aspettative per l’economia globale.
Questo doveva essere l’anno di ripresa dallo shock del Covid-19. Entro la fine del 2022, gli analisti si aspettavano che le economie statunitense, europea e cinese sarebbero quasi tornate sui percorsi che stavano percorrendo prima della pandemia.
Altre economie emergenti erano in ritardo, ma si aspettavano anche una crescita rapida e un lento ritorno alla normalità.
Tutte queste stime sono ora svanite, con un’inflazione all’orizzonte sempre più elevata e duratura.
L’economia globale si trova dinanzi a 3 sfide cruciali: stagflazione, nuovi profughi in Europa, impennata dei contagi in Cina (con minaccia di lockdown).
1. Staglfazione
L’invasione russa dell’Ucraina sta imponendo un grave shock da stagflazione: i prezzi aumentano, poiché la fornitura di energia è minacciata e i redditi delle famiglie e delle imprese si comprimono mentre i beni essenziali diventano più costosi.
In tutto il mondo, i responsabili politici hanno intrapreso azioni e si sono orientati verso una prospettiva più cupa. Poco più di un mese fa, Christine Lagarde, presidente BCE, ha presentato una visione ottimista delle prospettive dell’Eurozona, prevedendo che la crescita dovrebbe rimbalzare fortemente, ma questa settimana ha cambiato idea, dicendo che i recenti eventi “ponevano rischi significativi per crescita”.
Preoccupato per l’impennata dell’inflazione negli Stati Uniti, il presidente della Federal Reserve Jay Powell ha avviato una serie di aumenti dei tassi di interesse, affermando di essere “acutamente consapevole della necessità di riportare l’economia alla stabilità dei prezzi e determinato a utilizzare i nostri strumenti per fare esattamente questo”.
Il massimo funzionario economico cinese, Liu He, era sufficientemente preoccupato per la situazione da fare un raro intervento mercoledì, promettendo che il Governo avrebbe stimolato l’economia nel primo trimestre, oltre a introdurre politiche favorevoli al mercato.
L’allarme per tutti è la stagflazione. Crescita in frenata e prezzi troppo in rialzo sono i grandi rischi.
Le catene di approvvigionamento globali sono già state pesantemente interrotte dalla pandemia e dai colli di bottiglia, ma la guerra in Ucraina presenta una nuova allerta per la fornitura di materiali chiave.
Ad esempio, Kiev fornisce il 70% di gas neon, necessario per il processo di litografia laser utilizzato per produrre semiconduttori, mentre la Russia è il principale esportatore di palladio, necessario per realizzare convertitori catalitici. Le interruzioni nelle forniture di questi Paesi, cruciali anche per gas e grano, daranno la spinta all’inflazione e a una grave carenza.
Mentre c’erano speranze che l’economia europea potesse crescere più velocemente degli Stati Uniti nel 2022, pochi ora pensano che sia probabile.
Vitor Constâncio, l’ex vicepresidente della Bce, avverte che una recessione è possibile, indipendentemente da ciò che accade durante la guerra, se si perde la fiducia.
“Con carenze quantitative, la crescita potrebbe scendere ancora di più e forse anche diventare negativa quest’anno, perché avremmo il panico, con i risparmi in aumento e domanda bloccata.”
Tradotto: scenari di staglfazione, soprattutto in Europa.
2. Rifugiati
Focalizzandosi esclusivamente sulla guerra, il vecchio continente ha un’altra sfida da combattere: il flusso di rifugiati ucraini.
Con la più grande guerra sul suolo europeo da quasi 80 anni, la minaccia di un’escalation costringe l’Europa a fare i conti con un afflusso di rifugiati ancora maggiore rispetto al 2015.
Si tratta di una questione delicata, che coinvolge soprattutto Paesi come la Polonia, già reticenti nell’accoglienza, e che di certo andrà a pesare sulla capacità di gestione europea di una crisi su più fronti.
3. Covid in Cina e allarme lockdown
Come se non bastasse la guerra a oscurare l’orizzonte, sta tornando minaccioso il Covid. Soprattutto in Cina.
Il ritorno del coronavirus nel dragone minaccia ancora una volta le catene di approvvigionamento globali, amplificandosi verso l’alto pressioni sui prezzi e al ribasso quelle sulla produzione.
L’ondata di Omicron cinese ha riproposto l’ipotesi di estendere i blocchi in vaste aree del Paese, proprio mentre l’economia globale è in affanno e la stessa Cina cerca stabilità economica interna.
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