Confermati i democratici al Senato con le elezioni Midterm. Ecco cosa significa per gli Stati Uniti e per i dem. Mentre nel partito repubblicano inizia a espandersi il dubbio su Donald Trump.
I democratici conquistano anche le Midterm. Il governo Biden, unitario a livello federale - presidenza e maggioranza, anche se sottile, alla Camera bassa e al Senato - conferma il controllo sul Senato per altri due anni. La vittoria al Senato è un importante vittoria da portare a casa per i democratici. Diversi sondaggi avevano previsto un cambio di rotta di stampo repubblicano, ma questo non si è realizzato.
Biden ne esce rafforzato e con una maggiore autorità nel procedere nei lavori di governo, soprattutto per i trattati internazionali o per la conferma o il rifiuto di alcune importanti nomine come quella di giudici della Corte suprema. Con la maggioranza quindi l’amministrazione Biden procederà spedita su diversi fronti.
In generale la vittoria dei democratici a metà mandato è una vittoria storica, perché solitamente a metà mandato si inizia a vedere l’operato scricchiolante di un governo. Da risultati parziali della Camera sembra che i repubblicani siano in vantaggio, ma mano a mano che vengono scrutinati i voti i democratici sembrano recuperare. I risultati mettono Donald Trump davanti a una realtà: potrebbe non essere più benvisto dei repubblicani. Secondo i commentatori statunitensi infatti la crisi dei repubblicani viene inquadrata nel periodo e nella persona di Donald Trump ed è interessante che tutti i candidati che avevano l’appoggio di Trump hanno perso quasi ovunque.
Elezioni Midterm: i risultati aggiornati
Le elezioni di metà mandato (Midterm) hanno confermato i democratici. Al Senato in realtà la maggioranza non era dei democratici in maniera pura, si trattava di una parità che veniva “rotta” con il voto della vicepresidente e presidente del Senato Kamala Harris. Ora invece gli elettori hanno respinto in maniera evidente i repubblicani e donato ai democratici un seggio in più al Senato che garantisce loro la maggioranza.
La vittoria è stata confermata con la sconfitta del candidato sostenuto da Donald Trump, il repubblicano Adam Laxalt. Resta solo un seggio da assegnare, ma sarà deciso il 6 dicembre dal ballottaggio in Georgia fra il democratico Raphael Warnock e il repubblicano Herschel Walker.
L’affluenza alle urne ha donato un ulteriore vittoria ai democratici e Joe Biden ha affermato di presentarsi con maggiore sicurezza, più forte “politicamente”, ai prossimi impegni internazionali, come al prossimo incontro con il presidente cinese Xi Jinping.
Cosa significa per i democratici conquistare la maggioranza in Senato?
La vittoria dei democratici nelle Midterm ha un duplice significato: da una parte il riconoscimento del lavoro svolto e la maggior capacità di azione in futuro, ma anche una crisi dei repubblicani. La maggioranza in Senato permetterà all’amministrazione Biden di lavorare in maniera più fluida per quanto riguarda la scelta di cariche importanti o la stipula di trattati internazionali.
La vittoria dei democratici è però soprattutto un contraccolpo per la preparazione di Donald Trump alle elezioni del 2024. Non solo dimostra che la sua leadership è meno forte nell’influenzare le decisioni degli elettori repubblicani, ma la sua stessa leadership del partito repubblicano potrebbe essere messa in discussione. Trump, prima delle elezioni, aveva tentato di schivare preventivamente il proiettile affermando che in caso di vittoria il merito sarebbe stato suo, ma in caso di sconfitta lui non aveva colpe.
A perdere tra i repubblicani sono stati quasi tutti i nomi sostenuti da Trump, mentre altri non vicini a quell’immagine complottista dei repubblicani hanno avuto risultati migliori e si sono riconfermati in diversi Stati. La leadership di Donald Trump rimane ancora molto forte all’interno del partito, ma iniziano a vedersi le crepe e c’è chi già parla di necessità di pulizia all’interno del partito, oltre che di svolta e nuova rotta.
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