Equitazione: tutti i benefici dell’andare a cavallo

Laura Bozzi

25 Agosto 2022 - 14:52

Dal corpo alla mente, l’insegnante Chiara Ferranti spiega in esclusiva a Money.it quali sono gli innumerevoli vantaggi di questa disciplina

Equitazione: tutti i benefici dell’andare a cavallo

Concentrazione, attenzione, pazienza e costanza. Sono questi alcuni degli innumerevoli vantaggi dell’equitazione.

Considerato (a torto) uno sport “per ricchi”, l’andare a cavallo è un’attività che fa bene a tutti e a tutto l’organismo: non solo allontana lo stress, ma allena il corpo, favorendo l’autostima e regalando un grande senso di libertà.

Sono tanti coloro che, d’estate, approfittano delle belle giornate e delle vacanze per farsi una passeggiata a cavallo, magari proprio in riva al mare. Ma questo sport è praticabile anche d’inverno e soprattutto, contrariamente a quanto si pensi, può essere iniziato anche in età adulta.

A confermarlo a Money.it è Chiara Ferranti. Spinta da una grande passione, la Ferranti si è avvicinata all’equitazione all’età di 6 anni. Negli anni ha sperimentato varie discipline anche a livello agonistico, per realizzare in età adulta che non era quella la sua strada.

Interessata alla tecnica equestre, al comportamento animale e umano, che osserva e studia costantemente, ha deciso così di dedicarsi all’insegnamento e al lavoro dei cavalli giovani o con particolarità caratteriali.

Costantemente guidata dalla saggezza dei suoi maestri Claudio Bonati e Daniela Giannitrapani del Centro Ippico La Coccarda (a Montanaso Lombardo, vicino Lodi), si occupa prevalentemente di allievi inesperti, bambini e adulti, e di cavalli con esigenze particolari.

Istruttrice Istruttrice Chiara Ferranti in maneggio con il padre Franco (anche lui amante dei cavalli) e, in sella, la figlia Olivia

Chiara, con le dovute precauzioni, e sopratutto un bravo maestro, è possibile iniziare questa disciplina anche in età adulta?

«Sì, certamente, non è mai tardi per incominciare un’attività con i cavalli, sempre con le dovute precauzioni. Sicuramente è uno sport impegnativo, in cui la possibilità di cadere è concreta. Montare su un cavallo implica una certa soglia di rischio da considerare.

Un istruttore preparato, con a disposizione dei cavalli della scuola addestrati appositamente, può limitare molto i rischi e rendere l’equitazione accessibile a tutti. L’importante è darsi il tempo d’imparare, senza avere fretta e precorrere i tempi.

Il sogno dei più è una bella galoppata col vento fra i capelli, ma prima di correre bisogna imparare a stare in piedi e camminare, giusto? E i capelli meglio tenerli sempre sotto un cap!

Ricordiamo poi che, nonostante il primo pensiero sia subito il “montare a cavallo”, esistono alternative che permettono agli appassionati di approcciare questo splendido animale senza necessariamente cavalcarlo. Per esempio, il lavoro da terra in cui la persona conduce il cavallo a mano, standogli accanto, compiendo una serie di esercizi, come passaggi obbligati e giochi.

In Francia si chiama Equifun, è un lavoro incentrato sulla comunicazione uomo-cavallo, e che ben si adatta alle persone più mature o a tutti quelli che vorrebbero avvicinarsi a questo splendido animale senza cavalcarlo».

Quali sono i principali benefici fisici dell’equitazione?

«Soprattutto se si comincia da bambini, montare a cavallo aiuta a sviluppare le capacità coordinative come:

  • l’equilibrio: il cavaliere non ha i piedi appoggiati a terra, siede su una superficie mobile e relativamente piccola e non ha un appiglio per le mani (le redini non sono fatte per attaccarsi!);
  • la coordinazione: mani e gambe, per esempio, compiono azioni diverse allo stesso tempo;
  • la differenziazione spazio temporale: destra-sinistra, sopra-sotto, prima-dopo, veloce-lento, dentro-fuori;
  • l’orientamento.

Insegna e stimola il senso del ritmo, indispensabile per trottare battendo la sella per esempio, il tempismo per agire nel momento giusto in modo che il cavallo comprenda la richiesta.

Allena le capacità condizionali come forza, resistenza, velocità e mobilità articolare. Stimola il coraggio che è strettamente legato alla fiducia in se stessi e all’autostima e va allenato progressivamente, superando piccole difficoltà.

Mantenere l’equilibrio comporta poi l’uso coordinato di moltissimi muscoli, tutto il corpo concorre alla tenuta di una buona posizione con la schiena dritta, le spalle aperte, le braccia che si auto-sostengono senza alcun appoggio.

L’equitazione comporta l’attivazione dell’addome, dei muscoli delle spalle e dei muscoli lombari. Le gambe sono attive nella parte alta per aderire alla sella e servono, con delle pressioni sui fianchi del cavallo, a metterlo in movimento.

Chi dice che, in equitazione, la fatica la fa tutta il cavallo, probabilmente non ha mai montato!»

