Come sarà l’estate 2022? Il quadro balneare italiano tra regolamenti nazionali e deroghe regionali.
Nuova stagione balneare, nuove regole per i bagnanti.
In molte Regioni d’Italia la stagione estiva 2022 prenderà il via in questi giorni, più precisamente si inizierà ad accogliere turisti e villeggianti già dal 1° maggio. Quest’anno però le norme di comportamento saranno leggermente diverse da quanto siamo a stati abituati a vedere nel 2020 e nel 2021 sui nostri arenili. Dopo due anni di restrizioni anti Covid, iniziano progressivamente a diminuire le norme di distanziamento tra gli ombrelloni. Nella maggior parte dei casi si tornerà infatti agli spazi canonici. Le eccezioni, qualora vi fossero, saranno disposte dalle singole Regioni, come avviene ad esempio in Emilia Romagna e in alcuni Comuni molisani.
Decreto Estate 2022: cosa dice la legge
Stando all’ordinanza del Ministro della Salute «Linee Guida per la ripresa delle attività economiche e sociali», laddove non ci sia la volontà di mantenere le distanze dello scorso anno si tornerà ai 7,5 metri quadri per ombrellone (3 metri di distanza tra le file e 2,5 metri tra gli ombrelloni della stessa fila).
Per chi si stesse chiedendo a quanto equivale questa «riduzione», vi ricordiamo che in piena emergenza le norme stabilivano la necessità di garantire 10 metri quadrati per ogni ombrellone indipendentemente dalla modalità di allestimento della spiaggia (che di solito prevedono file orizzontali o la disposizione a rombo).
C’è quindi chi ha già iniziato a prepararsi per riaprire a pieno regime. L’organizzazione delle Regioni al momento vede Liguria e Puglia in testa. Il vicepresidente della Regione Puglia e assessore al Demanio e Patrimonio Raffaele Piemontese hanno infatti già emanato l’ordinanza balneare 2022 mentre l’assessore ligure Marco Scajola, che è anche coordinatore del tavolo interregionale del demanio della Conferenza delle Regioni, ha ricordato come, nonostante il superamento «di alcuni vincoli come il distanziamento, sarà importante che negli stabilimenti balneari ci sia sempre e comunque un’attenzione agli accessi e all’igienizzazione degli spazi e degli strumenti come ombrelloni e sdraio».
La mobilitazione tempestiva di questi due territori però non dovrebbe stupire visto che Puglia e Liguria sono le aree balneari italiane con gli arenili più ridotti e, in quanto tali, quelle che avevano risentito maggiormente degli obblighi anti-Covid.
Eccezioni alla regola: le spiagge con più distanziamento
A mantenersi ancora caute invece sono singole realtà ben note per il sovraffollamento dei loro spazi balneari; è questo il caso di Rimini e di Termoli.
Quest’ultimo Comune dell’Adriatico, situato a sud del Molise, vorrebbe che fosse lasciato uno spazio di 10 metri quadrati per ogni ombrellone analogamente al 2021. Il problema però è che nessun obbligo vero e proprio è stato imposto.
Il regolamento di Rimini invece è perentorio e, in determinati perimetri, ancor più stringente dello standard nazionale dell’anno passato: l’amministrazione locale ha richiesto almeno 18 metri quadrati per ombrellone a Rimini nord, 15 metri quadri per la zona di Rimini sud e 12 metri quadri nei bagni dal 99 al 130 ovvero quelli che comprendono Marebello e Rivazzurra che non a caso hanno la fascia di arenile più corta. In Emilia Romagna anche altri Comuni hanno seguito l’esempio della cittadina riminese.
Spiagge libere e altre indicazioni
Ci sono però anche alcune strategie indicate dal Governo tramite l’ultimo decreto in grado di rassicurare gli avventori sulla sicurezza degli stabilimenti che non applicheranno le deroghe molisane ed emiliane.
La prima prescrizione riguarda l’invito a «privilegiare l’accesso agli stabilimenti tramite prenotazione» e a «favorire modalità di pagamento elettroniche in fase di prenotazione». Si pone inoltre l’accento sulla necessità di garantire l’accesso agli stabilimenti in modo ordinato, valutando inoltre la possibilità di «riorganizzare gli spazi, per evitare code e assembramenti di persone» qualora fosse possibile e, conseguentemente, «organizzare dei percorsi separati per l’entrata e per l’uscita dei bagnanti».
L’igienizzazione delle aree comuni (spogliatoi, cabine, docce, servizi igienici) e dei lettini sarà comunque prioritaria e andrà «sempre assicurata dopo la chiusura dell’impianto».
Quanto infine alle spiagge libere, l’ordinanza del Ministero della Salute ricorda «l’importanza dell’informazione e della responsabilizzazione individuale da parte degli avventori nell’adozione di comportamenti rispettosi delle misure di prevenzione».
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