Zelensky in visita negli Usa ottiene l’appoggio “per tutto il tempo necessario” e soprattutto i missili Patriot, ma Biden ammette che l’Europa non vuole una terza guerra mondiale.
“L’Europa comprende pienamente la necessità di sostenere l’Ucraina ma non vuole entrare in un conflitto con la Russia e dare il via alla Terza Guerra Mondiale”. Parole queste di Joe Biden, pronunciate durante la conferenza stampa a Washington alla presenza anche di Vladimir Zelensky.
Il presidente ucraino in gran segreto è volato negli Stati Uniti per una storica visita al suo grande alleato Joe Biden, un modo questo per mandare un chiaro segnale a Vladimir Putin che per tutta risposta ha annunciato l’arrivo per l’esercito russo dei missili ipersonici Zircon e Sarmat.
Ma sono altri i missili che fanno temere una possibile terza guerra mondiale: Zelensky nel suo viaggio a stelle e strisce ha strappato l’ok di Biden per l’invio in Ucraina dei Patriot, una importante novità visto che la Casa Bianca finora non ha mai voluto fornire a Kiev armi a lungo raggio.
Il riferimento fatto dal presidente americano a una Europa che non vuole una terza guerra mondiale così non è casuale, ma Biden ha provato a rassicurare gli alleati del Vecchio Continente sottolineando come i Patriot “sono un sistema difensivo, non ci sarà un’escalation”.
I Patriot e una terza guerra mondiale
Da quando lo scorso 24 febbraio la Russia ha invaso l’Ucraina, gli Stati Uniti non hanno mai fatto mancare il sostegno economico e militare a Kiev, negando sempre però a Volodymyr Zelensky armi a lungo raggio per timore di una terza guerra mondiale.
Se infatti le truppe ucraine dovessero iniziare a colpire sistematicamente il territorio russo, Vladimir Putin potrebbe reputare la Nato responsabile dell’accaduto e rispondere di conseguenza; a quel punto una devastante terza guerra mondiale nel cuore dell’Europa sarebbe inevitabile.
In questa sorta di equilibrio la guerra in Ucraina si sta trascinando avanti da quasi dieci mesi, trecento giorni di combattimenti che hanno prodotto uno stallo dove la Russia è trincerata a difesa dei territori conquistati mentre Kiev è impegnata in una controffensiva che però sembrerebbe aver perso l’efficacia dei mesi scorsi.
Il risultato è un pantano che sarebbe il terreno ideale per la diplomazia, ma né Putin né Zelensky al momento sembrerebbero voler trattare con i due grandi convitati di pietra, Stati Uniti e Cina, che anche loro non parrebbero avere fretta di porre fine a questa guerra.
Se gli Himers sono stati importanti per la controffensiva dell’Ucraina, resta da capire ora quale sarà l’impatto dei Patriot: l’unica certezza è che questa guerra appare essere destinata ad andare avanti ancora a lungo, con la generale corsa al riarmo che non sembrerebbe promettere niente di buono.
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