Andare a cavallo ha anche benefici a livello psicologico.

«Il cavallo è un animale dotato di una sensibilità incredibile, motivo per cui è spesso usato per la terapia. Imparare a comunicare con lui è un’esperienza unica e suscita un’emozione che nessun altro sport può dare.

Prendersi cura di un compagno cosi maestoso e al contempo vulnerabile, imparare ad agire insieme, richiede concentrazione, attenzione, pazienza e costanza. E questo aiuta molti a “staccare la spina”, a dedicare al cavallo tutta l’attenzione allontanando i problemi e lo stress.

Il maneggio poi crea diverse occasioni di condivisione sociale, si creano legami, amicizie con persone unite dalla stessa passione. Si impara a collaborare e a condividere, le attrezzature e anche lo stesso cavallo o pony, cosa molto importante soprattutto per i più piccoli.

Si impara a rispettare le regole e una certa disciplina, fondamentali per mantenere questo sport il più sicuro possibile.

Non tralasciamo che si pratica all’aperto, circondati dai molti stimoli che la natura propone e che si perdono se si vive e lavora in un contesto urbano».

Ci sono controindicazioni?

«Come per tutti gli sport, prima di praticarlo dobbiamo essere consapevoli delle nostre condizioni fisiche: se dovessero esserci patologie o condizioni particolari è sempre meglio consultarsi con il proprio medico.

Fatta questa premessa non ci sono controindicazioni particolari, l’istruttore insegnerà ad assecondare il movimento del cavallo, ad evitare eventuali contraccolpi dati dal suo movimento.

I cavalli sono animali meravigliosi ma grossi e imponenti, non devono necessariamente piacere a tutti. Se un bambino ha paura, se ama accudirlo da terra ma non vuole salire in sella, meglio non insistere. La passione del genitore può non essere quella del figlio e va bene così».

Molti pensano che andare a cavallo sia uno sport per “ricchi”, ma non è così giusto?

«Pur non rientrando tra gli sport meno costosi, l’equitazione ha costi accessibili. Si consideri che un centro ippico ha delle spese fisse che nessun altro sport ha, i cavalli sono vivi, mangiano, bevono, si ammalano e non si possono spegnere, mai.

Un centro ippico lavora sempre, 365 giorni all’anno. Questo spiega perché un corso di equitazione risulterà più costoso di uno di atletica, per esempio.

Fatta questa premessa la spesa media per una lezione si aggira intorno ai 20 euro all’ora, che comprendono il tempo dell’istruttore, il cavallo o pony, l’attrezzatura del cavallo ovvero sella e imboccatura e se serve anche parte dell’attrezzatura del cavaliere come cap e paraschiena che tutti i centri hanno per chi ne fosse sprovvisto.

Solitamente vengono proposti dei pacchetti lezione da 10 o più. Al costo delle lezioni andrà aggiunta una quota associativa che copre le spese per l’uso della struttura (gli spogliatoi, la club house, le scuderie) e una quota assicurativa a copertura di eventuali incidenti. Queste quote cambiano a seconda del centro ippico e dell’ente a cui è affiliato, che solitamente fornisce la copertura assicurativa (Fise, Sef, Acsi).

Se dovessimo fare una stima approssimativa di spesa consideriamo una quota annuale di 120/130 euro per assicurazione e quota associativa più circa 80 euro al mese per fare lezione una volta a settimana.

L’attrezzatura necessaria, stivali, pantaloni, cap e paraschiena (obbligatorio per i minorenni) si trova a prezzi accessibili nei grandi magazzini a tema sportivo».

Equitazione e bambini: qual è l’età giusta per cominciare?

«L’età per cominciare a montare dipende dallo sviluppo del bambino e dal centro ippico che si intende frequentare. Uno volta assodato che il piccolo abbia le capacità motorie adatte e una minima autonomia e indipendenza dai genitori si potrebbe iniziare anche dai 3/4 anni.

Dovremo assicurarci però che il maneggio abbia a disposizione i pony molto piccoli, gli shetland, adatti alle minime dimensioni dei giovanissimi cavalieri. A questa età non si tratterà di equitazione classica ma di un’attività di accudimento, di giochi e psicomotricità accompagnata dal pony.

È fondamentale che l’istruttore sia specializzato in bambini piccoli, che conosca le fasi dell’età evolutiva, in modo da proporre esercizi adatti e comprensibili, che lavori in piccoli gruppi in modo da tenere tutto sotto controllo.

Si comincia a parlare di sport verso i 7/8 anni, preferibilmente sempre avvalendosi di pony, più piccoli e più facili da gestire da parte dei bambini.

Come abbiamo già visto l’equitazione influenza positivamente lo sviluppo fisico, emotivo e sociale. I bambini che frequentano regolarmente un maneggio tendono a essere più disciplinati, si concentrano più facilmente e sono più attenti.

Imparano ad avere delle competenze proprie, a essere autonomi e responsabili di un altro essere vivente che viene loro affidato, anche solo per un’ora».

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