Elezioni regionali: in attesa del voto che dovrebbe esserci a maggio, i partiti si muovono per cercare alleanze e strategie vincenti. Ecco tutte le mosse delle formazioni politiche.
Le elezioni regionali che si terranno a maggio stanno animando tutti i partiti politici. I prossimi appuntamenti elettorali, infatti, sono un banco di prova non solo per la tenuta della fragile alleanza di Governo.
Le urne diranno molto su quali leader e formazioni politiche possono dirsi vincitori o perdenti nello scenario politico italiano in questo momento di grande incertezza.
Il quadro appare piuttosto complesso e anche le coalizioni più compatte - almeno in apparenza - a livello nazionale, stanno evidenziando dissidi rilevanti nella scelta di candidati regionali unitari. Il centrodestra testimonia questo clima di tensione, con Salvini e Meloni ai ferri corti su alcune scelte.
Partito Democratico e Movimento 5 Stelle non versano in condizioni migliori. Il primo sta cercando di dare continuità all’entusiasmo dell’Emilia Romagna. Il secondo è in piena crisi sul da farsi con i dem: allearsi o restare terzo polo?
Infine c’è l’incognita Italia Viva, con Matteo Renzi re delle strategie. Il senatore toscano, oltre a mettere in difficoltà il Governo, sta ponendo diversi ostacoli alla formazione di coalizioni unitarie di centrosinistra.
Le elezioni regionali, quindi, offrono uno sguardo interessante sulle mosse dei partiti italiani.
Elezioni regionali: i nodi del centrodestra
Matteo Salvini ha appena dichiarato che per le regionali c’è ancora tempo per prendere decisioni definitive. La sua affermazione ha voluto smorzare i toni accesi nella coalizione, soprattutto nella lotta di potere tutta interna e personale tra il leader della Lega e Giorgia Meloni.
I due principali nodi sono Puglia e Campania. La strategia di Salvini è di conquistare il Sud con il proprio partito, per evitare di lasciare la scena agli altri, in primis a Fratelli d’Italia. Per questo sta insistendo sulla necessità di presentare facce nuove, mettendo il veto su Fitto, candidato della Meloni.
La deputata romana insiste su patti già stabiliti nel centrodestra. Ma le carte potrebbero cambiare. Anche Stefano Caldoro, in quota Forza Italia per la Campania, non è gradito al Carroccio. A questo punto è urgente un chiarimento tra le forze politiche e, soprattutto, una nuova strategia per evitare lo strappo della coalizione.
Il Movimento 5 Stelle allo sbando su alleanze e candidati
Il momento politico non è dei migliori per i grillini, che si trovano a dover affrontare l’esame del voto nel pieno di una profonda crisi interna.
La confusione regna sovrana in diverse regioni e ruota intorno ad un vero e proprio dilemma: allearsi con il Partito Democratico o correre da soli come terzo polo?
Le aspettative sull’esito delle urne non sono ottimiste, ma l’obiettivo dei pentastellati resta almeno quello di non allontanare altri elettori. Gli ostacoli maggiori sono in Campania. Qui si sta consumando un braccio di ferro con i dem sulla possibilità di presentarsi insieme.
Il dissidio è sul nome del candidato. I democratici hanno appena annunciato che ripartiranno dal buon Governo del governatore uscente De Luca. Un candidato impresentabile per il Movimento 5 Stelle, che sta facendo pressing sul ministro dell’Ambiente Costa.
Un personaggio, quest’ultimo, che potrebbe appassionare l’elettorato per le sue battaglie ambientaliste e unire anche Italia Viva. Tutto, però, è ancora da definire.
Anche in Liguria c’è grande confusione. I grillini hanno già scelto la candidata con il voto su Rousseau, ma ora l’assemblea dei militanti e i parlamentari locali insistono per votare su una eventuale alleanza con il PD.
Quale strategia seguirà il Movimento 5 Stelle per evitare una sconfitta totale?
L’incognita Italia Viva: Renzi e la sua strategia alle regionali
Non è ancora davvero chiara la tattica renziana per le elezioni regionali. Quello che è certo è che Italia Viva ci sarà e punterà alla massima esposizione in questo debutto elettorale.
Per adesso Matteo Renzi ha innanzitutto dichiarato lo strappo con il centrosinistra in Puglia: non appoggerà l’odiato Emiliano. Piuttosto, l’idea nella regione è di compattare Azione di Calenda e +Europa per mettere alla prova un nuovo possibile centro, magari con la combattiva Bellanova, braccio destro del senatore toscano.
Nemmeno in Veneto Italia Viva farà parte della coalizione di centrosinistra anti-Zaia. L’appoggio all’indipendente Lorenzoni è stato escluso.
La tentazione di Renzi sembra quella di correre da solo ovunque sia possibile (per ora sostiene il centrosinistra solo in Toscana, dove c’è il candidato Giani). Gli scopi sono almeno due: testare la popolarità e le potenzialità del suo nuovo partito e, magari, fare uno sgambetto ai dem, togliendo loro qualche voto.
Il Partito Democratico in cerca di conferme
Galvanizzato dalla vittoria e dall’entusiasmo elettorale in Emilia Romagna, il Partito Democratico spera di confermare un trend in crescita. Il successo in questa tornata elettorale regionale non è scontato affatto.
Il Veneto appare già perso e tra le altre regioni solo la Toscana sembra un campo facile per i dem. La strategia di Zingaretti, al momento, sembra quella di allargare il più possibile gli orizzonti del partito e delle alleanze, aprendo a movimenti civici e, dove possibile, ai pentastellati.
Ma anche queste mosse non sono esenti da difficoltà. La scelta di Lorenzoni in Veneto, per esempio, caldeggiata anche a livello nazionale, non è stata accolta con unanime consenso all’interno del PD locale.
Le elezioni regionali, quindi, appaiono sempre di più come un vero laboratorio strategico per i partiti nazionali italiani.
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