Una nuova grande eruzione di un vulcano ha fatto scattare lo stato di emergenza in Islanda: a rischio le tubature dell’acqua e il riscaldamento delle case.
In Islanda è stato dichiarato lo stato di emergenza. La colpa è ancora un volta d un vulcano, con la terza grande eruzione delle ultime settimane che sta creando non pochi problemi.
In Islanda la prima grande eruzione di un vulcano è avvenuta lo scorso 18 dicembre, la seconda il 15 gennaio e questa terza nella mattinata dell’8 febbraio. A differenza di un mese fa, fortunatamente la lava non si sta dirigendo verso un centro abitato.
L’eruzione però sta causando ugualmente molti problemi - ci sono fontane di lava alte anche 80 metri - nella penisola di Reykjanes nel Sud-Ovest del Paese, dove è stata registrata un’intensa attività sismica.
In Islanda l’eruzione del vulcano infatti è stata preceduta da circa 200 terremoti che sono stati registrati nella zona, con l’eruzione che stando alla stima del magma accumulato dovrebbe durare per circa tre giorni.
Stato di emergenza in Islanda: cosa sta succedendo
Questa terza grande eruzione di un vulcano da dicembre a questa parte - la seconda nel 2024 - ha spinto l’Islanda a decretare lo stato di emergenza. Questo perché la lava ha danneggiato le principali tubature dell’acqua calda.
Di conseguenza le circa 20.000 persone residenti nella penisola di Reykjanes sono state esortate a limitare il consumo di acqua calda ed elettricità, in virtù del fatto che ci potrebbero volere dei giorni per riparare le tubature.
Al momento però il timore maggiore in Islanda è che dei gasdotti molto importanti che si trovano nelle vicinanze della centrale elettrica di Svartsengi possano essere danneggiati dalla lava se il flusso non dovesse interrompersi presto: per gli esperti fortunatamente la forza del flusso sarebbe in diminuzione.
Con lo stato di emergenza decretato dall’Islanda, sono state chiuse le scuole della zona e anche le attrazioni turistiche come l’assai gettonata Laguna Blu. Regolarmente in funzione invece l’aeroporto di Keflavik.
L’impegno maggiore al momento è quello di garantire la fornitura di acqua calda alla popolazione della zona, oltre a preservare i tubi non protetti da un muro nelle vicinanze della centrale elettrica di Svartsengi che garantiscono il servizio ad altre 30.000 persone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA