Il gruppo guidato dall’AD Claudio Descalzi: “Eni assicura ritorni competitivi agli azionisti con l’incremento del piano di riacquisto delle azioni”.
Il colosso petrolifero ENI guidato dal ceo Claudio Descalzi ha annunciato di aver chiuso i primi nove mesi dell’anno 2024 con un utile netto adjusted di 4,372 miliardi, in flessione del 34% rispetto ai 6,660 miliardi dei primi nove mesi del 2023.
L’ utile netto dei primi nove mesi del 2024 è stato pari a 2,394 miliardi, in flessione del 48% rispetto ai 4,598 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.
Nel terzo trimestre del 2024 l’utile netto adjusted è ammontato a 1,271 miliardi, in ribasso del 30% rispetto agli 1,818 di utile netto del terzo trimestre del 2023, mentre l’utile netto è scivolato del 73%, a quota 522 milioni, rispetto agli 1,916 miliardi del terzo trimestre del 2023.
L’utile operativo proforma adjusted relativo sempre al terzo trimestre del 2024 è stato pari a €3,4 miliardi e, nello stesso arco temporale, il flusso di cassa adjusted è ammontato a €2,9 miliardi, “sostenuto dai continui progressi nell’attuazione della strategia della Società”, ha messo in evidenza ENI, “dal contributo dei nuovi progetti, dalla crescita dei business legati alla transizione e dalle azioni di efficienza e di disciplina finanziaria”.
Il titolo si conferma il migliore del Ftse Mib di Piazza Affari con un rialzo dello 0,90% circa, che lo porta a quota 14,352 euro.
L’azienda, quotata sul Ftse Mib di Piazza Affari, ha messo in evidenza con la pubblicazione dei conti
“la resilienza dei risultati finanziari, nonostante un più debole contesto operativo”, che “riflette la solidità del modello di business della Società”, aggiungendo che “sono stati compiuti significativi progressi nella realizzazione della strategia di crescita in tutti i business”.
ENI ha fatto notare che il settore Exploration & Production ha conseguito un utile operativo proforma adjusted di €3,2 miliardi, sulla scia della “crescita di nuovi progetti a più elevata redditività, dall’efficace esecuzione e dal controllo dei costi, nonostante l’indebolimento del Brent e l’apprezzamento dell’euro abbiano influenzato sia il confronto con il trimestre dell’anno precedente sia quello sequenziale (-5% e -9%, rispettivamente)”.
Solido il livello produttivo (+2% vs. 2023), nonostante il calo sequenziale (-3%) che ha risentito delle manutenzioni nel Mare del Nord, degli uragani nel Golfo del Messico, dei disinvestimenti e della minore attività in Libia”.
Il gruppo ha ricordato che “ENI assicura ritorni competitivi agli azionisti con l’incremento del piano di riacquisto delle azioni a €2 miliardi ”, mettendo in evidenza tra le altre cose che “l’approccio satellitare è in continuo sviluppo, come dimostra l’investimento da €2,9 mld di KKR in Enilive e la creazione di un nuovo satellite E&P grazie alla combinazione con Ithaca Energy nel Regno Unito”.
ENI: il commento dell’AD Claudio Descalzi
Così l’amministratore delegato di ENO Claudio Descalzi, nel commentare i numeri annunciati da ENI:
Nel Q3 abbiamo ancora una volta dimostrato la solidità del nostro modello di business grazie a un portafoglio di attività caratterizzate da crescenti vantaggi competitivi, alla rigorosa disciplina adottata nei costi e negli investimenti, e ai continui progressi nell’esecuzione della nostra strategia di crescita e di creazione di valore, conseguendo risultati migliori delle aspettative. Le performance di cassa e di redditività sono state eccellenti in un contesto operativo meno favorevole. Il rapporto di leva è rimasto stabile al 22%, mentre abbiamo accelerato il ritmo di esecuzione dei riacquisti di azioni
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Gli annunci su dividendi e buyback
Occhio alla remunerazione degli azionisti, che ENI prevede diventare più ghiotta in termini di dividendi e di buyback. Il gruppo ha fatto i seguenti annunci:
- un incremento di €0,4 mld del piano di buyback 2024, dividendo interinale confermato a +6% vs 2023.
