Il Movimento 5 Stelle sarebbe pronto a non votare la fiducia al dl Aiuti: nei Palazzi tutti parlano di una crisi di governo con elezioni anticipate a settembre.
Crisi di governo, ora o mai più. Inutile girarci troppo intorno: se non fosse che il casus belli è il dl Aiuti che contiene 23 miliardi per il sostegno di imprese e famiglie, il Movimento 5 Stelle con ogni probabilità sarebbe già salito sull’Aventino.
Invece tutto è ancora in mano ai vari sherpa che da lunedì’ stanno cercando freneticamente di trovare un compromesso che possa evitare la crisi di governo, in attesa del decisivo incontro tra Mario Draghi e Giuseppe Conte che, dopo lo slittamento a causa della tragedia della Marmolada, si terrà in tarda mattinata.
Lo spauracchio che aleggia sopra i Palazzi romani è quello delle elezioni anticipate a settembre: oltre non si può andare per non mettere a rischio l’approvazione della legge di Bilancio, ma per votare appena finita l’estate le Camere dovranno essere sciolte già nei prossimi giorni.
Le ultime voci di corridoio parlano di una decisione da parte del Movimento 5 Stelle che già sarebbe stata presa: i nodi del Superbonus (mancano 3 miliardi di coperture), del termovalorizzatore a Roma e delle modifiche al reddito di cittadinanza, sono tuttora irrisolti ma fino all’ultimo si tenterà una mediazione per evitare una crisi di governo proprio in uno dei momenti più difficili della storia recente del nostro Paese.
Crisi di governo: elezioni a settembre?
Quando Giuseppe Conte si troverà faccia a faccia con Mario Draghi, l’ex presidente del Consiglio chiederà al suo successore a Palazzo Chigi “rispetto” per il Movimento 5 Stelle, mettendo sul tavolo un papello di richieste conditio sine qua non per il sostegno dei pentastellati all’attuale maggioranza.
Il filo che separa il Paese da una nuova crisi di governo di conseguenza è sottilissimo, visto che Conte sarebbe pronto a tornare alla carica anche per la questione della fornitura di armi all’Ucraina, un autentico tabù questo per Draghi.
Quello che appare certo è che se il Movimento 5 Stelle dovesse decidere di tirarsi fuori dalla maggioranza, quel punto le elezioni anticipate sarebbero inevitabili. Per poter aprire i seggi a settembre però questa crisi di governo andrebbe consumata subito.
Anche se numericamente i 5 Stelle non sono vitali per la tenuta della maggioranza, specie dopo la scissione di Luigi Di Maio, a Mario Draghi l’idea di governare con una opposizione agguerrita in Parlamento non sembrerebbe piacere molto.
In vista della campagna elettorale, si voterebbe per le politiche comunque a marzo, il Partito Democratico e la Lega inoltre rischierebbero di farsi logorare restando dentro una maggioranza più ristretta. Gli unici che non vorrebbero proprio sentir parlare di crisi di governo sono i peones, un esercito di anime in pena che rabbrividiscono al solo pensiero di mettere a rischio pensione e altri mesi di stipendio (probabilmente gli ultimi) da parlamentare.
Quale sarà il destino dell’esecutivo così si saprà nelle prossime ore, quando alla Camera approderà la patata bollente del dl Aiuti che la maggioranza blinderà con la fiducia: questa volta tutti i campanelli d’allarme sono reali, con il governo Draghi che rischierebbe seriamente di non arrivare al termine di questa travagliata legislatura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti