Azioni Saipem in corsa sul Ftse Mib di Piazza Affari, dopo il record messo in evidenza dall’AD Puliti. Bene anche ENI: cosa ha detto Descalzi.
ENI, il colosso petrolifero guidato dal CEO Claudio Descalzi, ha annunciato oggi, 24 aprile 2025, la trimestrale relativa ai primi tre mesi del 2025.
Positiva la reazione delle azioni, scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari. Ancora più solida si conferma la performance del titolo Saipem, che scatta in cima al listino, beneficiando anch’esso dei risultati di bilancio, annunciati nella serata di ieri. Le azioni Saipem volano fino a oltre il 4% sull’indice benchmark della borsa di Milano.
Vale la pena di ricordare che tra i principali azionisti di Saipem - considerati quelli che detengono una partecipazione superiore al 3% - figurano ENI, con una quota pari al 21,19%, CDP Equity, con una partecipazione del 12,82% e Goldman Sachs Group, che ha in mano una partecipazione che ammonta al 5,28 del capitale del gruppo.
Il principale azionista di ENI è il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che ha il controllo di fatto del gruppo sia attraverso la partecipazione partecipazione detenuta in via diretta, che attraverso quella nelle mani di Cassa Depositi e Prestiti SpA (CDP SpA).
ENI, utile netto I trimestre 2025 in calo, i numeri di Enilive e Plenitude
Iniziamo con la trimestrale di ENI, che ha messo in evidenza, nel corso del primo trimestre del 2025, un utile netto adjusted pari a 1,412 miliardi di euro, in ribasso dell’11% su base annua.
In calo anche l’utile netto del cane a sei zampe, sceso del 3%, a 1,172 miliardi.
L’azienda guidata dal CEO Claudio Descalzi ha annunciato di avere riportato “risultati finanziari nel complesso solidi, trainati dalla costante esecuzione della strategia ”.
In evidenza nel primo trimestre 2025 la crescita dell’EBIT proforma adjusted, pari a +36% su base sequenziale in uno scenario di riferimento simile, a €3,7 miliardi, “grazie all’eccellente performance della E&P, al solido contributo di GGP e al costante miglioramento dei nostri satelliti Enilive e Plenitude ”.
Su base annua, l’EBIT di ENI è tuttavia sceso dell’11%, scontando il calo di circa il 10% del prezzo del petrolio Brent.
Occhio tra le voci di bilancio alle seguenti rese note:
- L’EBIT proforma adjusted di Enilive pari a €95 milioni, è quasi raddoppiato su base sequenziale, sostenuto dal maggiore contributo delle attività retail; in riduzione rispetto al 2024 a causa dei minori margini dei biocarburanti.
- Plenitude ha conseguito l’EBIT proforma adjusted di €241 mln, in linea con il 2024.
- L’EBITDA proforma adjusted dei due satelliti è stato pari a €0,17 mld per Enilive e a €0,36 mld per Plenitude.
- L’attività di raffinazione ha chiuso con una perdita proforma adjusted di €91 milioni, peggiorando il confronto sia rispetto al primo trimestre 2024 sia su base sequenziale, per effetto del continuo deterioramento dei margini.
- L’attività della chimica ha sofferto una perdita di €0,24 mld a causa della prolungata debolezza del settore europeo dovuto alla minore domanda e alla pressione sui margini da parte di operatori con posizioni di costo più vantaggiose.
- Il flusso di cassa adjusted prima dei movimenti del circolante ammonta a €3,4 miliardi, superiore ai fabbisogni per gli investimenti lordi di €1,9 mld.
ENI ha poi annunciato che il free cash flow organico di €1,5 miliardi e gli incassi netti da dismissione di circa €3 miliardi, relativi principalmente all’investimento del 25% di KKR in Enilive, hanno consentito di remunerare gli azionisti con €1,2 miliardi (inclusa la terza tranche del dividendo 2024 di €0,76 mld) e di ridurre l’indebitamento finanziario netto di circa €1,8 mld a €10,3 mld vs fine 2024.
ENI presenta la guidance per il 2025 e conferma dividendi. La strategia anti dazi di Descalzi
Guardando all’intero 2025, per quanto riguarda la guidance, ENI ha reso nota la decisione di ottimizzare i piani di spesa, in risposta ai rischi macroeconomici e alle incertezze sui dazi commerciali, comunicando l’intenzione di fare ricorso alle leve di portafoglio: “Le azioni di mitigazione relative agli investimenti, portafoglio, costi e altre iniziative di cassa sono previste compensare oltre €2 mld di effetti negativi dello scenario ”.
Gli investimenti lordi per il 2025 sono stati rivisti al di sotto di €8,5 mld, rispetto a una previsione iniziale di €9 miliardi.
La guidance prevede anche che gli investimenti al netto delle dismissioni si confermeranno inferiori a €6 miliardi, rispetto a una stima iniziale compresa tra €6,5-7 miliardi.