- Prossimo dividendo trimestrale: a seguito dell’approvazione dell’ultima Assemblea degli Azionisti di un dividendo di €1 per azione per l’esercizio 2024, che rappresenta un aumento del 6% rispetto al 2023, la seconda rata trimestrale del 2024 di €0,25 per azione sarà pagata il 20 novembre 2024 con data di stacco cedola il 18 novembre 2024, come deliberato ieri dal Consiglio di Amministrazione.
- Considerando che il piano di dismissione sta procedendo meglio delle aspettative iniziali, ENI conferma l’aumento del piano di buyback 2024, che ora è atteso pari a €2 mld, +25% rispetto alla guidance precedente di €1,6 mld e +80% rispetto al piano annuale originale.
Riguardo alla riduzione del leverage, ENI ha informato il mercato di stimare un percorso più rapido grazie all’accelerazione del piano di dismissioni, prevedendo un leverage dell’esercizio su base proforma, tenendo conto delle operazioni di portafoglio non ancora completate, verso la parte inferiore di un intervallo 15%-20%.
“Il piano di dismissioni di Gruppo sta procedendo rapidamente e con eccellente visibilità sulla tempistica di realizzazione della maggior parte degli €8 miliardi di incassi netti previsti nel piano quadriennale ”, ha sottolineato ancora il gruppo.
L’accordo annunciato con Seri Industrial per batterie elettrochimiche
Sempre stamattina ENI ha annunciato un accordo con Seri Industrial, azienda attiva nel settore degli accumulatori di energia, per il potenziale sviluppo della filiera industriale delle batterie elettrochimiche al litio-ferro-fosfato per applicazioni storage (Ess) e per mobilità elettrica industriale e commerciale.
L’intesa, si legge nella nota con cui è stata annunciata la notizia, “esplora la possibilità di costituire una società compartecipata per realizzare nel sito ENI di Brindisi un impianto di produzione accumuli di energia elettrica di tipo stazionario, una linea di produzione di materia attiva, input del processo produttivo, e di riciclo delle batterie, che affiancherà un impianto analogo in corso di realizzazione da Fib, società controllata da Seri Industrial, nella provincia di Caserta”.
L’accordo con KKR per ingresso fondo nel 25% di Enilive
Occhio alla grande notizia annunciata ieri dal colosso, relativa al contratto firmato con KKR per l’ingresso del fondo nel 25% del capitale sociale di Enilive.
Il corrispettivo complessivo convenuto è pari a 2,938 miliardi di euro, da corrispondere attraverso:
- la sottoscrizione di un aumento di capitale in Enilive riservato a KKR pari a 500 milioni di euro.
- l’acquisto di azioni Enilive da Eni a fronte del pagamento di 2,438 miliardi di euro, corrispondente ad una valutazione post-money pari a 11,75 miliardi di euro in termini di Equity Value per il 100% del capitale sociale di Enilive.
L’intesa prevede anche che prima del completamento dell’operazione ENI lancerà un aumento di capitale di Enilive pari a 500 milioni di euro per azzerare la posizione finanziaria netta.
L’accordo con KKR è stato così commentato ieri dall’AD Claudio Descalzi:
Questo accordo rappresenta un nuovo e importante passo avanti nella nostra strategia di business legata alla transizione energetica. Enilive, insieme a Plenitude, è fondamentale per il nostro impegno nel fornire soluzioni energetiche decarbonizzate e ridurre progressivamente le emissioni generate dall’uso finale dei nostri prodotti: entrambe le Società hanno incontrato un grande interesse da parte di partner internazionali di primo piano e conseguito valutazioni di mercato importanti, e questo significa che c’è apprezzamento per come stiamo affrontando la transizione energetica. E crediamo che per affrontarla con successo questa sia la strada giusta: creare dei business low o zero carbon che rispondano a una domanda reale ed esistente di prodotti energetici e crescano in modo autonomo, in ragione del successo dei loro modelli e dei loro prodotti. Con il supporto di KKR, Enilive è nelle condizioni di valorizzare i propri ambiziosi piani di crescita e proseguirà nell’offerta di soluzioni reali e scalabili, legate alla transizione energetica
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