L’euro avrà vita breve? Le ultime previsioni degli esperti sul futuro della moneta unica
Le considerazioni sul futuro dell’euro si sono moltiplicate nelle ultime settimane, durante le quali gli screzi interni all’Unione europea sul MES, sugli eurobond e più in generale sulle risposte contro il coronavirus sono trapelati con evidenza.
A pesare sul dibattito è stata anche la sentenza della corte costituzionale tedesca, che ha messo in discussione la politica monetaria della BCE lanciando un vero e proprio ultimatum di 3 mesi all’istituto centrale e al suo Quantitative Easing.
Queste e altre considerazioni hanno spinto gli esperti a elaborare nuove previsioni sul futuro dell’euro e sulla tenuta del blocco.
L’euro avrà vita breve o continuerà ad esistere?
Secondo le ultime considerazioni riportate da Bloomberg, le difficoltà che il blocco ha dovuto affrontare durante il coronavirus hanno lasciato esposta la moneta unica; quest’ultima è diventata la “valuta meno difesa del mondo sviluppato”, cosa che ha riportato a galla i timori riguardanti il possibile crollo del blocco.
Dalla metà di marzo in poi l’euro si è ripetutamente guadagnato il titolo di peggior conio delle economie avanzate, mentre molti analisti hanno iniziato a perdere fiducia nella moneta unica e nel suo possibile recupero.
L’inabilità tutta europea di trovare senza screzi una soluzione fiscale contro l’emergenza COVID-19 ha portato nuovamente a galla le preoccupazioni sulla tenuta del conio condiviso, preoccupazioni poi esacerbate dalla sentenza della corte costituzionale tedesca sul QE e, più in generale, sull’operato della Banca Centrale Europea.
La stessa Commissione UE ha messo in guardia contro la possibile crisi del blocco, causata dal mai sopito scisma fra Stati del Nord e Stati del Sud.
“Non è soltanto il COVID”, ha dichiarato Jonathan Pryor, head of corporate foreign exchange della Investec’s Treasury Risk Solutions, che ha puntato i riflettori sul valore di lungo termine dell’euro.
Dall’inizio dell’anno ad oggi quest’ultimo ha perso ampio terreno contro il dollaro. Si pensi soltanto ai massimi di oltre 1,14 toccati a febbraio, ai quali hanno fatto seguito crolli che hanno riportato la quotazione anche su 1,06. Molti analisti, come affermato in precedenza, hanno perso le speranze sul recupero della coppia.
Gli asset managers, ha continuato Bloomberg, hanno ridotto le proprie scommesse sulla possibile avanzata dell’euro mentre molti leveraged fund hanno incrementato le proprie posizioni short.
A quanto pare, le soluzioni trovate negli ultimi vertici UE non hanno particolarmente entusiasmato i più scettici del mercato.
Gli analisti di Bank of America Securities, ad esempio, hanno deciso di rimanere ribassisti sull’euro per tutto il corso del 2020 nonostante a loro detta il cambio EURUSD sia attualmente sottovalutato di circa il 10%.
“Prevediamo un euro dollaro intorno a $1,02-$1,05, con rischi orientati al ribasso.”
Per Edward Park, deputy chief investment officer della Brooks Macdonald Asset Management, la quotazione sarà messa sotto pressione anche dalla forte risposta fiscale e monetaria degli USA, la quale non farà che rafforzare il biglietto verde.
Non tutti gli analisti, però, si sono mostrati scettici sul futuro dell’euro. Per UBS Global Wealth Management la moneta unica si rafforzerà e per la fine dell’anno riuscirà a riportarsi intorno a $1,15.
“L’Eurozona è chiaramente più complessa,” ha fatto notare Rolf Ganter, aggiungendo:
“Ci sono molti Paesi sotto una stessa moneta - non è così facile, è irrealistico che tutte le nazioni arrivino velocemente a una soluzione”.
Per dirla con le stesse parole dell’esperto, l’attuale crisi si rivelerà negativa per l’euro, ma la moneta unica continuerà ad esistere.
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