Ancora, ENI ha reso noto che, assumendo lo scenario aggiornato di 65 $/bbl per il prezzo del petrolio Brent, 40 €/MWh per il prezzo spot del gas al TTF, 3,5 $/bbl per il margine di raffinazione ENI SERM e un tasso di cambio EUR VS USD pari a 1,1, il CFFO adjusted di Gruppo è ora previsto a €11 miliardi, “un risultato migliore di quanto implicherebbe la variazione dei parametri di scenario”.
Sempre in corrispondenza di uno scenario di prezzi del Brent pari a $65 al barile, la produzione di idrocarburi è attesa ancora a 1,7 mln boe/g.
Il CEO Claudio Descalzi ha commentato i conti riassumendo alcune tra le principali voci di bilancio, sottolineando che “nel primo trimestre ENI ha conseguito su base adjusted €3,7 mld di utile operativo proforma, €1,4 mld di utile netto e €3,4 mld di flusso di cassa operativo in grado di coprire gli investimenti lordi di €1,9 mld e la distribuzione di cassa agli azionisti ”.
Tutti risultati, ha aggiunto Descalzi che, “insieme agli incassi della gestione del portafoglio ci consentono di ridurre il rapporto di leva al livello storicamente minimo di 0,12 ”.
Di conseguenza, “in prospettiva, siamo ben posizionati per attraversare l’attuale congiuntura: grazie a un portafoglio di attivi di elevata qualità, in grado di fornirci ampia flessibilità, e a strutture finanziarie collaudate che assicurano una disciplinata allocazione del capitale e una crescita autofinanziata, siamo in grado di ottimizzare i nostri piani di spesa e la gestione della cassa. Come risultato abbiamo individuato oltre €2 mld di azioni di razionalizzazione della spesa, equivalenti a circa 15 $/bbl di effetto prezzo, e siamo in grado di confermare la nostra politica di distribuzione per il 2025 nel contesto di una solida struttura finanziaria”.
Saipem, utile netto +35% a 77 milioni, guidance 2025 confermata
Per quanto riguarda Saipem, il gruppo ha annunciato nella serata di ieri di avere concluso il primo trimestre del 2025, con un utile netto di 77 milioni di euro, in crescita del 35% su base annua, rispetto ai 57 milioni di euro dello stesso trimestre del 2024. Di seguito le altre principali voci di bilancio dei conti:
- Ricavi: 3.518 milioni di euro (3.047 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2024).
- EBITDA adjusted: 351 milioni di euro pari al 10% dei ricavi (268 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2024 pari all’8,8% dei ricavi).
- Investimenti tecnici: 105 milioni di euro rispetto ai 92 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2024.
- Posizione finanziaria netta post-IFRS 16: positiva per 116 milioni di euro (positiva per 23 milioni di euro al 31 dicembre 2024).
- Posizione finanziaria netta pre-IFRS 16: positiva per 968 milioni di euro (positiva per 683 milioni di euro al 31 dicembre 2024).
- Acquisizione ordini: 2.124 milioni di euro (2.001 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2024).
- Portafoglio ordini: 32.671 milioni di euro (34.065 milioni di euro al 31 dicembre 2024) che aumenta a 32.830 milioni di euro includendo il portafoglio ordini delle società non consolidate (34.257 milioni di euro al 31 dicembre 2024).
Saipem ha confermato la guidance, che aveva già annunciato il 25 febbraio scorso, per il 2025.
L’outlook prevede ricavi di circa 15 miliardi di euro, un EBITDA pari a circa 1,6 miliardi di euro, un Cash Flow Operativo (al netto dei canoni di locazione) di circa 900 milioni di euro, investimenti per circa 500 milioni di euro e un Free Cash Flow (al netto dei canoni di locazione) pari ad almeno 500 milioni di euro.
Saipem salva dai dazi di Trump? Il CEO Puliti: non esportiamo né importiamo dagli USA
Nel commentare i risultati di Saipem l’AD di Saipem, Alessandro Puliti ha affermato, facendo riferimento al possibile effetto che i dazi dell’amministrazione Trump potrebbero avere sul business del gruppo, che “non c’è alcun significativo impatto diretto sull’attività di Saipem, dal momento che noi non esportiamo né importiamo materiali dagli USA”.
Tutto, in una situazione che ha visto il gruppo riportare “ la migliore performance dell’ultimo decennio in termini di ricavi, ebitda e flusso di cassa ”.
Citati il margine ebitda, che ha raggiunto il 10%, così come la riduzione della “nostra posizione debitoria netta di 285 milioni di euro”.
E, ancora, alla fine di marzo, Saipem deteneva “1,6 miliardi di euro di liquidità disponibile a bilancio”.
Puliti ha continuato, facendo notare che Saipem non ha attività negli USA, rimarcando come le attività che il gruppo sta portando avanti per i clienti statunitensi si trovino in altri Paesi, come “la Guyana per Exxon o in Australia per Chevron”.
Insomma, “non abbiamo impatti diretti” e “non abbiamo neppure impatti diretti sugli attuali progetti, perché la maggior parte del nostro procurement è in Europa o Far East ”.
Ovviamente, ha sottolineato il CEO di Saipem, “se ci sarà un rallentamento dell’economia è qualcosa che colpirà anche noi”. Ma per ora le azioni Saipem guardano ai risultati record, continuando a correre a Piazza Affari.
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